Editoriali

‘Italia, come stai?’: sci, non possiamo fare a meno di Paris

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Il fine settimana appena trascorso ha emesso un verdetto che, in qualche modo, era nell’aria sin dalla vigilia: la nazionale italiana di sci alpino, per quanto riguarda il settore della velocità, non può fare a meno di Dominik Paris.

A Bormio, pur sciando in maniera brillante e con la consueta classe dei tratti più tecnici, Christof Innerhofer non è andato oltre un sesto posto, complice una neve da accarezzare, su cui storicamente non si è mai sentito a proprio agio. E’ proprio questo il punto: i vari Innerhofer, Fill e Heel sono certamente degli sciatori eccellenti, dei campioni, come testimoniano i rispettivi palmares. Eppure i tre azzurri citati rendono davvero al massimo solo in presenza di talune condizioni, tra cui due in particolare: un tracciato severo ed esigente e, soprattutto, un manto nevoso compatto, meglio ancora se ghiacciato.
E’ molto probabile, tuttavia, che le condizioni che gli atleti troveranno alle Olimpiadi di Sochi siano le stesse di Bormio. La vicinanza dal mare ed un inverno mite fanno pensare che in Russia si potrebbe gareggiare su neve molle, oltretutto su una pista che, salvo l’impegnativa parte alta, premierà gli scivolatori.
Ecco spiegata, dunque, l’imprescindibilità di Dominik Paris. Il 24enne altoatesino è certamente il nostro alfiere più completo, capace di adattarsi a qualsiasi condizione e con un’innata dote nel saper far correre lo sci anche nei piani. Paris rientrerà in gara a Wengen dopo l’infortunio subito in Val Gardena ed avrà tre discese a disposizione per ritrovare la forma migliore in vista dell’appuntamento a cinque cerchi.

In gigante le azzurre crescono a vista d’occhio, ma è bene sottolineare come a Lienz la selezione tricolore abbia trovato un pendio favorevole e, ancora una volta, l’amata neve ghiacciata. E’ innegabile come in queste condizioni l’Italia sia la squadra da battere, tuttavia, come già detto, a Sochi sarà un’altra storia. Inoltre, complice un assurdo criterio di assegnazione dei contingenti per nazione, il rischio è che in Russia potremo schierare solo due, massimo tre gigantiste (clicca qui per approfondire un regolamento sconcertante).

Per quanto riguarda lo sci di fondo, il Tour de Ski ha appena preso il via ed attendiamo la fine prima di sbilanciarci in un bilancio approfondito. L’incipit ha visto due note liete importanti: Federico Pellegrino e Gaia Vuerich. Il podio nella sprint del 23enne aostano potrebbe rappresentare una fondamentale svolta cruciale per tutta la squadra, autrice di uno dei peggiori avvii di stagione di tutti i tempi. Pellegrino a parte, infatti, anche le prime due tappe del Tour de Ski hanno offerto prestazioni negative, basti pensare al prologo dove il miglior azzurro, David Hofer, ha chiuso addirittura 49mo…
Talento annunciato da diverse stagioni, la 22enne Vuerich pare aver intrapreso la strada della definitiva maturazione. L’obiettivo a breve scadenza della giovane azzurra sarà quello di raggiungere l’elite di questa specialità, per poi provare in futuro la strada della polivalenza con le lunghe distanze.

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