Rugby

Rugby, aperture azzurre: Tommaso Allan, la nuova speranza

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È la grande sorpresa tra gli azzurri convocati da Jacques Brunel per i test match di novembre, su cui si catalizzeranno inevitabilmente i riflettori di tifosi ed addetti ai lavori. Un vero e proprio fulmine a ciel sereno, inatteso ma in cui molti probabilmente speravano. Che sia lui la soluzione ai problemi in mediana? Difficile da pronosticare, mentre non vi è dubbio che Tommaso Allan sia una gemma di indiscusso valore, da custodire in una teca di cristallo e da sgrezzare con assoluta cura.

Nato a Vicenza da padre scozzese e madre italiana, il mediano d’apertura classe 1993 è figlio d’arte a tutti gli effetti: entrambi i genitori hanno giocato a rugby, mentre uno zio ha addirittura conquistato un Sei Nazioni con la maglia della Scozia nel 1990. Con una famiglia del genere ed in una regione, come il Veneto, in cui la palla ovale riesce ad imporsi come in nessun altro territorio italiano, anche Tommaso non poteva che essere avviato al mondo rugbistico, più precisamente nelle giovanili del Petrarca Padova. Successivamente, è dapprima entrato nell’Academy dei London Wasps, quindi è approdato in Sudafrica a Western Province, dove ha vinto una Currie Cup U19. Le sue spiccate qualità, in cui figurano delle eccellenti doti da piazzatore, hanno richiamato l’attenzione del Perpignan, dove è approdato quest’anno (insieme a Tommy Benvenuti) come Espoir (le “speranze”), grazie anche al Sei Nazioni U20 disputato con la maglia della Scozia, con cui ha compiuto quasi tutta la trafila delle giovanili (U17, U18 e – appunto – U20).

Con lo sbarco in un paese caro a Brunel (a Perpignan vinse il Top 14 nel 2009), però, l’influenza del baffuto tecnico transalpino potrebbe aver pesato in modo decisivo nelle scelte definitive del ragazzo, finora impiegato una sola volta in campionato ma autore di 11 dei 16 punti realizzati dai giallorossi nella sconfitta contro il Racing Métro (16-19) di un certo Jonny Sexton. Un biglietto da visita niente male, al cospetto dell’apertura probabilmente più forte d’Europa e nella lega più prestigiosa del continente. Un predestinato insomma, che ha virato sull’Italrugby e sulla maglia n°10 azzurra, un fardello tanto pesante che nessuno, dai tempi di Dominguez, è riuscito a sostenere. Ci riuscirà l’Highlander del Veneto?

 

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

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