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Rugby | Italia-Fiji, le pagelle: McLean on fire, sicurezza Campagnaro

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L’Italia torna a vincere contro le Fiji ma è ben lontana dal convincere. Gli azzurri dominano per larghi tratti del match, ma si disuniscono non appena i figiani contrattaccano e puntano con decisione la metà campo italiana, con conseguenti brividi per una possibile – e pazzesca – rimonta finale. Le pagelle.

Luke McLean, 7: l’italo-australiano è uno dei pochi ad aver confermato i progressi dell’ultimo anno. Lo si nota dalla precisione nel gioco tattico, dall’incisività delle sue corse in mezzo al campo e dalla fase difensiva, quasi sempre attenta e puntuale. Una rarità in tempi come questi. La sua tecnica e il suo tempismo sono imprescindibili al momento per Brunel.

Giovanbattista Venditti, 5: qualche discreta giocata nel primo tempo, poi il nulla. Nella ripresa di fatto sparisce dal campo, in fase offensiva come in quella difensiva. Un ritorno tutt’altro che soddisfacente.

Gonzalo Canale, 6: inserito da Brunel per rafforzare la difesa, fa sentire tutta la sua esperienza contro i colossi figiani specialmente nel primo tempo, con qualche sortita degna di nota anche in attacco. Nella ripresa va maggiormente in difficoltà, rendendosi quasi mai protagonista in attacco.

Luca Morisi, sv.: paga l’eccessiva irruenza di un placcaggio figiano. Costretto ad uscire dopo 10′.

Tommaso Iannone, 6,5: la verve del talento di casa Zebre è un fattore specie nel primo tempo, con alcune interessanti iniziative personali che fanno traballare la retroguardia figiana. Si batte senza paura anche in difesa con buoni risultati. In costante crescita.

Luciano Orquera, 6,5: eccezion fatta per due calci insolitamente non piazzati, il mediano delle Zebre fa capire una volta per tutte chi sia il titolare della maglia n° 10. Fa girare con sapienza la squadra, rendendo ordinata una manovra spesso confusionaria nel tentativo di aggirare la difesa avversaria. Brillante, al solito, l’intesa con capitan Parisse.

Edoardo Gori, 5,5: un passo indietro rispetto al buon match disputato contro l’Australia. Poca lucidità di pensiero e poche scelte azzeccate nello smistamento degli ovali dalla base, che mettono spesso in difficoltà i portatori di palla azzurri.

Sergio Parisse, 7: il capitano festeggia i 100 cap con una sontuosa prestazione, da leader vero. E’ lui a trascinare gli azzurri nel momento di massima spinta, alla ricerca della meta che suggellasse la quadrupla superiorità numerica. La mente di questa squadra, di fatto, è proprio lui. Sporca la sua partita con quell’ingenuo cartellino giallo sul finale, che aumenta le sofferenze azzurre.

Mauro Bergamasco, 6: senza luci e senza ombre il match del flanker azzurro, una presenza fissa nel breakdown e nelle sue zone di competenze. Svolge il compitino diligentemente, ma senza andare oltre.

Alessandro Zanni, 7,5: Iron Man non si smentisce mai e tira fuori dal cilindro un’altra super prestazione. E questa volta, rispetto ad una settimana fa, soffre meno e risulta essere maggiormente abrasivo nelle collisioni, in cui domina qualunque avversario gli si ponga davanti. Inossidabile, indistruttibile. Un patrimonio per il rugby italiano.

Valerio Bernabò, 6: un’onesta partita per il seconda linea trevigiano, maestro dei lineout contro i disorganizzati figiani. Nel gioco aperto si fa sentire meno, ma rimangono le buone impressioni sul suo operato.

Quintin Geldenhuys, 6,5: un trattore quando decide di spingere in campo aperto, un disturbo costante nei raggruppamenti avversari. Pedina apparentemente minuscola ma fondamentale dello scacchiere italiano.

Martin Castrogiovanni, 6: il pugno che, probabilmente, lo costringerà a saltare il prossimo match contro l’Argentina gli costa mezzo voto in meno. Per il resto, l’altro ‘centurione’ azzurro (centesimo cap anche per lui) guida prepotentemente la rediviva mischia azzurra e si rende utile anche nel gioco aperto.

Leonardo Ghiraldini, 7: impossibile da fermare per la difesa figiana, costretta a concedere metri su metri ogni qualvolta il Ghira tentava di sfaldare le linee di difesa ospiti. Fondamentale il suo ritorno dal primo minuto, che consolida ulteriormente la touche e la maul.

Michele Rizzo, 6,5: si riscatta mestamente dell’insufficiente prestazione di una settimana fa. In mischia ara perfettamente ad ogni ingaggio, facendo svanire fin da subito le speranze del suo dirimpettaio figiano.

Davide Giazzon, 5,5: l’unica touche persa dell’Italia scaturisce da un suo lancio tutt’altro che perfetto. Nel complesso, non riesce ad avere il giusto impatto sulla partita perlomeno in fase offensiva, mentre in difesa cerca di far sentire il suo peso.

Matias Aguero, 6: conferma di poterci stare in una nazionale come l’Italia. Solido ed efficace in mischia, quando è chiamato in causa nel gioco aperto offre buone risposte.

Lorenzo Cittadini, 6,5: la differenza tra lui e Castro, ormai, si è assottigliata quasi completamente. Altra ottima prestazione uscendo dalla panchina per il pilone trevigiano, una garanzia.

Joshua Furno, 6,5: solo 10 minuti giocati, ma con che intensità e con che grinta. Recupera l’ovale della vittoria nella ruck all’80’. L’ennesimo segnale lanciato a Jacques Brunel che, a questo punto, potrebbe non ignorarlo…

Manoa Vosawai, 6,5: il figiano Made in Italy ha un ottimo impatto sul match, condito anche dalla pregevole meta servita su un piatto d’argento da Parisse.

Tobias Botes, 6: cerca di dare ulteriore brio alla manovra offensiva azzurra, riuscendoci anche con buoni risultati. Sbaglia alcune scelte tattiche in favore del gioco ‘champagne’, mentre sarebbe servito congelare l’ovale e nasconderlo agli avversari.

Tommaso Allan, 6: entra nel momento in cui inizia il blackout azzurro e comincia la massima pressione figiana. Quattro placcaggi in dieci minuti, uno score niente male alla luce del contesto in cui è maturato.

Michele Campagnaro, 7: è mancata soltanto la meta, per rendere l’esordio azzurro del giovane trevigiano ancor più magico. Un potenziale fuoriclasse il trequarti classe ’93, che al primo cap ostenta già una sicurezza da veterano in ogni movimento ed in ogni giocata. Un talento da coltivare con cura.

All. Jacques Brunel, 5: sul piano della determinazione si sono evidenziati sostanziali miglioramenti, ma sulla difesa continua a pendere un punto interrogativo grosso quanto una casa. Inoltre, non si comprendono scelte tattiche come quella di continuare a giocare a viso aperto contro una squadra letale nelle ripartenze come i figiani, quando con le fasi statiche il match sarebbe potuto scivolare via con molta più tranquillità di quanto avvenuto.

 

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

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