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Pagellone sport italiano 2013 (terza parte)

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Terzo ed ultimo appuntamento con il pagellone di fine 2013 a firma della redazione di Olimpiazzurra. Per chi se le fosse perse, ecco le due puntate precedenti:

PRIMA PARTE
SECONDA PARTE

Ginnastica artistica: voto 8. Difficile trovare una stagione così vincente per la nostra Polvere di Magnesio. Vanessa Ferrari è tornata a scintillare conquistando un magnifico argento mondiale al corpo libero, dopo sei anni dall’ultimo podio iridato, sette stagioni dopo la notte magica di Aarhus. La Cannibale di Orzinuovi ha dominato i Giochi del Mediterraneo, come ad Almeria 2005, è diventata la donna più medagliata della competizione; è poi salita anche sul podio di Coppa del Mondo, completando un filotto eccezionale a cui ora manca solo la medaglia olimpica. Tutto nonostante l’ennesimo infortunio patito a Jesolo e che le ha impedito di ben figurare agli Europei.

L’Italia non ha mai avuto un bacino così ampio da cui attingere per formare la propria Nazionale femminile. Enrico Casella è andato spesso in difficoltà per le convocazioni, vista la grande abbondanza, e solo una serie incredibile di infortuni (qualcosa di mai visto) gli ha complicato la vita (in negativo) per regalare i quattro body azzurri per i Mondiali.

E’ un movimento che ha in Carlotta Ferlito un’altra punta di diamante, brava ad alternarsi tra ginnastica e jet set e che trova il picco della carriera con un bel quinto posto iridato alla trave. Un’Italia che rimette in pedana Francesca Deagostini dopo infortuni ed operazioni, che ripesca addirittura Adriana Crisci a 31 anni e con la voglia di una ragazzina (convocazione per Anversa arrivata e poi saltata causa infortunio).

Le giovani ci sono (Meneghini, Leolini e Mori) con Tea Ugrin che scalpita e da junior si laurea Campionessa d’Italia, cosa che non succedeva da Vanessa Ferrari 2005. Martina Rizzelli ha condotto una grandissima stagione e ha vinto addirittura l’oro alle parallele agli EYOF. In attesa dell’esplosione definitiva di Enus Mariani che aspettiamo tanto.

Un’Italia che ha ritrovato la retta via grazie al buon lavoro di Enrico Casella che ha chiesto più cattiveria a tutto il team e ha soprattutto sottolineato un punto: “dobbiamo emergere a livello mondiale!”. Capito questo comandamento, ne vedremo delle belle. Certo è che occorrerà alzare i D Score, mettere più grinta, più impegno e ritrovare il nostro collocamento planetario. La convinzione, certa, è che abbiamo una buona squadra da cui non sarà difficile tirare fuori cinque eccellenti elementi per fare un ottimo concorso a squadre ai prossimi Mondiali di Nanning e soprattutto per poter salire sul podio europeo, viste le grandi difficoltà della Romania.

Un’Italia, però, che conta ancora troppo poco a livello internazionale e che viene troppo penalizzata dai giudici. La grande polemica sul mancato bronzo mondiale alla trave (Ferrari quarta, Ferlito quinta) dopo il ricorso di Simone Biles è un po’ l’emblema di questa situazione annosa e che sta diventando sempre.

E soprattutto tutto si accanisce contro il povero Albero Busnari che entra nel Guinness World Record per il triplo giro della falegnameria: quarto a Olimpiadi, Europei e Mondiali nel giro di 14 mesi…

Al maschile strappiamo comunque il sorprendente bronzo europeo di Andrea Cingolani, nostra grande speranza per il futuro, il bronzo dell’eterno Matteo Morandi e l’oro di Carlo Macchini agli EYOF.

Ginnastica ritmica: voto 9. Farfalle di un altro Pianeta. Cambia la squadra, cambiano le situazioni, cambiano gli attrezzi, ma la musica è sempre la stessa: il valzer della vittoria. Quattro sesti della formazione che ha vinto tre Mondiali consecutivi e il bronzo olimpico a Londra 2012, ma Emanuela Maccarani metti in piedi un nuovo squadrone e riprende da dove aveva lasciato: trionfando.

Le ragazze conquistano un sorprendente (e inaspettato) argento nel concorso generale ai Mondiali di Kiev. Si replicano poi con un argento di specialità alle 10 clavette e sono la conferma di una grandissima scuola riconosciuta a livello mondiale. Con pochi mezzi, ma con un cuore e una tecnica sopraffini, abbattiamo l’eterna Russia, ce la giochiamo con la Bielorussia, distacchiamo Ucraina e Bulgaria. Con l’intrusione della Spagna, i giochi si fanno qui.

