Salto con gli sci
Esclusiva | Davide Bresadola: “Ho trovato stabilità tecnica”
A pochi giorni dalle prime gare di Coppa del Mondo di salto con gli sci, Davide Bresadola ha concesso ad Olimpiazzurra un’intervista in esclusiva riguardo la prossima stagione agonistica. Atleta sublime da un punto di vista tecnico, non fa dell’esplosività in uscita dal dente il suo punto di forza, ma nonostante questo è ormai diventato la terza forza in casa Italia dopo Colloredo e Morassi.
Davide, iniziamo dall’estate. Come ti sei trovato durante la stagione su plastica?
“In realtà ho avuto delle buone risposte inaspettate. So che ho lavorato molto su tutti gli aspetti della preparazione e la strada intrapresa in questa stagione estiva mi soddisfa”.
Quali sono le cose che ti hanno soddisfatto maggiormente e quali, invece, ti hanno lasciato perplesso?
“Sicuramente la stabilita tecnica è stata una tra le cose che più mi ha dato soddisfazione, per il resto per quanto riguarda la stagione estiva non ho nulla da recriminare”.
In vista della stagione olimpica, su quali aspetti tecnici ti sei soffermato maggiormente durante gli allenamenti?
“Sono ripartito un po’ dalle basi: mente libera, saltare semplice, divertimento e sfruttare al meglio le mie qualità“.
Cosa credi ti manchi per fare un ulteriore salto di qualità per entrare con maggiore costanza nelle prime 20-25 posizioni in Coppa del Mondo?
“Ci confrontiamo con nazioni nettamente più forti con numeri e disponibilità economiche imbarazzanti rispetto alle nostre. Sto percorrendo il mio cammino e spero di arricchire il mio bagaglio strada facendo raccogliendo tutto quello che arriva di buono”.
Colloredo e Morassi sono, da qualche anno, il punto di riferimento del movimento italiano. A me, però, sembra che tu ti stia avvicinando al loro livello. Credi anche tu che sia così?
“Appena passato da combinata a speciale sono stati anche per me punto di riferimento. Loro hanno più esperienza di me nel circuito di Coppa del mondo e ora come ora stiamo lavorando alla pari. La sana rivalità che abbiamo ci aiuta ad alzare l’asticella e credo sia un bene per loro e per me”.
Qual è l’aspetto che cambieresti nella tua tecnica di salto?
“Vivo il salto come un unico movimento. La giusta serenità, il giusto stato d’animo e la voglia che hai di saltare sono componenti che spesso non sono prese in considerazione ma che influiscono molto sul gesto tecnico che vai ad affrontare quando salti”.
I vari cambiamenti regolamentari degli ultimi anni non hanno un po’ fatto perdere stabilità alla disciplina?
“Le dinamiche intraprese negli ultimi anni dalla Fis possono essere discutibili, ma a me non resta che adeguarmi e adattarmi velocemente a questi cambiamenti”.
Come valuti, ad esempio, l’F-Value e i coefficienti di compensazione in base al vento e alla stanga di partenza? La possibilità per i tecnici di abbassare la stanga “a piacimento” (anche se in questa stagione ci saranno delle limitazioni in questo senso) non è esagerata, sopratutto per una facile comprensione della gara quando viene guardata in TV?
“Come in ogni nuovo regolamento ci sono aspetti positivi e aspetti meno positivi…spero di non subirli troppo!”
In vista della stagione invernale, quale credi possa essere un obiettivo raggiungibile per te e per la nazionale italiana magari nelle gare a squadre?
“Parlare di obiettivi in questo momento sarebbe ancora azzardato, la speranza e quella di mantenere le tre quote in Coppa del mondo e sarebbe bello secondo me qualificarsi alla gara a squadre olimpica”.
Le Olimpiadi fanno gola? Come vivi la possibilità di poter prendere parte ad un evento di questo tipo?
“Penso che per qualsiasi atleta l’Olimpiade sia il massimo che possa desiderare, io guardo all’oggi cercando di fare sempre il mio meglio, di sicuro mi sento un privilegiato a poter sognare di poter partecipare ad un evento così bello”.
Quale sensazione ti ha fatto decidere di dedicarti al salto con gli sci come professione? Cosa ti ha spinto ad abbandonare la combinata?
“Nonostante il massimo impegno che ci ho messo negli anni in combinata avevo grossi limiti nel fondo! Dedicarmi solo al salto è stata la scelta più giusta che potevo fare…meglio tardi che mai mi verrebbe da dire”.
Hai dovuto fare dei sacrifici particolari negli ultimi anni? Anche considerando la classica vita di un giovane della tua età?
“Io vivo il salto prima di tutto come una passione e quindi finchè avrò queste stupende sensazioni mentre faccio la cosa che mi piace non posso parlare di sacrifici. Io auguro anche ai giovani della mia età di appassionarsi a qualcosa perchè la vita cambia in qualità”.
I numeri del movimento italiano non sono certamente paragonabili a quelli di altri paesi. In che modo pensi si possa sopperire a questa ‘mancanza’?
“Penso che questo sia un problema dello sport italiano per quanto riguarda le discipline considerate minori. Un’attenzione in più anche ad esse e sicuramente l’investimento su chi già pratica per raggiungere certi risultati potrebbe fare la differenza”.
Ti ispiri in particolare a qualche saltatore del passato più o meno recente? Chi e perchè?
“Mi piacciono tantissimo i saltatori che fanno della tecnica e della sensibilità il loro punto di forza! Amman è sicuramente uno che ammiro particolarmente, così come Kasai!”
Chi, tra i giovani, secondo te potrebbe fare bene nel futuro?
“Mio fratello Giovanni!”
gianluca.santo@olimpiazzurra.com
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