Rugby
Rugby: Italia-Fiji, l’imperativo è vincere per rialzare la testa
Da Italia-Fiji a… Italia-Fiji. Dall’ultimo precedente contro i Pacifici, nel novembre 2010, sono ormai passati tre anni. Quasi un’eternità, se si pensa ai recenti progressi dell’Italrugby, a piccoli passi proiettata verso una nuova era da un anno a questa parte. Ma, come spesso accade nei percorsi di crescita, anche la Banda Brunel è incappata in alcuni incidenti lungo il proprio cammino che ne hanno rallentato bruscamente la corsa. E per ripartire, ora, sembra essere necessario qualche passo indietro, per riappropriarsi di quella voglia di vincere che fu la chiave di volta per scardinare le resistenze figiane tre anni fa.
Quella squadra, allenata da Nick Mallett, puntò tutto su difesa, mischia e – soprattutto – coraggio e determinazione, riuscendo a sopraffare gli isolani con un’impetuosa rimonta nel secondo tempo. Come quell’Italia, anche la Banda Brunel è chiamata a dare risposte convincenti sul campo, in primis dal punto di vista della concentrazione e della forza di volontà, venuta a mancare contro l’Australia. Perché allo Stadio Zini di Cremona gli azzurri non potranno permettersi un’altra sconfitta, deleteria per il morale e per l’autostima dell’intero gruppo, obbligato a scacciare via la parola ‘crisi’, al momento solo un fantasma ma che si aggira minaccioso intorno a Parisse&co. Vietato sbagliare insomma, anche a scapito del gioco e della ricerca di fasi offensive con maggiore brio e fantasia. Come mai nella gestione-Brunel, questa volta non esisterà altro che la vittoria, sia per i segnali da lanciare in vista dei prossimi impegni che per l’avversario ampiamente alla portata degli azzurri, sulla carta favoriti nonostante l’imprevedibilità e la potenza fisica della nazionale isolana.
Come contro l’Australia, da tenere d’occhio saranno in particolare i trequarti avversari, potenzialmente devastanti atleticamente e tecnicamente, tutti (o quasi) in grado di spezzare una difesa italiana apparsa tutt’altro che irresistibile al cospetto dei Wallabies. Gli errori evidenziati sabato scorso, se ripetuti, spalancherebbero le porte all’irruenza fisica di colossi come Nalaga, Nagusa e Nadolo che, imbeccati dalla sapienza di Bai all’apertura, non avrebbero problemi a creare scompiglio nella linea difensiva azzurra, obbligata a riscattarsi a suon di placcaggi, quelli che sono terribilmente mancati una settimana fa. Dall’intensità e dall’organizzazione difensiva, infatti, dipenderà gran parte della prestazione azzurra, per gettare delle basi di conquista territoriale con cui colpire poi la retroguardia figiana, attaccabile dall’Italia imponendo il proprio gioco e logorando nel breakdown e – si spera – con la mischia le resistenze pacifiche che, alla lunga, potrebbero regalare metri e numerosi calci di punizione. La scelta di Orquera, nonostante l’apertura zebrata non spicchi per fisicità e doti da placcatore indispensabili per fermare Fiji, con queste ragioni assume un suo preciso significato, alla luce delle buone percentuali al piede di Luciano. E per avere la meglio dei figiani, ogni occasione dovrà essere capitalizzata.
Che sia una partita da vincere lo si nota anche dalle scelte di formazione, con moltie ben pochi esperimenti, nonostante si tratti di un test match. Il ritorno tra i titolari di Giovanbattista Venditti – quasi sempre utilizzato da Brunel – e di Gonzalo Canale, in tribuna contro l’Australia, non può che vertere in questo senso, così come le presenze di un voglioso Mauro Bergamasco (l’unico vero fetcher insieme a Favaro, infortunato) e di Quintin Geldenhuys, giocatore fondamentale in match da autoscontri del genere. Finalmente titolare anche Leonardo Ghiraldini, tra i migliori tallonatori d’Europa e uno dei leader ‘silenziosi’ del gruppo insieme a Zanni, uno di quelli che vorresti sempre in campo a dare battaglia e che inevitabilmente innalza il livello di gioco. Meno ‘silenziosi’, ma leader assoluti, Sergio Parisse e Martin Castrogiovanni: per loro, domani, sarà il Cap numero 100, un traguardo per pochi eletti e solo per fenomeni veri. E occasione più ghiotta per festeggiarli con un successo non ci poteva essere. Anche perché vincere, domani, sarà l’unica cosa che conterà.
Italia: 15 Luke McLean; 14 Giovambattista Venditti, 13 Gonzalo Canale, 12 Luca Morisi, 11 Tommaso Iannone; 10 Luciano Orquera, 9 Edoardo Gori; 8 Sergio Parisse (capt), 7 Mauro Bergamasco, 6 Alessandro Zanni; 5 Valerio Bernabo, 4 Quintin Geldenhuys; 3 Martin Castrogiovanni, 2 Leonardo Ghiraldini, 1 Michele Rizzo
A disposizione: 16 Davide Giazzon, 17 Matias Aguero, 18 Lorenzo Cittadini, 19 Joshua Furno, 20 Manoa Vosawai, 21 Tobias Botes, 22 Tommaso Allan, 23 Michele Campagnaro
Fiji: 15 Metuisela Talebula; 14 Timoci Nagusa, 13 Asaeli Tikoirotuma, 12 Nemani Nadolo, 11 Napolioni Nalaga; 10 Serenaia Bai, 9 Nemia Kenatale; 8 Sakiusa Matadigo, 7 Akapusi Qera (c), 6 Dominiko Waqaniburotukula; 5 Wame Lewaravu, 4 Apisai Naikatini; 3 Setefano Somoca, 2 Viliame Veikoso, 1 Jereremaia Yanuyanutawa
A disposizione: 16 Seremaia Namaralevu, 17 Campese Ma’afu, 18 Manasa Saulo, 19 Sisa Koyamaibole, 20 Malakai Ravulo, 21 Nikola Matawalu, 22 Waisea Luveniyali, 23 Adriu Delai
Calcio d’inizio alle ore 16:00, diretta su Sky Sport 2.
daniele.pansardi@olimpiazzurra.com
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