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Boxe: Clemente Russo e l’apoteosi Mondiale

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E’ una tarda serata del giorno 11 agosto 2012. Londra, il teatro olimpico. Clemente Russo ha da qualche momento perso la medaglia d’oro nella finale del torneo di pugilato, per la categoria -91 Kg, contro l’ucraino Oleksandr Usyk e negli appassionati italiani c’è delusione e forse un po’ di rassegnazione per aver visto uno dei più grandi pugili nostrani concludere la sua carriera a cinque cerchi, senza la soddisfazione più importante: quella di diventare campione di Olympia.

Sembrano momenti difficili, ma Clemente è uno che le difficoltà le ha sempre prese a pugni e dentro di sè conosce il suo valore e la forza che lo accompagna; così, appena terminato l’incontro dichiara immediatamente di puntare a Rio, perchè dopo due secondi posti centrare l’oro è un sogno troppo grande che non può essere interrotto a 30 anni.

Qualcuno inizia a pensare che queste siano le solite frasi di circostanza. Quelle che si dicono quando si è stati sconfitti in un incontro importante. Ma quelli che parlano non hanno fatti i conti con Tatanka.

Il ragazzo di Marcianise, infatti, appena rientrato nel Bel Paese non perde un attimo di tempo e si rimette a combattere trascinando i Dolce e & Gabbana Thunder, la squadra italiana presente alle World Series of Boxing, ad un passo dalla vittoria finale nel circuito mondiale; poi ad inizio 2013 fissa un obiettivo nella sua testa: i Campionati del Mondo di Almaty.

Russo inizia allora a prepararsi, anche se un infortunio primaverile rallenta il suo cammino, e ad ottobre è pronto per risalire finalmente sul quadrato. I primi match non sono di una bellezza assoluta, complice un po’ di ruggine accumulata, ma le motivazioni e la grande esperienza spingono Clemente oltre gli ostacoli rappresentanti dal georgiano Guledani e dal danese Andreasen. Il meglio però deve ancora venire. Nei quarti si sbarazza del croato Čalić, mentre in semifinale ritrova sul suo percorso l’azero Mammadov, che supera come a Londra per volare in finale; nell’atto conclusivo, infine, tritura il russo Tishchenko imponendogli il suo pugilato tecnico e dinamitardo allo stesso tempo. Sorretto da una condizione fisica che fa sembrare Clemente più giovane di 10 anni.

E l’apotesi.

Il bis iridato dopo Chicago 2007. Un nuovo guanto di sfida lanciato agli scettici ed una promessa a chi in Tatanka ha sempre creduto e lo aspetta in Brasile, con la medaglia più pregiata al collo.

 

michele.cassano@olimpiazzurra.com

 

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