Editoriali

‘Italia, come stai?’: Brignone e Pittin, campioni ritrovati

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Il borsino degli sport invernali azzurri verso le Olimpiadi di Sochi 2014.

IN CRESCITA

Sci alpino (gigante femminile): abbiamo ritrovato la magia di Federica Brignone. La sciata della 23enne aostana ammalia, incanta, fa sognare ad occhi aperti. Un talento purissimo, di nuovo splendente dopo un anno di assenza per un fastidioso infortunio. Con l’assenza della francese Tessa Worley e la tedesca Viktoria Rebensburg frenata sinora da acciacchi fisici, l’azzurra, per classe e talento, al momento è la miglior interprete al mondo nei tratti tecnici del gigante. Il problema è rappresentato dai piani, dove Federica, dotata di una muscolatura più esile rispetto alle rivali (“Anche se faccio pesi, non riesco a mettere massa“, ci confessò), paga dazio rispetto ad atlete possenti come Riesch, Weirather e Maze. La pista delle Olimpiadi di Sochi ricalcherà per buona parte quella della Val d’Isere. Comunque vada, in gigante abbiamo ritrovato una sicura carta da medaglia.

Combinata nordica: sono bastati dei salti ‘normali’ ad Alessandro Pittin per tornare nella top10 di questa disciplina. Inutile nasconderlo, il 23enne friulano è il migliore in assoluto sugli sci stretti, probabilmente alla pari con il norvegese Magnus Moan. Il podio nel team-sprint di Seefeld ha dato morale e la condizione dell’azzurro cresce a vista d’occhio, anche dal trampolino piccolo. In vista delle Olimpiadi, Pittin dovrà porsi un unico obiettivo: piazzare in Russia un salto che gli consenta di partire con un gap di 40-45″ dalla vetta. A quel punto tutto sarebbe possibile.

IN CALO

Sci alpino: Brignone a parte, il fine settimana non ci ha riservato grossi motivi di soddisfazione. In Val Gardena, al di là dei risultati, possiamo tirare un grosso sospiro di sollievo per gli incidenti di Dominik Paris e Matteo Marsaglia che, fortunatamente, si sono rivelati non gravi. Nei tratti di scorrimento, tuttavia, gli azzurri sono lontani dai migliori, Paris a parte. Dopo un avvio di stagione sottotono, ci attendiamo poi dei segnali da parte di Christof Innerhofer: con Bormio inizieranno le ‘sue’ discese, che ci diranno con quali ambizioni il 29enne altoatesino potrà presentarsi ai Giochi Olimpici. Brusco passo indietro per i gigantisti, tornati purtroppo sui consueti standard su una pista ed una tracciatura più convenzionali rispetto alla Val d’Isere.

Snowboard: l’Italia del cross è uscita con le ossa rotte da Lake Louise, pista che si è rivelata indigesta. Eppure la squadra, sia al maschile che al femminile, è altamente competitiva ed esistono fondati motivi per sperare in un pronto riscatto sin dai prossimi appuntamenti.

Salto con gli sci femminile: da squadra di vertice, in campo femminile abbiamo subito una palese involuzione, tanto che appaiono sempre più visibili le similitudini con il settore maschile. Evelyn Insam, stabilmente tra le top10 nella passata stagione, per due volte di fila non si è qualificata per la seconda manche, sorte toccata a tutte le azzurre nella prima competizione disputata a Hinterzarten. Poco meglio il giorno dopo, con Elena Runggaldier sedicesima, ma le prime posizioni sono ormai lontane.

Sci di fondo: niente da fare, in tecnica classica il gap dell’Italia dalle nazioni leader non solo non diminuisce, ma pare addirittura diventare ogni anno più ampio. Non qualificare neppure una squadra per le finali del team-sprint spiega bene la situazione meglio di tante parole…

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