Sci Alpino

Sci alpino: Italia, ecco le risposte cercate

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L’Italia sciistica si avvicinava al primo weekend europeo di gare dopo la lunga e soddisfacente trasferta nordamericana con alcuni interrogativi per i quali necessitavano risposte: riuscirà la squadra maschile delle prove tecniche ad esprimere il suo potenziale? E quella femminile confermerà le buone cose fatte vedere nelle scorse settimane?

La risposta può assere affermativa in entrambi i casi. Nel maschile, i gigantisti hanno dato segnali veramente interessanti: perché se Blardone e Simoncelli non sono ancora sembrati al massimo dei giri (il trentino, quantomeno, ha fatto vedere alcune buone sezioni, conseguendo un soddisfacente piazzamento finale), accanto a loro e al granitico Manfred Moelgg, sempre presente e costante, è esplosa la tanto attesa generazione dei ventenni: anzitutto, Roberto Nani ha sciato in un modo veramente sublime, senza mai togliere il piede dell’acceleratore, prendendosi rischi enormi e ottenendo un risultato che lo proietta definitivamente in una nuova dimensione. Dietro di lui, Luca De Aliprandini, reduce da una stagione di apprendistato, in cui ha studiato nel dettaglio il terreno di ogni gigante di Coppa del Mondo, e ora pronto a confermare il grande potenziale fatto vedere in Coppa Europa; quindi, Giovanni Borsotti, comprensibilmente entusiasta di un piazzamento che segna il suo ritorno dopo lunghi mesi di sofferenza; infine, il giovanissimo Alex Zingerle, ora carico a mille per la prova di casa in Alta Badia. In slalom, le risposte migliori arrivano ancora una volta dal veterano Patrick Thaler: sempre il meno atteso, sempre il più regolare: non ci stancheremo mai di elogiare il trentacinquenne carabiniere della Val Sarentino, al secondo podio di una carriera vissuta spesso a fari spenti, perché i più ricercati erano altri, ma dove non ha mai fatto mancare una continuità di prestazione davvero invidiabile. Certo, mentre Moelgg si è una volta di più confermato ai vertici, il terzetto Gross-Deville-Razzoli ha messo in mostra ancora alcune difficoltà, in particolare per quanto riguarda gli altri due: ma finché il “vecchio” Thaler sopperisce….

Nel femminile, il supergigante non è certamente andato secondo le aspettative. Sarà stata l’assenza di Sofia Goggia, fondamentale non solo per il suo apporto tecnico ma anche per la grande energia sprigionata in ogni momento che fa da traino a tutto il gruppo, o la condizione ancora precaria di Elena Curtoni, su una pista a lei congeniale, piuttosto che la giornata storta di Nadia Fanchini, ma i risultati di sabato non sono certo stati positivi; eppure, domenica le azzurre si sono riscattate. Un po’ come nello slalom maschile, le migliori non sono state le più attese: perché Federica Brignone è saltata nella prima manche e Denise Karbon nella seconda. Eppure, Nadia Fanchini ha disputato due manche equilibrate, aggressive e tecnicamente molto belle, cogliendo un piazzamento di tutto rispetto; soprattutto, Francesca Marsaglia ha ottenuto un risultato veramente eccezionale, considerato il pettorale numero 52. La romana, da sempre specialista delle prove veloci, si sta riscoprendo gigantista: d’altronde, se è vero che patisce sul piano della scorrevolezza, non ha mai difettato in quanto a tecnica, e tra le porte larghe questa caratteristica premia decisamente di più. Fa poi enorme piacere ritrovare nelle quindici Manuela Moelgg, un’indomita guerriera che, fino a Sochi, lotterà con il coltello tra i denti nonostante i mille problemi fisici: la carica è quella giusta, la classe non manca. A lei, come a tutte le azzurre.

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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