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Judo: l’Asia fa tredici al Grand Prix di Jeju

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Dopo il Grand Slam di Tokyo, dominato dai padroni di casa giapponesi senza mezzi termini, la Corea del Sud ha risposto presente in occasione del Grand Prix di Jeju. Nonostante la presenza di numerose squadre europee, alcune anche con judoka di alto livello, gli asiatici hanno conquistato ben 13 ori sui 14 in palio.

Come detto, a dominare la rassegna è stata la squadra di casa: la Corea del Sud, infatti, ha ottenuto ventidue medaglie, con ben otto ori. Tra i più attesi c’era certamente il 28enne Kim Jae-Bum, probabilmente il più forte judoka coreano in attività ed uno dei più forti di sempre. Il campione olimpico di Londra 2012, nonché due volte campione mondiale, non ha tradito le attese conquistando il primo posto nella categoria -81 kg nella quale ha costruito la maggior parte dei suoi successi. Diciamo la maggior parte, perché Kim aveva iniziato la sua carriera tra i -73 kg, categoria nella quale si laureò campione asiatico nel 2005 a Taškent (Uzbekistan), prima di ottenere altri quattro ori continentali nella sua categoria attuale.

Molto bene anche l’astro nascente Kim Won-Jin, medaglia d’oro tra i -60 kg. Il 21enne è reduce dalla sua migliore stagione, nella quale ha ottenuto due medaglie alle Universiadi, ma soprattutto l’argento ai Campionati Asiatici di Bangkok, in Thailandia, ed il bronzo iridato a Rio de Janeiro. L’atleta migliora così il suo risultato dello scorso anno, quando a Jeju fu argento.

Dopo i successi di Tokyo, il Giappone ha comunque ottenuto un ottimo secondo posto anche in terra sudcoreana, con tre ori, due argenti e tre bronzi. I nipponici, concentrati sulla prova casalinga, non hanno mandato dall’altra parte del Mar del Giappone atleti sulla carta di secondo piano, ma che si sono rivelati all’altezza della concorrenza. È il caso, in particolare, di Christa Deguchi (-57 kg), capace di avere la meglio su un’atleta esperta e titolata come la rumena Corina Caprioriu, che in bacheca vanta medaglie ad Europei, Mondiali ed Olimpiadi.

Due medaglie, entrambe d’oro, anche per la solita Mongolia, che ha ritrovato un grande Tüvshinbayar Naidan dopo una stagione un po’ in sordina. Il 28enne, campione Olimpico a Pechino 2008 ed argento a Londra 2012 nella categoria -100 kg, è tornato alla carica proprio nell’ultimo mese, con il bronzo di Tokyo e l’argento di Jeju. Dopo le Olimpiadi, infatti, non si era più visto per oltre un anno sui tatami internazionali.

L’unico oro europeo è arrivato grazie all’Ucraina, che di medaglie totali ne ha collezionate ben nove, seconda solo alla Corea del Sud in questa classifica. Nonostante la partecipazione di atleti titolati, come Georgij Zantaraja (-66 kg), campione mondiale a Rotterdam nel 2009 ma “solo” bronzo a Jeju, la vittoria è arrivata grazie ad un judoka che non figura tra i più conosciuti, Sergij Drebot. A 26 anni, Drebot ha infatti ottenuto la vittoria più importante della sua carriera, imponendosi nella categoria -73 kg, battendo tra l’altro un decano del tatami come lo spagnolo di origine giapponese Kiyoshi Uematsu.

Da notare anche la partecipazione del campionissimo greco Ilias Iliadis, oro olimpico ad Atene 2004 e due volte campione mondiale. Il 28enne, però, non è riuscito a regalare il successo al suo Paese nella categoria -90 kg, battuto per ippon nella finalissima dal sorprendente sudcoreano Gwak Dong-Han, già argento lo scorso anno.

La Corea del Sud ha anche dominato la classifica sia al maschile che al femminile: tra gli uomini ha preceduto Ucraina e Giappone, tra le donne Giappone e Mongolia.

#

 

NAZIONE

ORI

ARGENTI

BRONZI

TOTALE

1.

Corea del Sud (KOR)

8

6

8

22

2.

Giappone (JPN)

3

2

3

8

3.

Mongolia (MGL)

2

0

0

2

4.

Ucraina (UKR)

1

2

6

9

5.

Romania (ROU)

0

1

2

3

6.

Spagna (ESP)

0

1

1

2

7.

Grecia (GRE)

0

1

0

1

8.

Taipei cinese (TPE)

0

1

0

1

9.

Svezia (SWE)

0

0

3

3

10.

Russia (RUS)

0

0

2

2

11.

Germania (GER)

0

0

1

1

12.

Gran Bretagna (GBR)

0

0

1

1

13.

Serbia (SRB)

0

0

1

1

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Foto:IJF

giulio.chinappi@olimpiazzurra.com

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