Freestyle
Freestyle: l’Italia cresce, Scanzio e Thanei guidano la riscossa azzurra
Italia, Paese di poeti, scrittori e navigatori. Nel weekend d ieri, si dovrebbe aggiungere anche popolo di freestyler! Sabato e domenica, infatti, sono arrivati segnali incoraggianti dal freestyle, una delle discipline di più recente introduzione nel programma ai Giochi Olimpici Invernali dove l’Italia non è mai salita sul podio. Salvo miracoli la medaglia non arriverà nemmeno a Sochi ma i risultati ottenuti dagli azzurri nei moguls e nello skicross danno qualche speranza per il futuro.
Cominciamo dallo skicross maschile. In Val Thorens, località sciistica del comprensorio Les Trois Vallées, ben quattro azzurri sono riusciti a centrare la zona punti: Stefan Thanei, Diego Castellaz, Marco Tomasi e Francesco Mauriello. Dopo una carriera passata nello sci alpino, in cui come miglior risultato ha ottenuto un ottavo posto nella discesa libera di Kitzbuehel del 2009, Stefan Thanei ha chiuso 12°. Il 32enne altoatesino, da quando ha deciso di cimentarsi sulle piste modellate artificialmente tra un alternarsi di salti, dossi e curve paraboliche, non era mai riuscito a entrare tra i migliori 20. Il lavoro dell’allenatore Massimiliano Iezza, il miglior azzurro della storia dello skicross insieme a Karl Heinz Molling, comincia a dare i suoi frutti.
Spostando l’attenzione sulle gobbe, l’Italia ha ritrovato Deborah Scanzio. La rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, le lesioni al menisco e al legamento interno collaterale sono acqua passata. A Ruka il bronzo mondiale di Madonna di Campiglio 2007 ha ritrovato le sensazioni dei giorni migliori come spiega lei stessa sul suo sito deborahscanzio.com:
“Durante la qualifica ero un po’ nervosa, ci tenevo a fare una discesa come in allenamento, ma sapendo che nel nostro sport basta un attimo per ritrovarsi fuori dai giochi, ero tesa. Malgrado una run con un primo salto al di sotto del mio potenziale e una sciata un po’ troppo controllata e con delle sbavature, non ero distante dalle migliori nel punteggio.
In finale, come sempre, ero molto più rilassata e il mio obiettivo era fare una discesa veloce, aggressiva e migliorare il primo salto. Quest’ultimo punto purtroppo non è andato nuovamente come desideravo. I due peggiori back li ho eseguiti in qualifica e finale. Ma il tempo e l’aggressività c’erano. Ho fatto il secondo miglior tempo delle donne. Purtroppo però, in tecnica non ho ricevuto i punti sperati, un po’ per un errore alla ripresa del primo salto, e un po’ per altre piccole sbavature. Credo comunque che avrei meritato qualche decimo in più, ma sicuramente, qualificarsi in una miglior posizione aiuterebbe a prendere qualche punto in più in finale; a me dunque il compito di sciare meglio anche al mattino.
Sono abbastanza contenta del risultato, ci tenevo a fare una buona prestazione per farmi un’idea del mio valore “post-infortunio”. Direi che le buone sensazioni che avevo durante l’estate e alla vigilia della gara sono state confermate. Assieme a tutto lo staff abbiamo svolto un buon lavoro e la strada per ottenere buoni risultati è quella giusta, basta continuare a migliorarsi costantemente”.
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francesco.drago@olimpiazzurra.com