Doping
Doping, positivi alcuni campioni di Torino 2006!? Uragano in arrivo!?
Centinaia di controlli antidoping positivi. Questi i numeri che stanno circolando nelle ultime ore riguardo dei nuovi test effettuati su vecchi campioni di urine. Secondo quanto riportato dalla TV tedesca ARD i laboratori di Mosca e Cologna, con metodi innovativi, starebbero trovando tracce di Steroidi Anabolizzanti in centinaia di campioni prelevati durante le Olimpiadi di Torino 2006, i cui risultati, adesso, sembrerebbero in fortissimo dubbio.
Le sostanze incriminate dovrebbero essere Oral-Turinabol e Stanozololo, la stessa cui era risultato positivo Ben Johnson a Seul nel 1988. Il direttore del laboratorio di Mosca Grigory Rodchenko si è espresso così: “Con questo metodo possiamo trovare positività che negli anni passati non potevano essere rilevate“. Sembra sia pronta una bomba ad orologeria che potrebbe, d’un tratto, far saltare in aria diversi risultati ottenuti negli scorsi anni.
Questa, al momento, la linea ufficiale del CIO: “Stiamo rianalizzando i campioni di Torino, come previsto. Per il momento non abbiamo risultati né commenti da fornire”.
gianluca.santo@olimpiazzurra.com
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Luca46
20 Novembre 2013 at 19:38
Sinceramente non capisco il senso di questi controlli post-datati. Servono solo ad infangare i nomi di gente che si è allenata una vita probabilmente con i sistemi che si usavano al tempo. Se tra 10 anni facciamo i controlli sulle gare di oggi scopriremmo le stesse cose con prodotti diversi. E’ una cosa che non ha senso ed è fuori dalle regole.
Avrebbe senso se si dicesse: da adesso i controlli si ripeteranno tra 10 anni, chi risulta positivo verrà privato di tiolo e dovrà restituire i soldi. Ma allora bisognerebbe fare i testo ad almeno i primi 30.
Il fatto è che non ci dice niente di nuovo ne risolve il problema doping. Serve solo a scatenare can-can mediatico e ad infangare la gente. Perchè non si va a vedere il problema alla radice e cioè come funziona il sistema e come cercare di fermarlo invece di puntare il dito su tizio e caio. Piu’ di qualche sportivo a fine carriera ha ammesso l’uso del doping, dobbiamo credere che hanno gareggiato invece con gente pulita? … Ricordo per esempio il caso Ricco’ con le solite frasi di circostanza di Sella: “fa il male del ciclismo”, pochi giorni dopo Sella venne trovato positivo alla stessa sostanza.
ale sandro
20 Novembre 2013 at 21:19
Condivido quello che dici. Il doping esiste da sempre in tutti gli sport ,nessuno escluso (sport popolari, di minor “movimento”, e più “tecnici” compresi, che spesso passano per verginelle), l’antidoping da 50 anni circa è sembrato sempre in ritardo e con la coperta cortissima. Questo non vuol dire che non si debba combattere questo aspetto, per esempio ritengo che il passaporto biologico ,se correttamente applicato a tutti, può essere un valido metodo anzitutto per tutelare l’aspetto legato alla salute di ogni atleta oltre alla giustizia sportiva. Però siamo sempre lì, se non si fanno controlli approfonditi veramente a tutti gli atleti di tutti gli sport, punendo non solo l’atleta messo come capro espiatorio, che la sua sanzione è giusto che se la prenda se colpevole , ma anche sanzionando la figura medica, tecnica e/o dirigenziale o ad esempio la federazione nel caso di atleta nelle nazionali. Per ciò che è accaduto nel passato non ha davvero senso fare controlli all’infinito, chi garantisce che tutti abbiano avuto lo stesso tipo di controllo nella determinata gara o nella stessa stagione. Come certi discorsi sull’atletica azzurra anni ’80 ,”si vinceva perchè ci si dopava”, peccato che degli altri paesi stranieri e dei loro campioni di quell’epoca non avevo proprio alcun motivo di fidarmi. Molto più logico fare regole univoche da nazione a nazione e da sport a sport per esempio dal 1 gennaio 2014 in poi. Allora sì che si può parlare di controlli post datati con un minimo di serietà.
Luca46
21 Novembre 2013 at 19:50
Infatti e volendo essere ancora piu’ scettici chi ci dice che i controlli siano uguali per tutti e che magari qualche sponsor potente non riesca ad evitarli o camuffarli. Penso che solo i medici possano indicare la strada per fermare il problema e poi le varie organizzazioni devono attuare in modo serio ed uguale in tutti i paesi le direttive.