Golf
Golf: Wentworth, il regno di Matteo Manassero
Vincere a soli 20 anni il torneo più importante dell’European Tour non può essere una casualità, così come non può esserlo vincere quattro gare in quattro anni e consacrarsi già tra i grandi del circuito. Ma Matteo Manassero non è un talento qualunque, ma una stella che ha illuminato solo in parte la scena golfistica mondiale. E dopo gli antipasti serviti in Spagna, in Malesia e a Singapore, il veronese ha servito il primo succulento piatto al BMW PGA Championship, imponendosi come solo i grandi campioni sanno fare. Non un successo banale e non poteva essere altrimenti, ottenuto nel tempio del golf inglese, Wentworth Club.
Che dovesse essere un torneo di stampo italiano lo si era capito sin dalle prime battute, con tre italiani nella top ten all’inizio del terzo round: i fratelli Molinari e, per l’appunto, un Manassero in palla durante tutto l’arco delle quattro giornate. Mentre i torinesi hanno ceduto il passo nel corso del terzo round (Francesco) e nell’ultimo (Edoardo), Matteo ha mantenuto nervi saldi e grande qualità nei colpi nonostante le difficoltà del campo e ha visto cadere uno dopo l’altro alcuni dei principali pretendenti al titolo, uno su tutti Lee Westwood. Tutti tranne due, Marc Warren e Simon Khan, con quest’ultimo che ha atteso il veronese e lo scozzese in club house dopo un sorta di match play lungo cinque buche tra i due. Inevitabile il playoff, con Warren subito fuori. Poca freddezza per lo scozzese, la stessa invece pienamente in possesso di Manny, inscalfibile e chirurgico durante tutte le buche di spareggio. Un percorso senza errori, nemmeno quelli più veniali, una sicurezza ‘omicida’ per le speranze di Khan, buca dopo buca sempre meno preciso, fino all’errore decisivo alla quarta buca del sudden death. Porte spalancate per Matteo, che non ha fatica ad entrare di diritto nella storia del golf e dell’European Tour, una volta di più. Il resto della stagione non ha regalato particolari soddisfazioni al ragazzino, eppure una vittoria del genere non può considerata qualcosa di estemporaneo, ma solo il primo passo verso l’Olimpo.
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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com