Ciclismo

Giro di Lombardia: le pagelle della Classica delle foglie morte

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Il grande ciclismo, per il 2013, va in ferie. Ci sarà il tempo per le ultime corse di stagione, ma ieri, con Il Lombardia, sono andate in archivio le competizioni più importanti. Andiamo a vedere le pagelle della Classica delle foglie morte. 

RODRIGUEZ Joaquim, voto 9: è il suo percorso e non tradisce le attese. Attacca dove tutti lo aspettavano ma nessuno ha la forza di resistergli, nemmeno per provarci. Una prova di forza convincente, e vincente, una settimana dopo il Mondiale di Firenze. Per il secondo anno di fila conquista Il Lombardia e dimostra di essere in grado di vincere una corsa di questo spessore nonostante la cocente delusione iridata.

VALVERDE Alejandro, voto 7,5: evanescente, come sempre. Solo nel finale sembra dare sfogo a tutte le sue energie per rincorrere Rodrguez, ma nonostante questo viene respinto dal corridore della Katusha, oggi veramente irraggiungibile.

MAJKA Rafal, voto 7: dopo il secondo posto della Milano-Torino torna sul podio, ma il palcoscenico è decisamente più importante. Il giovane polacco sta chiudendo alla grande la stagione e per il 2014 è uno degli indiziati ad essere protagonista nelle classiche più impegnative e nei grandi giri.

MARTIN Daniel, voto 7: dopo aver vinto la Liegi-Bastogne-Liegi e una tappa al Tour nella giornata di ieri è tornato a farsi vedere nelle prime posizioni  dopo un Mondiale nettamente al di sotto delle attese. Si dimostra un corridore di fondo, capace di dire la sua anche al termine di gare durissime.

GASPAROTTO Enrico, voto 7: parte come gregario per Vincenzo Nibali, chiude come migliore degli italiani. Con il senno di poi, assurdo che non sia stato convocato per i Mondiali vista la gamba dimostrata ieri. Nonostante tutto, la sua prestazione resta da incorniciare anche per la durezza del percorso.

MORENO Daniel, voto 6,5: non si fa mai vedere, in volata chiude primo in quel che resta del gruppo.

PELLIZOTTI Franco, voto 6: buono il piazzamento finale, ottavo, meno come arriva. Da un corridore come lui ci si potrebbe aspettare almeno un tentativo di arrivare al successo, invece non prova ad attaccare e si limita a ricucire sugli altri senza poi avere una concreta possibilità di vittoria.

SANTAROMITA Ivan, voto 6.5: una gara di grinta che gli consente comunque di finire tra i migliori 10. Ad un certo punto si trova all’attacco in un bel quintetto, ma l’occasione non viene sfruttata. Onora al meglio la maglia di campione nazionale.

BASSO Ivan, voto 6,5: gli manca la progressione, ma per il resto dimostra una nuova gamba. Andrà a finire la stagione in Giappone e lì potrebbe cogliere un buon successo.

PINOT Thibaut, voto 6: è il primo a provarci su Villa Vergano, ma le gambe non sono quelle dei giorni buoni e non riesce a fare la differenza.

FLECHA Juan Antonio, voto 7,5: pur non essendo adatto, lo spagnolo regge il ritmo dei migliori su tutte le salite per onorare il finale di una carriera corsa tutta all’attacco. Mancherà, specialmente ai tifosi, che sicuramente apprezzavano i suoi attacchi.

POZZOVIVO Domenico, voto 6,5: cade, rientra in gruppo e ci prova sull’ultima salita. Non ha la progressione di Rodrguez, ma la sua prova resta positiva considerando che è poco avvezzo alle corse di un giorno e spesso evidenzia i suoi limiti in questo tipo di competizioni.

GILBERT Philippe, voto 5,5:  tanta grinta ma poche gambe. Il nuovo percorso del Lombardia sembra troppo duro per il vallone che paga sulle varie salite di giornata.

ULISSI Diego, voto 5: non la sua miglior giornata. Si stacca già sul Muro di Sormano, poi nel finale non è per nulla competitivo con i migliori. Nelle corse di livello internazionale gli manca ancor qualcosa ma il percorso intrapreso quest’anno può giovargli in futuro.

CONTADOR Alberto, voto 5: lontanissimo dai primi sin dal Muro di Sormano, lo spagnolo sembra l’ombra di se stesso ormai da due stagioni. Le cause possono essere diverse, ma il Contador che danzava sui pedali al Giro del 2011 è solo un ricordo.

VOECKLER Thomas, voto 8: prende il coraggio in mano e si lancia in un folle attaccoa 70 chilometri dal traguardo. Guadagna un minuto, poi due, addirittura tre. Il percorso, nel finale, è però avverso ai coraggiosi e lo penalizza, favorendo il rientro del gruppo. Il suo Lombardia resta comunque indimenticabile essendo stato l’unico a cercare di cambiare un copione già scritto.

gianluca.santo@olimpiazzurra.com

Foto: Tim De Waele

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