Ciclismo
Ciclismo, doping: Rasmussen attacca, la Belkin risponde
In questi giorni hanno fatto scalpore alcune dichiarazioni dell’ex ciclista danese Michael Rasmussen concernenti le pratiche dopanti in seno alla formazione olandese allora denominata Rabobank, l’attuale Belkin. Rircordiamo, infatti, che l’ormai 39enne Rasmussen ha corso per cinque stagioni alla Rabobank (2003-2007) e fu espulso dal Tour de France 2007 quando si trovava in maglia gialla per aver mentito sul luogo dei suoi allenamenti, prima che venisse fuori anche una positività all’EPO in un controllo del 25 luglio.
Rasmussen è recentemente tornato su queste vicende, accusando pesantemente il medico della squadra, Dion Van Bommel, e l’autista Piet De Vos, entrambi rimasti in seno alla formazione anche dopo il duplice cambio di nome (da Rabobank a Blanco e poi a Belkin). Secondo l’ex professionista, infatti, Van Bommel gli avrebbe fornito certificati falsi per procurarsi del cortisone, mentre De Vos avrebbe nascosto l’EPO sotto i propri vestiti durante un controllo della polizia francese sull’autobus della squadra, proprio durante il Tour del 2007.
La Belkin ha risposto attraverso un comunicato stampa, in cui difende sia il dottor Van Bommel che De Vos, in quanto non ci sarebbe nessuna prova a loro carico: “La squadra Belkin ha verificato le fonti ed ha ascoltato il medico della squadra, Dion Van Bommel, e l’autista, Piet De Vos, in risposta alle recenti dichiarazioni di Michael Rasmussen. I due impiegati hanno pienamente cooperato. La squadra non ha nessuna ragione per continuare l’inchiesta o per prendere dei provvedimenti. La dirigenza della Belkin Pro Cycling sostiene i due collaboratori e chiude qui questo affare”, si legge.
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giulio.chinappi@olimpiazzurra.com