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Judo, Grand Slam Tokyo: il Giappone è imperiale

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Il Giappone è ad oggi l’unico stato del mondo a portare ancora il nome di Impero, sebbene abbia perso tutti i suoi possedimenti dopo la seconda guerra mondiale: se politicamente, quindi, questa definizione resta più che altro formale, lo scors week-end i judoka nipponici sono stati realmente imperiali nel Grand Slam di Tokyo, dove hanno ottenuto 11 dei 14 titoli in palio.

Il Giappone, reduce da un mondiale non del tutto soddisfacente, anzi piuttosto deludente al femminile, ha messo sul tatami una schiera di 56 atleti, ben quattro per categoria, dimostrando tutta la propria forza d’urto. A sottolineare il dominio dei nipponici non ci sono soli i risultati delle punte della squadra, ma ciò che è risaltato è soprattutto la profondità del movimento ed il numero impressionante di judoka competitivi di cui è fornito questo Paese. Oltretutto la concorrenza internazionale era davvero elevata, vista la partecipazione di 334 judoka provenienti da 46 Paesi, con molti medagliati olimpici e mondiali.

I padroni di casa hanno impressionato su tutti i fronti, con atleti del calibro di Naohisa Takato (-60 kg) e Riki Nakaya (-73 kg) che hanno lasciato ben poco agli avversari. Grande prestazione anche per Takanori Nagase (-81 kg), che in finale ha battuto il campione mondiale Loïc Pietri (Francia). Tra le donne, l’interprete della categoria +78 kg, Megumi Tachimoto, è riuscita a vincere una competizione che vedeva la partecipazione di tutte le migliori del mondo, come la campionessa olimpica e mondiale Idalys Ortiz (Cuba), la brasiliana Maria Suelen Altheman o la francese Émilie Andéol.

Come se non bastassero le 27 medaglie giapponesi, il dominio asiatico è stato ribadito dal secondo posto nel medagliere della Corea del Sud, con un oro, quattro argenti e due bronzi. Forte di 21 atleti, la nazionale sudcoreana è salita sul gradino più alto del podio con un ritrovato Kim Sung-Min (+100 kg), che ha sconfitto l’argento mondiale Rafael Silva (Brasile). Già argento quest’anno a Parigi e vincitore del Grand Slam di Tokyo lo scorso anno, Kim dimostra di essere un atleta dal grande talento ma con poca continuità, visti i risultati molto altalenanti tra grandi successi e cocenti delusioni.

L’Olanda ringrazia Marhinde Verkerk (-78 kg) e ottiene il terzo posto nel medagliere, con l’oro della campionessa mondiale 2009 e l’argento di Kim Polling (-70 kg). L’ultimo oro è stato quello del ceco Lukáš Krpálek nella categoria -100 kg. Nella top 10 del medagliere sono finite anche Brasile, Francia, Mongolia, Stati Uniti, Canada e Georgia, con 16 Paesi che sono saliti almeno una volta sul podio.

Il Giappone ha dominato sia la classifica maschile che quella femminile: tra gli uomini ha preceduto Corea del Sud, Repubblica Ceca, Brasile e Francia; tra le donne ha fatto meglio di Olanda, Corea del Sud, Brasile e Stati Uniti.

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giulio.chinappi@olimpiazzurra.com

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