Ciclismo
Ciclismo, Cassani: “Conosco l’importanza del lavoro di squadra. Voglio vincere, la qualità c’è”
Davide Cassani sarà il prossimo commissario tecnico della nazionale italiana di ciclismo. Manca ancora l’annuncio ufficiale della Federazione, ma tutti i nodi sono già stati sciolti dalle parole degli addetti ai lavori. Intervistato da Il Fatto Quotidiano, l’ormai ex commentatore Rai ha infatti dichiarato: “L’impegno è stato preso. In settimana incontrerò il direttore di Rai Sport Mauro Mazza e il responsabile del ciclismo Alessandro Fabbretti. Per correttezza loro sono state le prime persone che ho avvisato: c’è da risolvere il mio impegno con la Rai. Mi piacerebbe continuare a collaborare, ma sicuramente non farò più il commentatore: sarebbe poco professionale“.
Tra pochi giorni, dunque, inizierà la nuova avventura per Cassani. Ex gregario, nella sua carriera ha imparato un valore fondamentale del ciclismo: “Mi sono sempre buttato mani e piedi in ogni progetto della mia vita. Non mi interessa essere allenatore per una settimana all’anno, e non credo interessi neppure alla Federazione. Voglio lasciare un segno, però lo farò approcciandomi sempre con grande rispetto. Nella mia carriera sono stato un gregario: conosco l’importanza del lavoro di squadra“. Gli obiettivi? Il neo ct ha fame di vittorie: “Voglio ottenere il massimo. Quando parliamo di giovani la vittoria non è l’obiettivo principale, quando parliamo di professionisti sì. E noi siamo l’Italia, non dobbiamo dimenticarcelo. Nessuno potrà prescindere dai risultati. Nemmeno io“.
Spazio poi alle questioni tecnico-tattiche: “Inizialmente resterò in carica fino alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016: due Mondiali e i Giochi, appunto. Poi faremo un bilancio e vedremo. Prendo in mano un movimento che comunque può offrire individualità importanti: ci sono giovani promettenti, c’è Nibali che nelle corse a tappe è uno dei migliori al mondo. Abbiamo tutti i presupposti per essere una nazionale di vertice. Certo, però, è innegabile che l’Italia non sia più la potenza di vent’anni fa. La crisi di risultati? Me la spiego soprattutto con l’esplosione di alcuni Paesi che non esistevano nella mappa del ciclismo mondiale. Penso al Regno Unito e all’Australia, che hanno messo su una struttura centralizzata, in grado di sfornare campioni impressionanti dalle accademie. Il mio primo compito sarà andare a vedere queste realtà di persona: con umiltà dobbiamo ricominciare a studiare, imparare dai migliori. I tecnici bravi non ci mancano, dobbiamo migliorare nell’organizzazione. Anche se i risultati di Inghilterra e Australia si spiegano anche con investimenti molto importanti“.
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francesco.caligaris@olimpiazzurra.com
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