Sci Alpino
Nazionale slalom: garanzia Thaler, ma gli altri?
Alla fine è sempre lui, il meno atteso, a salvare la baracca. Patrick Thaler è come il vino: invecchiando, migliora. Trentacinque anni compiuti a marzo, il carabiniere di Sarentino ha iniziato a “girare forte” da over trenta, insediandosi stabilmente tra i primi 10-12 dello slalom. Un solo podio per lui, ottenuto sulla Ganslern di Kitzbühel quattro anni fa, ma un’ottima serie di piazzamenti subito a ridosso, come il sesto posto di domenica a Levi.
Forse, il fatto di non aver mai avuto gli exploit degli altri compagni di nazionale lo fa considerare meno degli altri. SI pensa sempre a Razzoli, campione olimpico, a Deville e Gross, capaci di macinare podi, a Moelgg, il miglior interprete azzurro delle prove tecniche nell’ultimo decennio: Thaler non ha il loro curriculum e soprattutto fa pochi proclami. Poche parole, tanto lavoro e risultati che non mancano mai: basti pensare che al momento, dopo le prime quattro gare stagionali, è lui il primo sciatore italiano ad aver strappato il pass per le Olimpiadi di Sochi.
E veniamo agli altri. A quelli che, appunto, si immaginano davanti a Thaler, ma stavolta (e non solo stavolta) ne sono finiti ben distanti. Solo alcune sequenze della seconda manche di Manfred Moelgg, terminata anzitempo, sono da salvare: perché in quei passaggi si è vista l’aggressività, la voglia di fare e di rischiare. Quella che ha messo in mostra anche Thaler, sbagliando e magari perdendo il podio proprio per via di questi errori. Gli altri sono stati abulici, spenti, non pervenuti. Gross vale molto di più di un sedicesimo posto e Razzoli molto, ma molto di più di un ventunesimo: e hanno chiuso in queste posizioni non per errori plateali, ma proprio perché sembravano quasi impauriti, intimoriti da una pista che peraltro non è certo tra le più impegnative del circo bianco. Anche Cristian Deville è sembrato molto lontano dai suoi standard, mentre dai giovani, per quanto non debbano certo essere loro a portare risultati sin da subito, ci si poteva attendere, come ha detto lo stesso Claudio Ravetto, qualcosina in più.
Intendiamoci, siamo solo al primo slalom della stagione e i bilanci si fanno a marzo, non certo a novembre: c’è tempo e modo per invertire la tendenza. Però quella che doveva essere l’annata del riscatto per una squadra di slalom che potrebbe potenzialmente esprimere cinque dei primi dieci al mondo, non è certo incominciata nel verso giusto. Magari l’esempio del veterano Thaler spronerà i compagni ad avere un po’ più grinta in futuro.
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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com
pizzoumbro
19 Novembre 2013 at 12:03
Un disastro anche qui,sempre peggio!!!!