Sci Alpino

Sölden -6: azzurri alla carica anche nelle prove tecniche

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Il settore maschile dello sci alpino azzurro ha vissuto un 2012-2013 sicuramente più positivo rispetto a quello femminile: Claudio Ravetto non ha mai nascosto la soddisfazione per quanto fatto dai suoi ragazzi, in particolare nelle prove veloci dove hanno letteralmente dominato tutte le più grandi classiche del mito della neve.

Dunque gli azzurri ripartono proprio da qui, da talenti assoluti, pur appartenenti a generazioni diverse, come Dominik Paris e Christof Innerhofer (quest’ultimo, in particolare, ha vissuto un’estate più tranquilla delle precedenti): ripartono da un Werner Heel che, dopo un’annata in cui non girava nulla, ha ripreso nella scorsa stagione a sciare come ha sempre saputo, e da un Matteo Marsaglia finalmente consacratosi ad alti livelli (che però in questi giorni deve confrontarsi con una distorsione del perone), senza dimenticarsi di ragazzi in costante crescita come Siegmar Klotz, Silvano Varettoni e Mattia Casse, che si è ripreso dall’infortunio. Completa la squadra Peter Fill, reduce dall’inverno forse maggiormente negativo della carriera e atteso dunque al riscatto.

Riscatto che è la parola d’ordine, invece, per quanto riguarda la squadra prove tecniche. Con l’eccezione di un Manfred Moelgg una volta di più confermatosi tra i migliori interpreti di slalom e gigante, nonostante i problemi fisici, e di qualche lampo di ragazzi molto promettenti (su tutti Roberto Nani), in queste due discipline l’Italia versione 2012-2013 ha reso meno del previsto. In slalom speciale, dunque, i vari Stefano Gross, Cristian Deville e Giuliano Razzoli devono e possono fare meglio: si tratta di tre atleti, potenzialmente, tra i migliori cinque al mondo in questa specialità. Lo slalom è questione di certezze, di sicurezza, molto più che altre gare: spesso un’inforcata vanifica mesi di lavoro e di tranquillità.  I nostri tre alfieri dovranno dimostrare, sin da Levi, di aver riacquistato la sicurezza perduta, e i risultati verranno di conseguenza perché il talento non manca; sarà poi interessante osservare la crescita di Giordano Ronci, atteso alla prima avventura nel massimo circuito.

Infine, in gigante due nomi molto attesi sono i veterani Massimiliano Blardone e Davide Simoncelli, forse penalizzati più di altri dai nuovi raggi di curvatura: per loro sarà l’ultima chiamata olimpica ed evidentemente Sochi è nei loro pensieri, perché farebbe brillare ancora di più le loro già scintillanti carriere. Max deve saper dosare la proverbiale cattiveria agonistica, Davide deve sperare di non essere condizionato dai consueti problemi fisici: al loro fianco, oltre ai già citati Moelgg e Nani, un Florian Eisath reduce dalla miglior stagione della carriera e altri due giovani molto interessanti come Luca De Aliprandini e Giovanni Borsotti, quest’ultimo al rientro dopo un anno di stop.

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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