Ora speriamo che le Farfalle riescano a rimanere al Pala Desio per gli allenamenti e che non debbano trasferirsi. Il Presidente del Coni Malagò è andato a trovarle per mantenere una promessa…

Ciclismo su pista: voto 5.5. I segni di vitalità ci sono. Una delle manifestazioni più importanti dell’anno, ovvero gli Europei di Apeldoorn, ha portato in dote due medaglie d’oro: quella di Elia Viviani nella corsa a punti e quella dello stesso veronese, in coppia con Liam Bertazzo, nel madison, dove anche Michele Scartezzini e Paolo Simion hanno sfiorato il podio. C’è poi un Marco Coledan autore, già in sede continentale, di buone prestazioni sull’inseguimento, poi brillantemente ribadite nella prima tappa di Coppa del Mondo a Manchester quando ha restituito all’Italia un successo che mancava da troppi anni.  Le ragazze hanno dato le soddisfazioni migliori a livello giovanile, con il quartetto d’oro agli Europei di Anadia e la doppia medaglia individuale di Maria Giulia Confalonieri; per queste ragioni non si può bocciare pienamente il nostro movimento dei velodromi, senza ribadire qui, per l’ennesima volta, le grandi difficoltà strutturali. Certo, poi però, se si prendono in considerazione i Mondiali di febbraio a Minsk, il bilancio è piuttosto magro, con l’unico bronzo di Giorgia Bronzini nella corsa a punti. E non si può non notare l’assoluta assenza dell’Italia dal settore velocità, tanto individuale quanto a squadre, che invece è una delle discipline portanti alle Olimpiadi. Discorso a parte meritano i quartetti: quello maschile è sembrato in continuo mutamento e questo non ha agevolato l’ottenimento di buoni riscontri cronometrici, per quanto possa essere visto positivamente l’avere a disposizione un certo numero di atleti da far notare; quello femminile, fresco di debutto internazionale, è sembrato in progresso mese dopo mese, sebbene sia ancora molto lontano da un’inarrivabile Gran Bretagna e, più in generale, da una zona medaglie. Dietro però, come abbiamo visto, ci sono brillanti realtà giovanili che sin dalla prossima stagione dovranno confermarsi al livello più alto.

Nuoto di fondo: voto 7. Splendida Martina Grimaldi nelle acque del porto di Barcellona. Dopo una 5 ed una 10 km al di sotto delle aspettative, la bolognese ha dimostrato tutto il suo valore nella gara più lunga, la 25, conquistando un oro da favola ed allontanando in un colpo solo tutte le critiche per le giornate precedenti nelle quali era apparsa poco in condizione. A settembre, poi, è arrivato anche uno sfortunato secondo posto nella classifica generale di Coppa del Mondo: dapprima si era festeggiato per il successo, ma poi una questione regolamentare l’ha declassata alle spalle della vincitrice. Tutto ciò basta per un rotondo 7, ma il resto della squadra ha deluso. In particolare i maschi, giovani ed inesperti per competere a livello internazionale, e anche Rachele Bruni ed Alice Franco non si sono dimostrate le big del 2012.

Pallanuoto Femminile: voto 6,5. Voto influenzato, positivamente, dalle ultime prestazioni del Setterosa capace di sconfiggere Grecia e Ungheria nelle prime due partite della nuova edizione della World League. Questi risultati testimoniano la bontà del lavoro di Fabio Conti, che potrebbe portare ad ottimi risultati nei prossimi anni. Fino ai Mondiali di Barcellona, però, non possiamo dimenticare le fatiche affrontate dalla nostra nazionale femminile che non si è espressa ad alti livelli nella scorsa stagione. In particolare proprio la rassegna iridata ha evidenziato delle pecche che però, attualmente, sembrerebbero superate. Le giovani, sempre più spavalde, si affacciano ormai su palcoscenici importanti e sembrano pronte per fare il salto di qualità richiesto per riportare in alto la nazionale italiana. Da valutare attentamente nei prossimi mesi dopo l’anno post-olimpico.

