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Geografia del doping: Paesi produttori e Paesi senza regolamentazioni

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Come dicevamo nell’articolo precedente, il doping rappresenta un importante business per i gruppi criminali, ed una merce che viene distribuita in tutto il mondo ad uso e consumo degli sportivi di tutti i livelli. Ma da dove arrivano questi prodotti?

Come riportato nel rapporto della Commissione Antidoping del Senato francese, le sostanze dopanti hanno due centri di produzione principali: l’Asia e l’Europa dell’Est.

L’Europa orientale dispone di laboratori sofisticati dove lavorano persone che hanno una formazione specifica e competente, e che quindi possono produrre sostanze molto efficienti. I Paesi sotto accusa, in questo caso, non sono però quelli che ci si aspetterebbe: i maggiori esportatori di doping sarebbero infatti Grecia, Slovacchia, Romania e Moldavia.

In Asia, invece, le sostanze dopanti vengono prodotte a buon mercato in laboratori di contraffazione generalizzata, che possono includere la produzione di imitazioni di prodotti tessili ed elettronici. I Paesi in cui la pratica è più diffusa sono la Cina e la Thailandia.

Altri Paesi, invece, sono finiti sotto la lente d’ingrandimento perché non posseggono un regolamento dissuasivo sull’uso del doping: tra questi vi sono molti Paesi africani, ma anche i Paesi dell’Est, in particolare Russia, Ucraina e Bielorussia, i cui atleti vengono spesso pescati positivi nelle competizioni internazionali. A spiegarlo è Ghani Yalouz, Presidente della Federazione Francese di Atletica (FFA): “In questi Paesi lo sport non è organizzato come da noi e le federazioni controllano molto poco i propri atleti a causa degli interessi finanziari di determinati gruppi”.

Ma anche in Europa occidentale la situazione non è sempre chiara. Dei 28 Paesi dell’Unione Europea, ben 11 non trasmettono all’Interpol i dati relativi alle procedure ed alle condanne per doping, e tra questi vi sono la Spagna ed i Paesi Scandinavi (tranne la Norvegia), spesso giudicati insospettabili. Ecco l’elenco completo: Cipro, Danimarca, Finlandia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Romania, Slovacchia, Spagna, Svezia, Ungheria.

È evidente come la lotta contro il doping debba ancora fare molti passi in avanti e come molti Paesi non facciano abbastanza per limitare questa piaga.

IL RAPPORTO DELLA COMMISSIONE ANTIDOPING DEL SENATO FRANCESE

1. i dopati del Tour ’98
2. 60 proposte contro il doping
3. più controlli per gli sport di squadra
4. i dopati sono quattro volte di più dei positivi
5. nessuno sport è esente dal doping
6. doping anche nel golf!
7. le pratiche dopanti della Juventus
8. la classifica degli sport più dopati
9. i controlli “a sorpresa” non sono a sorpresa
10. i dilettanti peggio dei professionisti
11. il doping si evolve, ecco il doping genetico
12. il doping uccide!
13. doping e droga, due mondi strettamente connessi

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giulio.chinappi@olimpiazzurra.com

2 Commenti

1 Commento

  1. Luca46

    16 Settembre 2013 at 12:32

    Il doping esiste in tutto il mondo e tutti gli sport ne fanno uso solo che in alcuni paesi non c’è nessuno che vada a mettere i bastoni tra le ruote. In questo senso si crea un disequilibrio tra dopati. Chi si puo’ dopare piu’ liberamente e chi meno. (Vedi Armstrong). E comunque Armstrong resta un campione perchè quelli dietro non andavano a pane e acqua, certo se avesse avuto i controlli degli altri qualche difficoltà in piu’ l’avrebbe avuta. Poi ci sarebbe da sapere quanto attendibili sono i controlli. Nessuno mi toglierà dalla testa che qualcuno (scomodo) che resta nei limiti possa risultare positivo mentre altri (sponsor ricchi) in qualche modo la facciano franca.
    Messner non a caso fece la provocazione che forse è meglio toglierlo l’antidoping.

  2. Gabriele Dente

    15 Settembre 2013 at 20:41

    C’è molta malafede nel comportamento di questi paesi. Oltretutto ora sappiamo come fanno a vincere le medaglie quei paesi demograficamente insignificanti…

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