Beach Volley
Beach volley uomini: serve un progetto per i più giovani
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E’ molto difficile investire sulle nuove generazioni quando l’alto livello si raggiunge con coppie mediamente giovani, come sta capitando ora nel beach volley azzurro, E non si vuole dormire sugli allori, però, e ritrovarsi magari fra cinque o sei anni senza il giusto ricambio generazionale, è proprio ora, quando le cose, grazie agli ottimi risultati di Nicolai/Lupo, Tomatis/Ranghieri e mettiamoci pure anche i gemelli Ingrosso, la cui crescita è stata un po’ fermata dagli infortuni, che bisognerebbe lavorare e investire in prospettiva.
Alle spalle dei big azzurri, che nelle ultime tre stagioni (infortuni permettendo) hanno saputo conquistarsi uno spazio importante nei tornei del World Tour, qualcosa c’è e per il momento non si intravede però un progetto che spinga più di un elemento, nato dopo il 1992, a fare in modo che il beach volley sia l’attività principale (come deve essere se si decide di intraprendere un percorso a livello internazionale) e non il ripiego o il divertimento dopo la stagione indoor. Che ci sia un problema in questo senso lo dimostrano i risultati scadenti ottenuti dai rappresentanti azzurri ai grandi appuntamenti internazionali dello scorso anno (Europei e Mondiali giovanili) con pochissime soddisfazioni e tante, troppe eliminazioni ai primi turni
L’atleta su cui più si può puntare in futuro è sicuramente Federico Morichelli, marchigiano, classe ’90 (un anno in più di Lupo ma ancora da considerare giovane per gli standard del beach volley internazionale) statura elevata e ottimo muratore. Ha ancora bisogno di lavorare su tecnica e fisico ma la base c’è e ha già indossato l’azzurro alle Universiadi di Kazan, in coppia con un altro atleta di prospettiva come Matteo Cecchini, suo compagno proprio in Russia, meno esplosivo ma sicuramente molto forte nei fondamentali di difesa e migliorato tanto nell’ultima stagione.
Tra i più giovani due atleti che arrivano dal triveneto e che giocano in Emilia Romagna, Nicola Tiozzo, classe ’92, ora a Reggio Emilia ma già azzurro (in coppia con Vanin) lo scorso anno ai Mondiali under 20. Arriva da una stagione di poca attività sulla sabbia ma ha potenzialità fisiche e tecniche molto alte, come Tiziano Andreatta, scuola Trento, che ha tutte le caratteristiche per potere esplodere nelle prossime stagioni. Scendendo ulteriormente di età ed esplorando il mondo Under 20 si trova qualche profilo interessante come il romano Giacomo De Fabritis, 190 cm di altezza e ottimo difensore, già protagonista del campionato italiano Under 20, così come Javier Facundo Martinez, nome argentino ma italiano a tutti gli effetti, suo compagno ai Mondiali Under 19 di Porto.
Attenzione, però, a Davide Pellegrino, foggiano, classe 1994, attualmente in forza al Castellana Grotte e al suo compagno Luca Marzo (di Salve). E’ una coppia ben assortita, di prospettiva. In particolare Pellegrino ha doti tecniche e fisiche molto interessanti e potrebbe essere uno dei giocatori su cui puntare per il ricambio generazionale in vista delle Olimpiadi di Tokyo 2020. In questo senso occhio anche al veneto Daniele Benotto, altro ’94, giocatore polivalente (già azzurro in diverse manifestazioni internazionali), a cui manca forse qualche centimetro per poter aspirare ad un grande futuro. Le ultime due segnalazioni arrivano dalla Romagna, fucina di talenti in questa disciplina: il ravennate Samuele Taglioli ed Enrico Rossi di Cesenatico: entrambi necessitano delle giuste motivazioni ma hanno ottime potenzialità.
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