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Editoriali

Sport Invernali, Sochi 2014: le risposte che aspettavamo

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La lunga giornata odierna di sport invernali (clicca qui per rivivere il Live di Olimpiazzurra) ci ha fornito le risposte che cercavamo. Non chiedevamo podi o chissà quali risultati eclatanti. Auspicavamo solo che alcuni settori fornissero dei segnali propulsivi ad ormai meno di due mesi dalle Olimpiadi di Sochi 2014, per ampliare un arco azzurro che, sino ad oggi, poteva contare su un numero di frecce piuttosto esiguo.

Se la trasferta nord-americana ci aveva regalato un’Italia titanica e debordante nelle discipline veloci dello sci alpino, preoccupava, e non poco, il settore tecnico, in particolare quello che i gigantisti. Oggi, per fortuna, abbiamo assistito alla svolta che attendavamo da anni. Per tante, troppe stagioni il Bel Paese si è retto tra le porte larghe sulle prestazioni dei vari Blardone, Moelgg e Simoncelli, attendendo invano dei ricambi che non arrivavano mai. Il Val d’Isere il vento è cambiato ed è ufficialmente iniziato il nuovo corso, con i vari Nani, De Aliprandini, Borsotti e Zingerle che hanno mostrato come la scuola italiana sappia ancora svezzare dei diamanti di eccellenza.
Sei azzurri tra i primi 18, pur senza l’acuto massimo del podio: un risultato straordinario, in netta controtendenza con il mediocre passato recente. E intanto, in chiave convocazione olimpica, appare fortemente a rischio la posizione di Blardone e Simoncelli. Con Nani e De Aliprandini già qualificati con i piazzamenti odierni, restano due posti, di cui uno assegnato virtualmente a Manfred Moelgg (oggi ottavo). A Sochi, dopo un decennio, potremmo dunque presentarci senza i grandi senatori. Sì, finalmente l’agognato ricambio generazionale è in atto. Ora i nostri rappresentanti dovranno confermarsi anche su piste meno impegnative rispetto a quella transalpina.

Ad una prova d’appello era atteso anche lo sci di fondo a Davos ed anche qui è giunto l’atteso squillo che potrebbe cambiare volto alla stagione. Roland Clara, autore di una gara in crescendo, ha chiuso quarto la 30 km skating con partenza ad intervalli, con l’impressione che, se avesse osato di più all’inizio, avrebbe anche potuto dare l’assalto alla vittoria. La condizione del 31enne altoatesino cresce a vista d’occhio ed al Tour de Ski potrebbe togliersi soddisfazioni di rilievo. Senza dimenticare che il vero obiettivo di ‘Rollo’ resta la 50 km a tecnica libera olimpica che si disputerà su un tracciato durissimo ed adatto più che mai alle sue caratteristiche. In campo femminile salutiamo il ritorno di Debora Agreiter, a ridosso della zona punti come la compagna di squadra Elisa Brocard.
Domani, intanto, ci aspettiamo altre risposte dal fondo nella sprint a tecnica libera, in particolare da Federico Pellegrino e, perché no, anche dalle giovani Gaia Vuerich e Greta Laurent.

La notizia più inaspettata, e forse per questo più bella, è stata poi il terzo posto di Samuel Costa ed Alessandro Pittin nel team-sprint di combinata nordica a Seefeld. Un piazzamento pesantissimo, che vale più di dieci vittorie perché infonde morale ed ottimismo in una squadra artefice di un avvio di stagione tremendo, con una crisi nel salto che ci aveva relegato a posizioni poco consone al passato recente. Il podio odierno non può rappresentare la panacea di tutti i mali e di certo da domani gli azzurri non saranno diventati i numeri uno nel salto, componente sulla quale bisognerà lavorare ancora in quantità industriale. Eppure una performance di questo calibro appare come un toccasana vitale, che sussurra agli azzurri come il loro rendimento non potesse essere quello delle prime gare e che certi obiettivi sono ancora raggiungibili, perché il talento non manca.

