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Cinque Cerchi di Neve: Italia in trionfo, Norvegia in lacrime (video)

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Si chiama “sci nordico” perché i paesi nordici, e la Norvegia in modo particolare, hanno sempre fatto man bassa di titoli in questo sport. Abbiamo già raccontato di quando un certo Franco Nones scrisse una pagina indimenticabile, dopo aver vissuto con e come gli scandinavi, carpendone ogni segreto, trovando il modo di sconfiggerli.

A proposito di pagine indimenticabili, non si può non pensare a quei giochi di Lillehammer 1994: in Norvegia, appunto, organizzati in quell’anno per staccarli definitivamente dalle Olimpiadi estive e vivere così il clima olimpico ogni due anni. I protagonisti di questa storia, in rigoroso ordine alfabetico, sono Marco Albarello, classe 1960, di Courmayeur; Maurilio De Zolt, 1950, San Pietro di Cadore; Silvio Fauner, 1968, di Sappada; Giorgio Vanzetta, 1959, trentino di Cavalese. E’ la leggendaria staffetta 4×10, già argento due anni prima (con Pulié al posto di De Zolt) e anche ai Mondiali 1993: sempre dietro alla Norvegia, ovviamente.

Nessuno quindi penserebbe mai che questi quattro ragazzi possano battere i norvegesi. A casa loro. Il 22 febbraio 1994, nel leggendario stadio Birkebeineren, con 100.000 tifosi locali già pronti a festeggiare. Tifosi che iniziano a tremare, quando vedono che, giro dopo giro, i quattro azzurri non cedono. Sì, qualche secondo vola tra una frazione e l’altra, però poi si ricuce prontamente. Di là ci sono Sture Siversten, Vegard Ulvang, Thomas Alsgaard e Bjorn Daehlie, tra i più forti fondisti di sempre, tra i più medagliati della storia. Eppure non riescono a fare la differenza: la corsa è a due sin dalle prime battute, l’Italia non cede il passo e anzi, in diverse occasioni, prova a fare il forcing decisivo. Si arriva alla resa dei conti: ultima frazione, Bjorn Daehlie, ovvero 6 Coppe del Mondo, 12 medaglie olimpiche e 17 iridate contro Silvio Fauner. Il cadorino prende la testa sull’ultima salita e non la lascia più: sul rettilineo finale, in teoria, è avvantaggiato chi parte da dietro in volata. Eppure, Fauner ha ancora energia da vendere, è agile, è sicuro, è pimpante. Daehlie si allarga, si apre, cerca di affiancarlo, spinto dall’urlo del pubblico…ma non ci riesce. Anzi, non è nemmeno uno sprint vero, perché il norvegese non riesce mai a mettere la sua testa avanti a quella dell’azzurro. Il pubblico è in lacrime, l’Italia è in trionfo, per quella che molti definiscono come la più grande impresa italiana nella storia degli sport invernali.

Ecco il video di quella memorabile impresa:

http://youtu.be/u5d5LyK4rVo

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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