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Calcio
Calcio, nazionale islandese: una piccola isola con una grande speranza
L’Islanda non è esattamente la prima nazione a cui si pensa quando si sente parlare di Europa. E questo discorso geografico trova una sua applicazione anche in campo calcistico. Qui si gioca uno dei campionati più brevi di tutto il continente (circa 4 mesi e mezzo, tutti in estate), oltre che uno di quelli con il ranking più basso. Eppure, nonostante ciò e nonostante le dimensioni non grandissime dell’isola, da quest’anno sembra che il vento stia iniziando a cambiare. Infatti, il 2013 del calcio islandese è un anno che entra di diritto nella storia. Un anno che all’inizio sembrava destinato ad essere uno dei tanti, in cui i risultati sarebbero stati deludenti. E invece…
La stagione calcistica islandese in verità comincia a marzo con la coppa di lega, che però è assimilabile più che altro ad una serie di amichevoli tanto per il valore del torneo in sé quanto per le condizioni ancora precarie delle squadre che vi partecipano. Finita quella, poi si procede con la Supercoppa d’Islanda (di recente istituzione, visto che ha solo 10 anni) a fine aprile, e poi inizia il campionato poco dopo. Tutto secondo i piani, almeno fino ai primi di luglio, quando cominciano anche i lunghi turni di qualificazione alla Champions e all’Europa League. Su quattro squadre partecipanti, due (KR Reykjavík e ÍBV Vestmannaeyjar) vanno fuori molto presto. Un’altra (Breiðablik) arriva al terzo turno preliminare di Europa League, dove viene eliminata da una squadra kazaka, e proprio il viaggio in Kazakistan comprometterà il resto della sua stagione. L’ultima (FH Hafnarfjörður) è quella che ha dato il via alla scalata islandese: giunta al terzo turno preliminare della Champions League, viene eliminata per 1-0 dall’Austria Vienna pur giocando un calcio di buon livello; tuttavia, le regole della UEFA impongono che gli eliminati a questo turno abbiano il diritto di giocare i play-off di Europa League, per provare comunque ad entrare in una coppa europea. Ebbene, dopo essere stato sconfitto per 2-0 in casa dal Genk, il team islandese sfiora una clamorosa rimonta in Belgio che gli avrebbe concesso di diventare la prima squadra islandese ad entrare in una fase a gironi dell’Europa League! Per trovare una squadra islandese in qualche coppa europea, bisognerebbe infatti tornare nel millennio scorso. Ad ogni modo, ad un passo dall’impresa, l’FH fallisce e crolla miseramente su se stesso, perdendo poi per 5-2. Anche se tutto ciò ha apparentemente poco a che fare con la nazionale, è un dato molto importante da cui partire: la sconfitta dell’FH è lo spartiacque tra due ere del calcio islandese.
L’atmosfera internazionale solo assaporata in Islanda lascia un sapore amaro, e c’è voglia di ripetere al più presto l’esperienza: aspettare il 2014 sarebbe troppo, ed ecco che quindi scatta la molla nazionale. Il suo allenatore dirà poco ai più: Lars Lagerbäck non è un nome di prima fascia, eppure è un sapiente uomo di calcio svedese che ha saputo trovare la quadratura del cerchio in Islanda. In realtà, è già stato pure ai Mondiali, guidando la Nigeria nel 2010 durante la spedizione sudafricana, che però concluderà all’ultimo posto nel girone di qualificazione con appena 1 punto, frutto di un 2-2 con la Corea del Sud. Ingaggiato poi dall’Islanda, alla ricerca della via d’uscita dall’anonimato, Lagerbäck guida la nazionale nordeuropea nel girone E per le qualificazioni ai mondiali del 2014 con Svizzera, Slovenia, Norvegia, Albania e Cipro. L’avvio è piuttosto altalenante, con un’alternanza perfetta tra vittorie e sconfitte, che per fortuna porta al successo fondamentale di Lubiana, un 2-1 sul campo della Slovenia. Infatti, questo segna la rincorsa al secondo posto del girone, per il quale inizierà un lungo botta e risposta proprio tra gli sloveni e gli islandesi. Il primo round del botta e risposta è un altro faccia a faccia tra le due nazionali, che però stavolta va in scena a Reykjavík: in una partita pirotecnica, la spunta in rimonta la Slovenia per 4-2. La parabola dei nordeuropei però è tutta ascendente, e infatti al turno successivo va a pareggiare per 4-4 in casa della Svizzera capolista, rimontando in circa mezz’ora da 4-1 a 4-4. La partita è entrata di diritto nella storia del calcio islandese, e sarebbe superfluo starne anche a spiegare le ovvie ragioni. Tuttavia, la