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Ciclismo

ESCLUSIVA | Gioele Bertolini: “Obiettivo Campionati Italiani, e all’estero…”

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Gioele Bertolini, a 18 anni, è una delle promesse del fuoristrada italiano. Plurimedagliato tra Europei e Mondiali di Mountain Bike in estate, d’inverno si cimenta con ottimi risultati nel ciclocross. Dopo quattro tappe del Giro d’Italia abbiamo fatto il punto con il giovane e promettente valtellinese, che parla degli obiettivi per il resto della stagione e per il futuro.

Gioele, ci siamo incontrati poco tempo fa a Brugherio per la terza tappa del Giro d’Italia di ciclocross. Hai chiuso terzo, primo tra gli Under 23 e hai conquistato la maglia bianca. Soddisfatto della tua prestazione?

“Sono molto soddisfatto, di quella e delle altre gare del Giro d’Italia. Sono felice anche della conquista della maglia bianca e spero di tenermela stretta fino alla fine”.

Cosa si prova a far parte della Selle Italia – Guerciotti, una squadra che in Italia di fatto domina? Ti senti onorato?

“Stare nella Selle Italia Guerciotti ti dà una sicurezza incredibile perché sai di avere il meglio dei materiali ed anche il personale è ottimo. Qui pensi solamente alla gara nella tranquillità più assoluta. Per me è un onore stare in questa squadra in cui ci sono stati grandi campioni e ci sono tutt’ora!”
Il Giro d’Italia, quest’anno, sta facendo numeri fantastici. E, alle corse, spesso c’è veramente molto pubblico. Anche voi atleti avete questa sensazione?

Sì, il Giro d’Italia ciclocross anno dopo anno sta conquistando spazio dai media ed anche la gente sta conoscendo di più il ciclocross e viene sempre più in massa alle gare”.

In che modo, secondo te, il ciclocross potrebbe avere un risalto mediatico maggiore, e magari essere considerato maggiormente da TV e testate generaliste?

“Come tutto se ci sono i risultati i media ne parlano, la tv un po’ meno però con la pubblicità che si sta facendo in Italia e il crescere di giovani che praticano ciclocross sono convinto che si guadagnerà anche maggior spazio”.

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi per la stagione?

L’obiettivo principale sarà il Campionato Italiano anche se ci tengo a ben figurare nelle gare internazionali e Coppe del mondo”.

Quali, invece, gli obiettivi per i prossimi anni?

“Nei prossimi anni mi auguro di crescere ancora tanto e di combattere alla pari con belgi ed olandesi che la fanno da padroni nel ciclocross”.

Hai mai pensato di passare all’attività su strada?

“Ogni tanto ci penso ma più per fantasia di dire ‘e se al posto che un biker fossi stato uno stradista?’ Poi però mi rendo conto di quanto sia bello impennare, saltare e correre nei boschi e nei prati…”

Qual è, a tuo parere, l’emozione più bella suscitata dal cross?

“Quando arrivi a braccia alzate all’arrivo dopo una giornata con condizioni estreme quali neve, fango e ghiaccio..”

Fino a questo momento qual è stato il giorno più bello della tua giovane carriera?

“Ce ne sono stati tanti.. ora direi il 2 posto al Campionato Europeo di Mountain Bike perché ho provato a vincerlo con tutte le mie forze e ci è mancato davvero poco.”

Durante le gare, preferisci affrontare gli ostacoli sempre rimanendo sulla bicicletta, mentre altri scelgono di portare la bici in spalla. Per quale motivo adotti questa tattica?

“Preferisco utilizzare questa tecnica perché non interrompo la pedalata e saltandoli sulla bicicletta si è più veloci in alcune circostanze o comunque sono alla pari con chi li fa a piedi”.

Quali credi che siano i tuoi punti di forza e i tuoi punti deboli? In che modo vorresti lavorare su questi?

“Il mio punto di forza è la tecnica e l’agilità, mentre il mio punto debole è la forza ma ci sto lavorando con degli esercizi specifici e con il tempo migliorerò questa mia debolezza”.

Ovviamente, un’attività intensa come quella che pratichi tu, ti costringe ad alcune rinunce. Come vivi questa situazione, magari non potendo uscire con gli amici per una birra e cose del genere?

“Diciamo che non esco magari il sabato sera ad andare in discoteca ma per uscire a bere una birra con gli amici non si dice di no”. 

Come è nata la passione per la bici?

“Mi sono appassionato per caso, un giorno d’estate, e da lì a poco c’era la gara del paese ed è stato amore a prima vista. Poi da li ho proseguito grazie a campioni che avevo davanti tipo Silvestri, Damiani e Gavazzi”.

Spesso, il ciclismo viene associato al doping. Tu come vedi questo rapporto dall’interno?

“Questo purtroppo è quello che vogliono far credere alla gente che non lo conosce veramente. Il ciclismo è uno degli sport più controllati al mondo, è durissimo quindi è ovvio che c’è lo scemo del gruppo che vuole trovare la scorciatoia usando il doping.. Ma il ciclismo non è tutto così! “

gianluca.santo@olimpiazzurra.com

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