Ciclismo
Vuelta 2013: la montagna, il topolino e la fantasia
Montagne e biciclette fanno venire in mente immagini precise. Scatti, ritmi forsennati, fatica, sudore, freddo, una fatica colossale. E lotta tra i big. Ieri, nella 15esima tappa della Vuelta a España 2013 non è stato esattamente così.
Scatti e controscatti, ma mai decisi o decisivi sulla strada per la vetta del Peyragudes, in terra francese. Nonostante 4 gran premi della montagna nessuno tra i big della classifica ha cercato di far saltare il banco e il solo Nicholas Roche, con la Saxo Bank, ha cercato di attaccare da lontano, tra l’altro con poca fortuna. Tutti insieme, dunque, verso un’altra tappa impegnativa che potrebbe fare distacchi e risultare decisiva. Inutile, però, con lo spirito che ha animato ieri i corridori, remissivi sia quando c’è stato da inseguire la fuga, sia quando, come fossero colpi di fioretto, si scambiavano schermaglie atte solo a punzecchiarsi, quasi fosse un gioco, o una danza.
Il ciclismo delle imprese, quello di Coppi e Bartali, non esiste più e si sa. Azioni a lunga gittata, tra i grandi, sono sempre meno frequenti ma sempre più decisive, se ben organizzate. Sembra quasi che in gruppo la fantasia a tratti scompaia e che la tattica migliore sia la stessa per tutti: arriviamo su tutti assieme poi cerchiamo l’allungo nel finale. Eppure, se le gambe supportano i corridori, i famosi tapponi sono ancora in grado di fare la differenza, come ha dimostrato Andy Schleck nel Tour de France 2011, quando con’unazione in solitaria di 62km ha guadagnato minuti sugli avversari diretti, grazie anche all’aiuto dei compagni di squadra. Un anno fa, invece, Alberto Contador andava a conquistare una Vuelta sudatissima grazie ad una vera e propria imboscata a 50 chilometri dal traguardo, nonostante il terreno sembrasse poco adatto a fare la differenza.
Vincenzo Nibali, in questo momento, sembra inattaccabile se attaccato face to face. La speranza, per gli avversari, risiede dunque proprio in quella fantasia che per ora è mancata a tutti, per diversi motivi. Eppure la sensazione è che proprio lo Squalo potrebbe decidere di lasciare tutti sul posto, proprio perchè non si limita ad un pensiero orizzontale.
gianluca.santo@olimpiazzurra.com
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