Combinata nordica
Combinata nordica: Italia, a Sochi per…volare
Tra due settimane, i combinatisti saranno di scena nella loro prima gara olimpica: il 12 febbraio, infatti, ci sarà la Gundersen HS106/10.0 km, seguita sei giorni più tardi dalla Gundersen dal grande trampolino e infine, il 20 febbraio, dalla prova a squadra.
Alessandro Pittin, Armin Bauer, Samuel Costa, Giuseppe Michielli e Lukas Runggaldier rappresenteranno l’Italia in questa disciplina. Il ricordo di Vancouver, con lo straordinario bronzo conquistato dal finanziere di Cercivento, è ancora forte, tuttavia è bene non farsi illusioni: se è vero che gli azzurri sono in crescita costante in questi mesi, è altrettanto vero che la zona podio è molto difficile da raggiungere, perché i norvegesi, Frenzel e persino i giapponesi spesso hanno un margine troppo elevato dal trampolino per poterlo recuperare sugli sci stretti, dove invece gli italiani sono sempre tra i primissimi.
Ecco, ancora una volta la chiave è lì, per Pittin, realisticamente l’unica carta da podio, e per gli altri ragazzi, che comunque valgono tutti un piazzamento nei primi dieci o nei primi quindici: la chiave è fare un buon salto. Nella nostra recente intervista, Samuel Costa ha fatto risaltare come, durante la fase di preparazione, lo staff tecnico abbia insistito con decisione su questo fondamentale, e in effetti qualche miglioramento si è visto, per quanto raramente un azzurro stacchi uno dei primi venti-venticinque punteggi dal dente. Probabilmente ci vorrà ancora del tempo per affinare i meccanismi, fisici, tecnici e mentali, e ritrovare un’Italia sempre e comunque competitiva per le primissime posizioni, perché quando alle indubbie qualità nel fondo si sommeranno salti di buon livello allora potremo sognare in grande. Se però già a Sochi, in particolare nella prima Gundersen, uno tra Alessandro, Lukas, Armin, Samuel e Giuseppe dovesse riuscire a non essere troppo distante dai primi con il salto…allora potremmo già iniziare a sognare.
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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com