Sci Alpino

Sci alpino: Italia, un weekend da Dream Team

Pubblicato

il

Per una volta, elogiamoci. Mettiamo da parte l’italico vizio di criticare sempre e comunque, e guardiamo le cose come stanno: nello sci alpino, settore velocità, siamo una potenza.

Lo siamo tra i ragazzi, e non è una novità. Ma l’impresa, qui, sta proprio nell’aver trovato le conferme: perché primeggiare è difficile, rimanere tra i primi lo è ancora di più. Siamo ancora l’ItalJet, anzi siamo il Dream Team della velocità: perché se Dominik Paris non vive la sua giornata migliore, ci pensa Peter Fill a ritrovare il sorriso, pur senza nascondere un pizzico di amarezza per una beffa finale. L’appellativo di Dream Team ce lo meritiamo proprio per questo: se uno sbaglia, un altro è là davanti. L’anno scorso avevamo quattro punte, quest’anno abbiamo ritrovato la quinta (proprio Fill), e Svindal non ci fa paura. E l’Austria non ci fa paura. A dicembre e gennaio arrivano le grandi classiche: Saslong, Stelvio, Lauberhorn, Streif. Ci sarà da divertirsi, l’impressione è difficilmente non vedremo almeno una bandiera tricolore sul podio in ciascuna di queste gare. Poi a Sochi….ci penseremo a febbraio.

Tra le ragazze, certo, questa definizione sarebbe molto più azzardata. Ma i motivi per sorridere non mancano, e rispondono principalmente al nome di Elena Fanchini: c’era chi credeva di averla persa, che non sarebbe mai più tornata ad essere quella sciatrice armoniosamente scorrevole, veloce, efficace, in grado di giocarsela con le migliori. Lo ha fatto, Elena, a Beaver prima e nell’amata Lake Louise poi: e si porterà dietro sua sorella Nadia, ne siamo sicuri, perché nei settori tecnici l’argento mondiale di Schladming scia ancora divinamente. C’è poi una Verena Stuffer di cui si parla sempre troppo poco, perché l’Italia aspetta gli exploit e non apprezza i regolaristi, ma che è sempre lì: fa il suo dovere, anzi lo ha fatto meglio del solito, con un bellissimo piazzamento tra le dieci in supergigante. E c’è la grinta un po’ folle di Hanna Schnarf tornata a ruggire dopo un anno di assenza. In generale, una squadra rinata dopo il buio e la depressione, dopo le lotte per un ventesimo posto e l’atteggiamento poco convinto in alcune gare. Anche se dal Canada si torna con un rimpianto grande, grandissimo, con il dolore di Sofia Goggia che speriamo veramente possa essere meno intenso e meno grave di quanto apparso dai primi accertamenti di ieri. D’altronde la felicità non può mai essere totalmente completa.

 

foto tratta da skimania.it

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter

marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version