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Rugby: tornano le quote “nere” in Sudafrica
One team, one nation. Uno slogan perfetto per accostare la nazionale sudafricana di rugby in cerca del successo che avrebbe ricacciato indietro i fantasmi dell’esclusione internazionale e un intero paese che si era lasciato faticosamente alle spalle il regime di apartheid. Il 24 giugno 1995 la nazionale di rugby battè gli All Blacks nella finale della Coppa del Mondo. Lo sport dei bianchi unì il Sudafrica appena uscito dall’apartheid, quarantadue milioni di sudafricani si strinsero attorno agli Springboks. Il merito fu di Nelson Mandela.
A poche ore dalla sua morte non si deve dimenticare quanto è successo nel passato e quanto ancora oggi succede. Proprio nello sport con la palla ovale è emerso in questi mesi un nuovo caso di discriminazione. La South African Rugby Union ha annunciato la decisione di introdurre quote razziali nella Vodacom Cup, la seconda competizione domestica sudafricana dopo la Currie Cup, la terza contando il Super Rugby, torneo al quale partecipano anche franchigie australiane e neozelandesi. Le squadre sudafricane dovranno includere tra i convocati per ogni match sette giocatori neri e almeno cinque dovranno essere schierati tra i titolari, due dei quali obbligatoriamente in mischia.
Oregan Hoskins, presidente della SARU, ha affermato: “La Vodacom Cup è un passaggio fondamentale dello sviluppo verso il rugby professionistico, ma ultimamente la finalità di proporsi come trampolino di lancio per giovani giocatori, soprattutto di pelle nera, è venuta meno. La volontà è di creare un bacino più ampio di giocatori neri da cui gli allenatori di Currie Cup e Super Rugby possano attingere”.
Le quote erano state inizialmente introdotte con la fine del regime razzista in quelle discipline come il rugby e il cricket, considerati sport per bianchi. Nonostante l’apartheid sia finito ufficialmente ormai da 18 anni, le tensioni razziali dunque persistono. Anche se di tipo opposto, sempre di discriminazione si tratta. Il problema è reale e per questo motivo la morte di Madiba può essere un volano importante perché si affronti in modo serio la questione della discriminazione razziale.
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francesco.drago@olimpiazzurra.com