Nuoto sincronizzato: voto 6. minimo sindacale per l’Italia in questo sport in cui è sempre più difficile competere con le tre nazioni più forti a livello mondiale, ossia Cina, Spagna e Russia. A maggio, nella Coppa Europa disputata in Liguria, le azzurre hanno conquistato due importanti medaglie: il bronzo a squadre e l’argento nel libero combinato. Ai Mondiali di Barcellona, principale appuntamento del 2013, le sincronette del Bel Paese si sono sempre confermate tre la prime sei/otto nazioni del pianeta: un bel punto di partenza per il futuro, pur con la consapevolezza che sarà molto complicato guadagnare posizioni. Con Linda Cerruti, talento classe 1993, la storia potrebbe però cambiare.

Nuoto, voto 6.5. difficile dare un giudizio ad uno sport ricco di eventi come il nuoto, ma il 2013 dell’Italia si può giudicare con una sufficienza abbondante. Due le medaglie di primissimo piano, l’argento inaspettato fino alla sera prima delle batterie di Federica Pellegrini nei 200 stile libero ed il bronzo di Gregorio Paltrinieri nei 1500 sl ai Mondiali di Barcellona, e ben 12 quelle recenti degli Europei in vasca corta a Herning. Sugli scudi la solita Divina di Mirano, capace di far parlare di sé a suon di risultati anche in un anno sulla carta ‘sabbatico’, il 19enne di Carpi e Matteo Rivolta. Sbocciato in primavera e settimo in vasca lunga nella competizione iridata, il milanese ha infranto ben quattro volte il record italiano dei 100 farfalla in corta in tre settimane in autunno ma è stato bloccato da un’influenza in terra danese. Il futuro, comunque, è dalla sua parte. Ottime risposte da Marco Orsi, straripante a Herning con cinque medaglie tra 50 sl, 100 sl e staffette e possibile arma in più in lunga per il 2014. Non hanno confermato le belle prestazioni di fine 2012 Fabio Scozzoli (deludente a Barcellona e poi infortunatosi al ginocchio a fine estate) ed Ilaria Bianchi, mentre vanno segnalati dei passi in avanti della rana femminile (con una Lisa Fissneider sugli scudi) e di un ritrovato Filippo Magnini. Molto bene infine i giovani, con Diletta Carli e Luca Mencarini campioni mondiali junior in carica e Andrea Mitchell D’Arrigo d’argento nei 400 sl agli Europei in vasca corta.

Basket Maschile: voto 7. Il voto poteva essere più alto se fosse arrivata la qualificazione ai Mondiali, ma resta comunque un ottimo Europeo quello dell’Italia. Ad inizio competizione la squadra di Simone Pianigiani sembrava spacciata per via dei numerosi infortuni (su tutti quelli di Gallinari, Bargnani ed Hackett) e per i pronostici non avrebbe mai dovuto passare la prima fase. Invcece gli azzurri hanno superato il primo girone a punteggio pieno, sconfiggendo nazionali con maggiori credenziali come Grecia e Russia. Nella seconda fase è arrivata solo una vittoria con la Spagna, che ci ha proiettato nel quarto di finale con la Lituania. Dalla sfida con i lituani è cominciato un calvario per i nostri ragazzi, che successivamente hanno perso anche con Ucraina e Serbia, facendo svanire il sogno mondiale. Adesso per andare in Spagna il prossimo anno ci servirà l’aiuto di una wild card, ma sarà davvero difficile ricevere questo pass dalla Federazione, visto che ci sono solo quattro posti e sono ben quindici le nazionali che sperano in un ripescaggio.
A livello di club poche soddisfazioni in Europa con la Montepaschi Siena, dominatrice in Italia, che si è fermata alle Top16 di Eurolega; mentre nelle altre coppe sono state davvero poche le soddisfazioni.

Cricket: voto 7. Lo stesso voto fornitoci dal presidente Gambino. Dopo la World League Division 3 delle Bermuda poco brillante, gli azzurri si sono laureati campioni d’Europa qualificandosi per l’ICC World T20 Qualifier. Negli Emirati Arabi non è arrivata la qualificazione ma prestazioni incoraggianti come quella contro i padroni di casa, avversari di valore superiore, sconfitti giocando una partita praticamente perfetta.

Beach volley: voto 7. Buona stagione per le coppie azzurre soprattutto nel World Tour. Un inizio lento ma con il passare delle tappe l’Italia è riuscita a carburare. Ha scosso la vicenda Cicolari-Menegatti che ha portato la più importante coppia italiana degli ultimi anni, vincitrice anche di un titolo europeo, a separarsi. Sono tre i podi stagionali, tutti conquistati da Daniele Lupo e Paolo Nicolai (Corrientes, Xiamen e Long Beach), che si sono confermati tra le coppie principi del circuito (e il terzo posto nel ranking mondiale ne è la conferma…). Ma non solo i due, anche due quarti posti rispettivamente per Tomatis-Ranghieri e nel femminile per Menegatti-Orsi Toth. Questi due sono i binomi rivelazione dell’anno, entrambi capaci di farsi vedere nel finale di stagione e molto giovani e di prospetto per il futuro. Unica pecca stagionale la delusione al Mondiale in Polonia nel quale le coppie azzurre (Nicolai-Lupo e Cicolari-Menegatti) si sono rispettivamente classificate in nona e quinta posizione.

