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Esclusiva | Matej Mohoric: “Alla Cannondale per il progetto. Ponferrada? Mai dire mai…”

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Due Campionati Mondiali consecutivi, tanto talento e una classe infinita. Sloveno, classe ’94. Matej Mohoric, il prossimo anno alla Cannondale Pro Cycling, ha parlato in esclusiva ai microfoni di Olimpiazzurra dopo una stagione di altissimo livello, culminata con lo splendido successo di Firenze 2013. Un nome da tenere d’occhio per il futuro e non solo. Per ora, andiamo a conoscerlo meglio.

Matej, iniziamo dai Campionati del Mondo. Hai conquistato una grande vittoria con uno splendido attacco. Cosa ti ricordi di quella giornata? 

“È stato un giorno fantastico per me. Mi sentivo bene e ho provato a risparmiare più energie possibili durante la prima parte di gara. I miei compagni hanno fatto uno splendido lavoro andando in fuga, così io sono rimasto tranquillo e tutto quello che dovevo fare era dare tutto nei giri finali. Durante la corsa mi sono accorto che era difficile fare la differenza in salita, così ho deciso che avrei attaccato da qualche altra parte e anche prima del previsto, perchè pensavo di avere le gambe per tenere il gap fino all’arrivo”. 

Per te è stata una vittoria speciale dopo quella dell’anno scorso con gli Juniores. Cosa significa per te questa doppietta? 

“Non riesco ancora a credere di avercela fatta per due volte di fila. È vero che i Mondiali sono una gara speciale e che tutti sono più emozionati e anche un pochino più stressati. Io riesco a rimanere calmo e concentrato sulla corsa e non ho paura di niente nei giorni prima. Non ho problemi con le farfalle nello stomaco”.

Hai solo 20 anni ma la prossima stagione correrai con la Cannondale PRo Cycling. Cosa ti aspetti dalla prossima stagione? 

“Mi aspetto molto. Spero di entrare bene nel sistema e di riuscire ad imparare diverse cose nuove. Voglio diventare parte della squadra nel vero senso della parola. Voglio imparare cose nuove, terrò sempre gli occhi aperti. So di non sapere praticamente nulla sul ciclismo e sarò grato per ogni singolo consiglio”. 

Molti giovani corridori correranno per la tua stessa squadra. Cosa ne pensi della politica di sviluppo dei giovani della Cannondale? 

“Ho scelto la Cannondale solo per il fatto che stanno facendo uno splendido lavoro nel far crescere i giovani talenti. Hanno cresciuto Vincenzo Nibali, Peter Sagan e altri. Ecco perchè mi fido di loro. Hanno molta esperienza e non vedo l’ora di far parte del loro team con altri giovani. Ci conosciamo già e ci troviamo molto bene tra di noi”. 

Cosa proverai ad essere nella stessa squadra di gente come, ad esempio, Ivan Basso e Peter Sagan? 

“Sarò molto orgoglioso. È incredibile. In particolare il fatto che potrò chiedere consigli e la loro opinione. Incredibile”. 

Che tipo di corridore sei? In quale tipo di gare ti puoi esprimere al meglio?

“Riesco a fare bene sia nelle cronometro che nelle salite, quindi mi piacciono le corse che favoriscono queste caratteristiche. In particolare le corse di un giorno dure che possono essere vinte con un solo attacco o le brevi corse a tappe. Ho fatto bene anche al Tour of Quinghai Lake, che era composta da 13 tappe in 14 giorni, quindi vedremo come crescerò in futuro”. 

Come giudichi il tuo 2013?

“L’ho trovato molto positivo, anche prima dei Mondiali. Ho imparato molte cose nuove, mi sono conosciuto molto meglio. In particolar modo il Tour de l’Avenir è stato ottimo per me, anche se non sono riuscito a raggiungere un bel risultato nella generale per un problema meccanico nella prima tappa di montagna”. 

In questi anni il ciclismo sta diventando sempre più globale. Cosa pensi di questo trend? 

“A me sembra una cosa buona che il ciclismo stia diventando sempre più popolare in giro per il mondo, nonostante ci siano ancora dei problemi con le gare che si disputano al di fuori dell’Europa: è difficile per le squadre, dato che devono spostare attrezzature e materiali in qualche modo..”.

Come hai iniziato a praticare il ciclismo? Cosa significa questo sport per te? 

“Ho iniziato a 12 anni con il Sawa Team. Il mio vicino di casa era entrato a farne parte prima di me ed era il mio modello a quei tempi. La bici mi aiutava a coprire grandi distanze da solo, quindi per me era un biglietto per la libertà. Amo ancora questo fatto, amo scoprire nuove strade e andare in posti in cui non sono mai stato. Adoro anche uscire da solo in bici, nell’aria fresca, nella natura. Quando sono in bici ho anche tempo di pensare, è quasi come fare meditazione. Attualmente il ciclismo rappresenta la mia vita. Quando non posso andare in bici per alcuni giorni non sto bene. Amo questo sport che mi ha reso la vita più felice”. 

Qual è il più grande sogno per quel che riguarda la tua carriera?

“Voglio rimanere la persona che sono. Voglio svegliarmi la mattina sorridente e andare a letto stanco la sera, ma sempre felice. Spero di avere una lunga carriera e voglio godermene ogni singolo momento. Amo vivere e voglio continuare in questa direzione”. 

Cosa penseresti di una tripletta, il prossimo anno, nella corsa in linea Elite ai Mondiali? 

“Ovviamente è un obiettivo troppo difficile per me, direi quasi impossibile. Però impossible is nothing, e talvolta i miracoli succedono. Non possiamo dire nulla con certezza fino a quando il primo corridore non taglierà il traguardo il prossimo anno in Spagna”. 

gianluca.santo@olimpiazzurra.com

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