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NBA: il racconto del 2013 degli azzurri

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In NBA non ci si ferma mai e anche nel periodo natalizio i nostri azzurri scenderanno in campo con le loro squadre, ma è comunque tempo di trarre un bilancio sulla stagione dei quattro giocatori italiani protagonisti oltreoceano. Un 2013 che ci ha portato il quarto portacolori, la prima vittoria in un turno dei playoff, qualche trasferimento importante e purtroppo anche degli infortuni che hanno pregiudicato l’intero anno.

Partiamo proprio da Danilo Gallinari e da un 2013 da dimenticare per il Gallo, che ad aprile si è procurato un infortunio al legamento del ginocchio, terminando con anticipo la stagione e pregiudicando l’Europeo con la maglia azzurra e l’inizio di quella nuova. Infatti il Gallo non ha ancora recuperato da questo problema e non si sanno ancora date ufficiali sul suo rientro in campo. Fino al giorno dell’infortunio, i primi mesi dell’anno erano stati davvero straordinari per Danilo, che era diventato l’uomo franchigia di Denver e con i suoi Nuggets si apprestava a vivere dei playoff da protagonista. La squadra di George Karl era considerata addirittura una delle outsider per la vittoria finale ad Ovest, ma dopo il ko del Gallo la situazione è precipitata ed è arrivata l’ennesima eliminazione al primo turno, questa volta ad opera dei Golden State Warriors. Un ko che ha portato ad una rivoluzione in Colorado: via il Gm Ujiri e soprattutto via George Karl e dentro come nuovo coach Brian Show. Tra i giocatori sono partiti anche Iguodala, Koufos e sono arrivati Robinson ed Hickson ed ora Denver si trova costretta a lottare per entrare tra le prime otto (ad oggi non sarebbe nei playoff), aspettando sempre il ritorno del Gallo.

L’MVP azzurro di questo 2013 non può che essere Marco Belinelli. La prima parte dell’anno vissuta in maglia Chicago Bulls ha portato il bolognese ad essere il primo giocatore italiano della storia a vincere una serie dei playoff. Con i Brooklyn Nets, Marco è grande protagonista in gara 6 e 7, dove trascina con due super prestazioni la squadra di coach Thibodeau in semifinale ad Est. La corsa dei Bulls si fermerà poi contro gli Heat, ma l’anno di Chicago resta davvero molto importante per la carriera del ragazzo nato a San Giovanni in Persiceto. Marco migliora tantissimo in difesa e cresce anche a livello di personalità, essendo più volte in quintetto nei momenti decisivi e prendendosi anche gli ultimi tiri per la vittoria. Poi arriva l’estate e il Beli è Free Agen e le offerte non mancano: alla fine arriva quella chiamata che non si può assolutamente rifiutare, perchè viene fatta dalla squadra che ha perso le ultime Finals all’ultimo tiro, i San Antonio Spurs. Una sfida affascinante e Marco, dopo un buon Europeo con l’Italia, si catapulta subito in questo nuovo ambiente ed esce un giocatore completamente nuovo. Questi primi mesi in maglia Spurs sono fantastici, perche il Beli diventa in poco tempo il miglior tiratore da tre dell’intera lega e il tiratore più migliorato rispetto alla scorsa stagione. In quintetto parte molte volte e addirittura scala le gerarchi di Popovich con grande velocità, spodestando quel Danny Green, che nelle ultime Finals fece impazzire Miami. L’anello è il grande obiettivo per San Antonio e per Marco questa può essere l’occasione della vita.

In estate è cambiata anche la vita americana di Andrea Bargnani, che dopo sei stagioni tra alti e bassi lascia Toronto per dirigersi a New York. L’ultima stagione con i Raptors per la prima scelta del Draft 2007 non è stata positiva, ma un infortunio al gomito ne ha pregiudicato l’esito. Un’annata storta tra voci di una possibile trade già nello scorso Natale e poi anche durante il periodo di inattività, che non hanno fatto che condizionare negativamente il Mago. Il passaggio ai Knicks da questo punto è stato manna dal cielo, ma Andrea si è ritrovato catapultato nel pazzo mondo di New York, all’interno di una squadra e di uno spogliatoio tra i più difficili da gestire dell’intera NBA. Anthony e compagni sono partiti per vincere l’anello e si ritrovano lontani dalla zona playoff. Alla fine probabilmente anche per la pochezza della Eastern Conference, New York ce la farà ad entrare nella post season e a quel punto può davvero succedere qualsiasi cosa, come perdere 4-0 al primo turno o arrivare fino in fondo per giocarsi il titolo. Individualmente l’esperienza newyorchese di Andrea è soddisfacente e il romano parte sempre in quintetto e dopo Carmelo è sempre uno dei migliori dei suoi.

Il 2013 come detto ci ha portato il quarto “americano”. Gigi Datome dopo essere stato eletto MVP del nostro campionato, dopo aver trascinato l’Italia ad una quasi qualificazione ai Mondiali e la sua Roma alle finali Scudetto, ha deciso di spiccare il volo oltreoceano e di atterrare a Detroit. In maglia Pistons per ora il cammino non è stato dei più semplici, perchè coach Cheeks non è uno che ama i rookie europei e per Datome è davvero difficile ritagliarsi minuti e spazio. Nonostante tutto il capitano azzurro ha grande motivazione e forza d’animo, che lo aiutano ad attendere la sua occasione. Un momento che potrebbe essere già arrivato ieri sera, quando Gigi ha risposto presente ai diciassette minuti di utilizzo con il suo career high (13 punti) e una prestazione che dimostrano quanto Datome possa essere un giocatore da NBA.

 

andrea.ziglio@olimpiazzurra.com

foto tratta da gqitalia.it

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