Sci Alpino
Federica Brignone in esclusiva: “Non conosco i miei limiti. E sui contingenti…”
In viaggio per Bormio, dove sarà impegnata domenica nello slalom che sostituirà quello di Zagabria, Federica Brignone ha parlato con noi di Olimpiazzurra di sci a 360 gradi: dalle sue ambizioni per Sochi, alla corsa alla Coppa del Mondo, fino al tema controverso dei contingenti olimpici.
Sei ormai tornata a ridosso delle migliori gigantiste. Quali differenze ci sono tra la Federica Brignone attuale e quella antecedente all’infortunio?
“Io sento che mi sto ritrovando, anche se non sono ancora con le migliori. Non sono quella di 2 anni fa, ma quella Federica non tornerà più. Ormai sono una persona ed un’atleta diversa, impossibile fare paragoni. Di sicuro sono in crescita, sotto alcuni aspetti sono migliorata, in altri invece devo ancora lavorare molto. Comunque non conosco ancora i miei limiti, ma non li conoscevo neppure prima dell’infortunio“.
Cinque vincitrici diverse nelle prime gare e una leader della classifica di specialità, la svedese Jessica Lindell-Vikarby, che fa della regolarità il suo punto di forza. Il gigante femminile non avrà una grande favorita a Sochi: che Olimpiade ti aspetti?
“In Russia potrebbero esserci delle sorprese. Su quella pista non si è mai gareggiato in gigante in Coppa del Mondo, non la conosce nessuno. Poi il meteo sarà una grande incognita, perché il tempo cambia rapidamente. Sicuramente non ci sarà una favorita assoluta, ma un grande equilibrio, con 10 atlete in lotta per l’oro“.
Proprio considerando il meteo e l’eventualità di una neve che si deteriora facilmente, a Sochi sarà fondamentale partire con pettorali bassi. Tu, essendo nel secondo gruppo di merito, avrai un numero dall’8 al 15: strada in salita?
“Sinceramente non mi interessa il numero. Sono convinta che se uno è davvero forte, vince anche con il 15. Io a Sochi non andrò tanto per sciare, ma per provare a dare il tutto per tutto, come sempre“.
Tornando alla pista di Sochi, vi si è gareggiato in gigante in Coppa Europa e, inoltre, tu hai potuto testarla in alcune prove veloci: che idea ti sei fatta ed a quale pista potremmo paragonarla?
“E’ piatta. Per darvi un’idea, è più facile del recente gigante disputato in Val d’Isere. Diciamo che somiglia abbastanza alla pista di Maribor. Un gigante che forse potrebbe essere perfetto per Tina Weirather. Però io non mi pongo problemi perché sono abbastanza completa e bisogna saper andar forte in tutte le condizioni“.
Vedendoti sciare, l’impressione è che dai sempre il massimo, rischiando anche molto. Pensi di cambiare qualcosa in futuro nella gestione tattica della gara?
“Io il percorso lo studio minuziosamente in ricognizione, tanto che prima della gara lo so a memoria ormai. Se so che in alcuni punti possono esserci dei trabocchetti, tento di affrontarli come mi sono prefissata: se mi va bene, guadagno. Io ci provo sempre, poi può andare bene o male. Vi assicuro che chiunque, anche gli stranieri, per vincere devono sciare al limite. Se freni, sei già dietro“.
Quanto è importante per te poterti allenare in una squadra che è tornata a macinare risultati?
“E’ fondamentale, una squadra che va così forte stimola molto. L’anno scorso, con la lunga catena di infortuni, è venuta a mancare anche la competizione interna. In tanti dicevano che le gigantiste italiane erano in declino, forse di saranno ricreduti…“.
Nella rinascita azzurra si vede anche la mano di Livio Magoni…
“Di sicuro Livio Magoni e il suo staff stanno lavorando molto bene, ma sono tre le componenti che hanno permesso alla squadra di tornare forte. 1) Poter contare finalmente su atlete più sane 2) Competizione interna che si è creata anche durante gli allenamenti 3) Una guida tecnica che ha portato nuovi stimoli e idee“.
E veniamo alla nota dolente dei contingenti olimpici: al momento l’Italia potrebbe portare a Sochi appena 12 atleti tra uomini e donne (clicca qui per approfondire una situazione surreale). Che idea ti sei fatta della situazione?
“Io ho saputo da poco come stanno le cose, è dura da accettare perché l’Italia è una grande nazione, di sicuro una delle più forti. Non so cosa dire, forse abbiamo un po’ sottovalutato la cosa. Tuttavia penso che riusciremo a racimolare qualche posto in più. Ho sentito girare una voce secondo cui alcune nazioni, non riuscendo a riempire tutti i posti assegnati, lascerebbero delle caselle vacanti che andrebbero riassegnate. Quindi il contingente azzurro potrebbe salire a 15-16. Comunque vada, spero che alla fine vengano fatte le scelte migliori per far sì che l’Italia possa raccogliere più medaglie possibili alle Olimpiadi“.
Oltre al gigante, stai provando a cimentarti anche in slalom e superG: quale delle due discipline ti intriga di più?
“Potenzialmente sono più forte in superG, ma non lo alleno mai. Invece, da un punto di vista logistico, è più facile fare anche slalom. A gennaio parteciperò anche alla supercombinata di Altenmarkt. Al momento, comunque, l’obiettivo principale è tornare forte in gigante“.
Stiamo assistendo ad una Coppa del Mondo femminile tra le più incerte di sempre: chi vincerà la classifica assoluta?
“E’ un po’ presto, ma in questo momento mi verrebbe da dire Maria Riesch, sia per l’esperienza sia perché rispetto a Weirather e Fenninger ha molte gare in più grazie allo slalom, pur essendo forse meno vincente nel complesso rispetto a loro. Attenzione poi a Tina Maze, che da un momento all’altro potrebbe svegliarsi. Noi donne siamo complicate di testa, basta una scintilla e può cambiare tutto“.
Cosa ti aspetti da Lindsey Vonn in vista delle Olimpiadi?
“E’ una grandissima fuoriclasse, ma in pratica ha un ginocchio rotto in questo momento ed è molto dura per lei essere competitiva“.
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federico.militello@olimpiazzurra.com