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Ginnastica, Italia stanca: sempre derubata dai giudici!

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Ieri pomeriggio si consumava l’ennesimo furto ai danni della ginnastica artistica italiana. Vittima, ancora una volta, il povero Alberto Busnari che incappava in una giuria troppo severa e si piazzava per l’ennesima volta al quarto posto col suo cavallo con maniglie.

Il Cavaliere di Melzo ha esorcizzato la delusione dicendo: “Sono da Guinness World Record: primo ginnasta a fare quarto a Olimpiadi, Europei e Mondiali in un anno“.

Abe ha perso sempre da Max Whitlock, che ormai inizia a diventare una bestia nera e l’ostacolo verso quella fatidica medaglia che nonno Busna sta inseguendo da praticamente 20 anni di carriera.

 

C’è poco da dire: l’Italia è sempre scalognata, penalizzata, sfortunata. Derubata? Forse. Ci sembra difficile pensare che vogliano davvero del male al nostro Paese, siamo una piccola Nazione in un mare che si chiama Mondo. La Polvere di Magnesio propone una quindicina di Nazioni che di solito vanno a medaglia, non è uno dei contesti in qui c’è davvero tutto il Pianeta (atletica leggera docet, con oltre 70 Stati su almeno un podio), le super potenze sono le stesse con qualche piccolo inserimento.

Ma tant’è. Quando c’è bisogno di quel decimo, di quel centesimo, gli azzurri si devono sempre inchinare. I loro esercizi vengono valutati correttamente, precisamente (Alberto era da 15.600 ieri, riconosciamolo), mentre gli avversari riescono a trovare quell’abbuono che li spedisce sul podio. E noi rimaniamo giù.

La sensazione è chiara: gli azzurri devono fare gli esercizi perfetti, inattaccabili dai capricci delle giurie, per essere sicuri di avere il piazzamento che spetta loro. Vanessa Ferrari, giusto per fare un esempio, si inventò tre routine magistrali per diventare Campionessa del Mondo 2006 e appianare quella brutta caduta alla trave che poteva costarle cara. E ci ricordiamo bene le lamentele della grande Izbasa…

 

Geopolitica dei voti? Forse: ma cos’hanno in più Messico e Gran Bretagna rispetto a noi? Misteri, sempre se esistono e sempre se si vuole pensare male.

Condizionamento psicologico? La teoria delle piccole del calcio… Che ci sia anche nelle Arene dove sbuffa il magnesio?

Errori umani? Certo, via percorribile: ma non ce ne va mai bene una?

 

Giusto per fare una carrellata. A Londra 2012, Vanessa Ferrari veniva derubata di un bronzo strameritato. Il suo esercizio veniva paragonato a quello di Aliya Mustafina e addirittura scendeva dal podio per la stupida regola del “no pareggio” prevista dal regolamento speciale dei Giochi Olimpici.

Sempre in Gran Bretagna, Matteo Morandi veniva costretto al gradino più basso del podio con la vittoria che veniva ingiustamente assegnata a Zanetti. Il brasiliano ha vinto anche ieri, scalzando immeritatamente un grandissimo Balandin: gli stanno già spianando la strada per l’incoronazione in casa a Rio de Janeiro 2016? Atene docet…

 

Pechino 2008. Agli anelli ne vedemmo di tutti i colori: Coppolino quarto con un bellissimo esercizio, giù dal podio per dare la doppietta ai padroni di casa (bravi, ma non così inarrivabili), e Morandi sesto tra i fischi di una Nazione schiacciata da logiche che non dovrebbero esistere…

In Cina anche Igor Cassina fu quarto e rimanemmo a bocca asciutta. Il campione olimpico in carica non venne derubato vistosamente, ma rimangono ancora tantissimi dubbi su quella prestazione che poteva riportare il brianzolo sul podio a cinque cerchi dopo il favoloso oro di Atene.

 

E chissà quanti altri episodi (minori, magari agli Europei dove la Russia domina incontrastata) passano nel dimenticatoio, perché siamo troppo abituati a vederli e ormai ci abbiamo fatto il callo.

Non tutti hanno la calma di Busnari che si morde la lingua e non accusa i giudici. C’è chi cerca di capirne di più come Carlotta Ferlito che afferma candidamente: “Le giurie sono strane“. Sì, vorremmo capire quali siano i metri di valutazione. Giuria = soggettività = modificabile = poco chiara.

Questo è uno dei grandi limiti della ginnastica artistica: non c’è metro chiaro, preciso, puntuale, evidente per decretare chi è il migliore. Questo può allontanare da questo magnifico sport. Bisognerebbe mettersi a un tavolo e trovare qualcosa di più concreto.

Bruno Grandi, Presidente della Federazione Internazionale, ha proposto una revisione. E attenzione: è italiano… I casi della vita…

 

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