Rubriche

Cinque Cerchi di Neve: Franco Nones, il primo oro del fondo

Pubblicato

il

Il momento non propriamente esaltante che sta vivendo lo sci di fondo azzurro riaccende nei cuori degli appassionati i ricordi di epoche passate, di trionfi, di successi. Ma sarebbe troppo facile pensare a Stefania Belmondo, ai fratelli Di Centa, a Pietro Piller Cottrer e alla staffetta di Torino o Lillehammer: è più esaltante, invece, fare un passo indietro. A quando un ragazzo venuto dal Trentino spezza il predominio degli scandinavi e dei nordici, dei lapponi e dei sovietici. A Franco Nones, il più anziano oro vivente tra gli azzurri in trionfo ai Giochi d’Inverno.

Sono i tempi degli sci di legno, della passione pura che porta in giro per prati e boschi dell’incantevole Trentino: sono gli anni Cinquanta e Franco Nones da Castello di Fiemme, figlio del contadino e sindaco Lodovico, macina chilometri in solitudine. Inizia a vincere gare nazionali, con le insegne della Guardia di Finanza, e a farsi notare; la squadra  azzurra è diretta dal santone svedese Bengt Herman Nilsson, che sfodera una ricetta implacabile per alzare il livello dei suoi ragazzi: portarli nella tana del lupo, in Scandinavia, per lunghi inverni. E allenarsi, lavorare, vivere come fanno gli svedesi, i finlandesi e i norvegesi. Studiarli in ogni dettaglio. Tant’è che Franco si fa notare nei luoghi più prestigiosi del fondo internazionale, da Holmenkollen a Rovaniemi, da Kuopio a Lahti.

Sono andato in Scandinavia a vedere come vivevano. Come si allenavano. E mi sono allenato con loro, con gli atleti nordici che avevano sempre dominato il fondo. A quel punto non c’era motivo perché non dovessi vincere“.

E Nones fa così, come ricorda nel libro “Storie di medaglie” di Giampiero Spirito. Bronzo nella staffetta ai Mondiali di Oslo 1966, assieme a Giulio De Florian, Gianfranco Stella e Franco Manfroi; mirino puntato, però, sul bersaglio grosso, su Giochi Olimpici di Grenoble 1968, ai quali Franco arriva all’età di 27 anni, nel pieno del suo fulgore agonistico. Arriva in Francia con la serenità nel cuore: è sbocciato l’amore tra lui e Inger, guarda caso svedese, e davvero non ci sono motivi perché non vinca. Il vice-brigadiere delle Fiamme Gialle, nella 30 km a cinque cerchi, parte fortissimo: a un terzo di gara, gli altri sono già dietro a mezzo minuto. Sì, gli altri, gli svedesi, i norvegesi, i sovietici, i finlandesi. Quelli che hanno sempre vinto e dominato, quelli che lo sci di fondo si chiama sci nordico non per caso, e a chi viene dalle Alpi al massimo si lascia lo sci alpino. Non ha paura, Franco. Non trema nemmeno per un attimo, non perde un secondo. Resta in testa dai 500 metri dopo la partenza all’ultimo passo, all’urlo finale: ai 49”’ con i quali precede Odd Martinsen, padre della grandissima Bente Skari-Martinsen. Nones fa capire che il fondo non è più affare degli altri: la gloriosa tradizione degli sci stretti, infatti, esplode in Italia anche grazie al trionfo del finanziere trentino.

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter

marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version