Qualche lieto riscontro è pervenuto anche dallo snowboard. Se Fischnaller e March, comunque molto più avanti nel PSL rispetto al PGS, inseguono ancora la miglior condizione, l’Italia ha trovato tre nuove carte interessanti nei giovani Edwin Coratti, Christoph Mich e Nadya Ochner, quest’ultima spintasi fino alla semifinale.

Chiudiamo poi con il biathlon, dove Lukas Hofer, più che a noi, ha fornito delle risposte soprattutto a se stesso, chiudendo settimo la sprint di Le Grand Bornard e dimostrando di non avere nulla da invidiare ai big di questa disciplina.

In un freddo pomeriggio d’inverno, l’Italia ha rialzato la testa. Con le Olimpiadi all’orizzonte, oggi tanti dubbi hanno lasciato il posto alla speranza.

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federico.militello@olimpiazzurra.com

 

5 Commenti

1 Commento

  1. Luca46

    15 Dicembre 2013 at 15:17

    Si anche se il gigante maschile svoltosi in Francia è abbastanza atipico e quindi aspetto conferme nelle prossime gare. Già ai tempi di Tomba se non erro Bergamelli andava fortissimo sulle piste ghiacciate ma nelle altre faticava. Sembra una nostra peculiarità quella di adattarci a questo tipo di condizioni poi però la coppa del mondo si svolge in altri pendii e altri tipi di neve e c’è bisogno di andare forte dappertutto. Andrebbe fatto un plauso agli organizzatori, raramente si vede una pista dove scendere con gli ultimi pettorali non si è svantaggiati rispetto ai primi.
    Per quanto riguarda lo sci di fondo credo che abbiamo alcuni atleti che possono raggiungere dei picchi di forma molto alti. L’obiettivo dev’essere quello di ottenerli a Sochi. Pertanto non mi preoccupano prestazioni scadenti in questo settore anche perchè spesso i nostri tecnici indovinano la condizione nel fondo.
    Quello che mi rallegra di piu’ è il risultato della combinata nordica dove se riusciamo a mettere a posto la fase di salto nulla ci è precluso. Inutile dire che c’era del pessimismo dopo le disastrose prime uscite, ora i ragazzi possono ritrovare sicurezza soprattutto per quanto rigurda l’allenamento. Quando vedi che gli allenamenti non danno frutti c’è il rischio di perdere stimoli, convinzione e di rancolare nel buio. Sicuramente questo risultato porterà nuova voglia e la cattiveria per fare allenarsi ancora piu’ duramente.
    Quanto ad Armin è stata una gara che mi ha eccitato, che goduria !!! Per Sochi i nostri ci sono, c’è poco da dire. Penso che saranno determinanti le condizioni atmosferiche e la scelta dei materiali. Inoltre la gara olimpica si svolge sulle 4 discese ed Armin è uno veramente costante, Moller sulle 4 secondo me una almeno la toppa e Loch potrebbe essere imperfetto. Lo stesso Dominik che si propone come astro nascente qualche errorino ancora lo fa (e ci mancherebbe altro). Stando alle parole di Zoeggeler nella seconda discesa è sceso con l’intento di evitare rischi e nonostante ciò ha ottenuto ancora il miglior tempo. E’ un computer. Loch in casa germania avrà tutta la pressione addosso mentre Fischnaller starà all’ombra di Zoeggeler e anche l’aspetto psicologico potrebbe giocare brutti scherzi.

    • Federico Militello

      15 Dicembre 2013 at 21:13

      In effetti i gigantisti sono attesi a delle conferme su piste ‘facili’ come sarà ad esempio quella di Sochi, perché ad esempio Alta Badia ed Adelboden sono impegnative.
      Sullo slittino, non dimenticherei Demchenko, che conoscerà la pista a memoria. In realtà un nome in testa per la vittoria ce l’avrei….

      • Luca46

        16 Dicembre 2013 at 12:46

        Hai ragione Demchenko fa parte del lotto dei favoriti ma io penso che a far piu’ paura sia Loch. Il mio nome è Zoeggeler.

  2. NunzioV

    14 Dicembre 2013 at 19:37

    Bellissimo articolo e bellissima giornata giornata per i nostri colori. Complimenti e tutti.

    • Federico Militello

      15 Dicembre 2013 at 21:14

      Grazie, W l’Italia!

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