Vela: voto 5. La vela olimpica azzurra è lontana dalle nazioni leader del movimento. I nostri cugini francesi, per fare un esempio, hanno raccolto allori ovunque, sia a livello continentale che mondiale. L’Italia non deve disperare, i talenti ci sono e le numerose medaglie nelle competizioni giovanili ne sono una dimostrazione. Tuttavia la strada da percorrere per arrivare al vertice internazionale è ancora lunga. Tra gli azzurri è stata una stagione positiva per Michele Paoletti, ottimo sesto posto nella Finn Gold Cup di Tallinn; si tratta del miglior risultato di un timoniere italiano al Mondiale Finn dopo il secondo posto di Luca Devoti nel 1997. Bene anche Flavia Tartaglini nel windsurf, Bissaro-Sicouri nella nuova classe olimpica Nacra 17 e Marco Gallo nel Laser. Merita la sufficienza invece Luna Rossa. I ragazzi di Bertelli hanno ottenuto il massimo a San Francisco, arrivando alle spalle di Team Oracle e Emirates Team New Zealand. Fare di più era oggettivamente impossibile.

Boxe: voto 8. Un Mondiale segnato dall’ennesima impresa di Clemente Russo, iridato e adesso più che mai convinto a cogliere l’oro anche a Rio 2016, due bronzi firmati Valentino e Cammarelle che lasciano un po’ d’amaro in bocca e qualche delusione di troppo. Questo il bilancio definitivo per i big, mentre in campo femminile soprattutto a livello giovanile le speranze di crescita in vista di Rio 2016 e Tokyo 2020 sono importanti con Irma Testa e Roberta Bonatti che già fanno parlare in maniera lusinghiera dei loro risultati così come sono da archiviare positivamente i bronzi mondiali juniores per Mazzei, Cavallaro, Maietta e Scannapieco. Tra i pro Boschiero si conferma sul tetto d’Europa, mentre Fragomeni è andato ad un passo dal titolo mondiale WBC.

Baseball: voto 7. Una media perfetta tra i grandi risultati ottenuti delle squadre nazionali e di club, impegnate a rappresentare il Bel Paese, e  l’operato dell’organizzazione in capo alla FIBS, che merita una grave insufficienza.
Se gli azzurri stupiscono il mondo nel World Baseball Classic arrivando a giocarsela alla pari con le superpotenze planetarie, e qualche mese dopo la selezione juniores conquista il titolo continentale, niente di meno si può dire delle società impegnate nella IBL che regalano un campionato avvincente e combattuto sino all’ultimo out, come dimostra la finale scudetto risolta solo a gara -5, impreziosendo anche la Coppa Europa con la finale tutta tricolore tra Bologna e Rimini.
Ma parlando proprio di IBL si arriva a toccare il tasto dolente della faccenda. La Lega Nazionale purtroppo attraversa un momento difficile e il continuo rimpasto a causa delle difficoltà economiche e delle poche idee rendono l’organizzazione di un “campionato di livello assoluto”, davvero una cosa complicata. Il tutto, inoltre, si trasforma in qualcosa di altamente controproducente quando si certifica che sempre meno gente si affaccia a questo meraviglioso sport.

Football Americano: voto 6.5. Organizzare due Campionati Europei in Italia è stata una sfida grandissima per tutta la FIDAF, ma il test è stato passato a pieni voti. Parlando della kermesse di Milano, in particolare, sicuramente tutte le nazionali che hanno partecipato all’evento non possono che essere rimaste soddisfatte della cornice meravigliosa del Velodromo Vigorelli, un catino ribollente di passione e rimesso a nuovo per l’occasione. Dal punto di vista dei risultati, entrambe le manifestazioni ci hanno visto essere sconfitti dalla nazionale danese, la quale ha meritato i successi ottenuti. Ma il movimento del football americano in Italia, c’è. E’ in continua crescita, in evoluzione ed il massimo campionato nostrano sembra aver trovato una buona formula, con regole chiare e precise. Il salto di qualità potrebbe essere dietro l’angolo.

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