Vela
Vela: futuro ancora incerto per l’America’s Cup
L’America’s Cup 2013, la trentaquattresima edizione del più prestigioso trofeo velico, si è appena conclusa con un finale al cardiopalma, che ha premiato nuovamente i campioni in carica di Oracle Team USA a danno dei favoritissimi sfidanti di Emirates Team New Zealand. Ma, essendosi conclusa la competizione di quest’anno, è ormai tempo di pensare alla prossima, sebbene siano ancora poche le certezze per il futuro della competizione.
Innanzi tutto il luogo: San Francisco ha riscosso un fortissimo successo, grazie anche alla sua enorme baia che sembra quasi uno stadio naturale della vela, ma altre opzioni sono al vaglio della dirigenza di Oracle: sono infatti i campioni in carica, come noto, a dettare legge. Un’altra opzione potrebbe essere quella della Hawaii, dove proprio il massimo esponente del consorzio a stelle e strisce, Larry Ellison, ha acquistato una piccola isola, Lana’i. Stesso discorso per il periodo di svolgimento della competizione, che resta ancora misterioso, ma che difficilmente sarà prima del 2017.
Per quanto concerne le imbarcazioni, dovrebbero essere confermati i catamarani utilizzati quest’anno, forse con qualche piccola modifica. Molti addetti ai lavori sono infatti rimasti favorevolmente sorpresi dalle regate dell’America’s Cup, la cui incertezza ci ha ripagato della noia della Louis Vuitton Cup. I cambiamenti potrebbero riguardare soprattutto le dimensioni, con il fine di rendere i costi più accessibili e di attirare la partecipazione di più equipaggi rispetto ai quattro che hanno partecipato in questa edizione.
Altre modifiche dovranno riguardare le regole, che sono state le principali “colpevoli” della sconfitta neozelandese. Il rinvio delle regate quando il vento è superiore ai 23 nodi era stato introdotto in un primo momento, quando gli equipaggi non erano ancora abituati a gareggiare con i catamarani, ma ormai non ha più senso. Ed anche il limite orario di 40 minuti appare esagerato e da rivedere, come è stato visto nella regata del 20 settembre, quando New Zealand era a pochi minuti dall’arrivo ma la regata è stata annullata per sopraggiunto limite di tempo, impedendo ai kiwi di vincere l’America’s Cup.
Forse una vittoria dei neozelandesi avrebbe garantito regole più tradizionali e familiari ad un pubblico che ancora non si è del tutto abituato alle tante “modernizzazioni” degli ultimi anni. Ma a vincere è stato Oracle, quindi saranno ancora gli statunitensi a dettar legge.
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giulio.chinappi@olimpiazzurra.com