Combinata nordica

Combinata nordica: quando una gara può invertire la rotta

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A volte basta uno squillo, un acuto, e tutto cambia. E’ quello che auguriamo possa accadere alla nazionale di combinata nordica: una squadra di sicuro talento, come l’Italia non l’ha mai avuta in tutta la storia di questa disciplina, reduce tuttavia da una stagione difficilissima. E anche l’avvio dell’annata olimpica non aveva lasciato buoni presagi…fino a sabato.

Sabato, infatti, una team sprint alla quale ci presentavamo con un’unica coppia, quella composta da Alessandro Pittin e Samuel Costa, ha portato in dote un clamoroso podio. Domenica, poi, Samuel Costa, unico qualificato alla Gundersen, ha colto i primi punti individuali della carriera. Forse in pochi si sarebbero aspettati il ventunenne poliziotto gardenese come miglior azzurro di queste prime gare stagionali, ma Costa, settimana dopo settimana, sembra regolarmente in crescita: è quello che salta meglio dal trampolino (non a caso, l’unico ad aver superato per due volte il Provisional Competition Round) e di questo ne fa merito ai tecnici che hanno insistito tantissimo, nella preparazione estiva, per migliorare il tallone d’Achille del salto in tutta la squadra; forse non è il fondista più forte del team, ma ieri ha recuperato una manciata di posizioni sugli sci stretti e sabato riusciva a seguire la scia dei migliori al mondo.

E poi c’è Pittin. Un Pittin irriconoscibile fino allo scorso weekend, lontano dal top della condizione: anche l’eliminazione nel PCR di venerdì e il salto della sprint non avevano destato una buona impressione. Sugli sci, però, si sono rivisti sprazzi del campione che tanto ha fatto per la nostra combinata nordica: lui stesso ha affermato come una prestazione del genere lo abbia convinto di aver definitivamente messo a posto la parte di fondo.Tuttavia, l’aspetto più bello del terzo posto di sabato è la carica morale che questo risultato può infondere ai due ragazzi e a tutti gli altri, che rientreranno in Coppa del Mondo dal prossimo fine settimana: a volte, lo sport è un sottile gioco psicologico. A volte, basta uno squillo e si recuperano le convinzioni perdute, e si ritrova sicurezza, e i miglioramenti vengono di conseguenza.

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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