Slovenia continuava a macinare punti e a recuperare terreno, avendo battuto per 1-0 l’Albania. Alla giornata successiva, la Svizzera si fa un importante sgambetto alla Norvegia (2-0), mentre Islanda e Slovenia proseguono la loro “corsa all’oro” (rispettivamente, vittorie per 2-1 con l’Albania e per 2-0 con Cipro). Alla penultima giornata, la Svizzera si qualifica al primo posto matematicamente eliminando l’Albania; analoga sorte spetta ai norvegesi, massacrati 3-0 in Slovenia. Avendo vinto per 2-0 su Cipro, l’Islanda è l’unica avversaria della Slovenia per il secondo posto ma i festeggiamenti sono pochi, perché molti temono che la beffa dell’eliminazione al fotofinish subita per le qualificazioni a Euro 2004 possa ripetersi. Il calendario dell’ultima giornata porta l’Islanda in Scandinavia e la Slovenia, che ha l’obbligo di vincere per arrivare seconda, in terra elvetica. Entrambi i primi tempi terminano in parità, ma è alla metà del secondo che il discorso si chiude: la Svizzera segna il gol del vantaggio sulla Slovenia. Inizia il countdown: questi risultati (Norvegia – Islanda 1-1, Svizzera – Slovenia 1-0) qualificherebbero proprio gli uomini di Lagerbäck con due punti di vantaggio (17 contro 15). L’attesa è lunga, ma il tempo scorre inesorabile e non cambia più niente: Islanda al secondo posto!
Un risultato in apparenza normalissimo, ma che per la nazionale islandese significa addirittura “storia”, quella stessa storia mancata di poco dall’FH. Mai era arrivata ad una fase finale di Europei o Mondiali, mai l’aveva neanche sfiorata con i play-off. Per ora è ai play-off, ovvero c’è un’ultima sfida da affrontare prima di poter andare in Brasile, in casa dei Pentacampeões. Il sorteggio è stato effettuato tra otto squadre arrivate seconde nei loro gironi ed è stato diviso tra “teste di serie” e “non teste di serie”, cioè da una parte c’erano quattro nazionali coi migliori punteggi (Portogallo, Croazia, Ucraina, Grecia) e dall’altra altre quattro coi peggiori punteggi (Romania, Islanda, e a sorpresa anche la Svezia e la Francia). La sorte ha accoppiato l’Islanda con la Croazia; ora, premesso che le partite si vincono giocando, l’avversario non è impossibile, per cui adesso, come mai prima, sull’isola nordatlantica in molti sognano il colpaccio.
Il 2013 è stato sicuramente l’anno d’oro, o forse di platino, del calcio islandese, che ha potuto vedere le sue squadre sfiorare la qualificazione alle coppe europee, il record di presenze negli stadi (circa 139.000 su una popolazione di 320.000 persone solo nella massima serie, quasi il 44% degli abitanti!), la sua nazionale maggiore vicina al sogno mondiale. La formula segreta di queste felicità è davvero difficile trovarla, ma sicuramente è un misto di tanti fattori, come ad esempio l’emergere di forze nuove nei campionati. Certo, non è tutto rose e fiori ed anche in Islanda c’è chi va in controtendenza: è il caso per esempio del Völsungur, che nella Serie B locale ha racimolato appena 2 punti in tutto il campionato, stabilendo il record negativo nel paese, ma il sospetto è che si tratti di un record negativo a livello mondiale, sebbene né la UEFA né la FIFA si siano espresse in materia. Ha anche creato qualche lieve polemica, in quanto la sua tendenza a subire valanghe di gol ha contribuito a decidere qualche posizione importante nel torneo. Altro neo è stata la continuità necessità di rinviare le partite, ora per cause meteorologiche ora per altri motivi, la qual cosa è un indice anche di una certa impreparazione da parte della federazione calcistica locale. Ad ogni modo, nelle terre anticamente abitate da elfi e altri esseri magici, oggi i “moderni” tifosi sembrano essere avvolti da una magia simile, che li trasporta a sussurrare dolci parole portoghesi, perché tutti i sogni proibiti, quando stanno per essere realizzati, sono dolci. E nessuno, per favore, svegli l’Islanda dal suo sogno più dolce di sempre!
Francesco Cositore, esperto di calcio islandese
Foto: EPA
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Francesco Drago
24 Ottobre 2013 at 21:37
si è vero, dispiacerebbe anche a me per la Croazia, ma vedere l’Islanda ai Mondiali sarebbe storico!
Luca46
22 Ottobre 2013 at 21:59
Sarebbe una bellissima storia se l’Islanda riuscisse ad approdare ai mondiali. A nche se dispiacerebbe che a farne le spese sia la Croazia che si dimostra sempre una nazionale coriacea e difficile da affrontare.