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Golf: Molinari e Manassero in cerca di gloria alla World Cup

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A Melbourne è tempo di World Cup (montepremi $ 8.000.000). La manifestazione golfistica per Nazioni torna sotto i riflettori e lo fa con un vestito nuovo, estremamente diverso per criteri di selezione e format di gara. Da quest’anno, ad affiancare la consueta e storica competizione a squadre sarà in palio anche il titolo individuale, che ritorna a distanza di quattordici anni dall’ultima volta, quando ad imporsi fu Tiger Woods. Proprio gli Stati Uniti, con Matt Kuchar e Gary Woodland, sono gli attuali detentori della Coppa, conquistata nel 2011 in Cina.

I sessanta giocatori presenti in Australia sono stati decisi attraverso il ranking mondiale, con i primi 15 al mondo qualificati di diritto e, a seguire, due golfisti per Nazione che non avesse già giocatori iscritti. Tra i principali candidati alla conquista del titolo rientrano senza dubbio i padroni di casa, rappresentati da Adam Scott e Jason Day, entrambi destinati a giocare dei ruoli da protagonista anche nell’individuale. Si presentano con le giuste credenziali per aspirare al successo anche la Spagna di Miguel Angel Jimenez e Rafa Cabrera-Bello, la Francia di Victor Dubuisson e Grégory Bourdy, l’Irlanda di Graeme McDowell e Shane Lowry, il Sudafrica di Branden Grace e George Coetzee e, naturalmente, gli Stati Uniti ancora di Kuchar e, questa volta, di Kevin Streelman. Forte, ma un gradino sotto le altre, anche la candidatura italiana, con Francesco Molinari e Matteo Manassero alla ricerca di un’impresa che faccia rivivere le emozioni del 2009, quando i fratelli Molinari misero tutti in riga e conquistarono uno straordinario successo. Ripetersi appare chimerico, anche se l’ottima condizione mostrata da Chicco potrebbe trascinare la coppia d’oro del golf italiano quantomeno ad una soddisfacente prestazione. Proprio il torinese, inoltre, ha tutte le carte in regola per poter ambire ad un piazzamento importante nel torneo individuale, mentre Matteo ha dimostrato di non attraversare un periodo di forma adeguato per puntare ad un risultato di prestigio.

Oltre alle sopraccitate, saranno in gara anche la Danimarca (Thomas Bjorn e Thorbjorn Olesen), la Svezia (Peter Hanson e Jonas Blixt), l’Inghilterra (Tom Wood e Danny Willett), la Corea del Sud (K.J. Choi e Sang-Moon Bae), la Scozia (Stephen Gallacher e Martin Laird), la Thailandia (Kiradech Aphibarnrat e Prayad Marksaeng), la Germania (Marcel Siem e Maximillian Kieffer), il Brasile (Adilson Da Silva e Alexander Rocha), il Giappone (Ryo Ishikawa e Hideto Tahihara), il Portogallo (Ricardo Santos e Jose-Filipe Lima), l’Olanda (Robert-Jan Derksen e Tim Sluiter), l’India (Gaganjeet Bhullar e Anirban Lahiri), il Canada (David Hearn e Brad Fritsch), la Finlandia (Mikko Korhonen e Roope Kakko), la Cina (Ashun Wu e Liang Wen-Chong), l’Argentina (Emiliano Grillo e Fabian Gomez), il Cile (Felipe Aguilar e Mark Tullo), la Nuova Zelanda (Tim Wilkinson e Michael Hendry) e le Filippine (Tony Lascuna e Angelo Que). Gareggeranno solo per il titolo individuale il belga Nicolas Colsaerts, il fijano Vijay Singh, lo zimbawese Brendon de Jonge, l’austriaco Bernd Wiesberger, il gallese Stuart Manley, il norvegese Espen Kofstad, il messicano Oscar Frausto e Siddikur Rahman del Bangladesh.

 

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

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