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Sci alpino: gennaio, il mese dello slalom chiama l’Italia

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Si parte stasera a Bormio, in una Stelvio by night; si prosegue sulla Chuenisbärgli  di Adelboden, poi Lauberhorn di Wengen e Ganslern  di Kitz negli stessi giorni delle discese più belle, infine la Planai di Schladming, per un totale di cinque slalom in poco più di tre settimane che diranno molto sulla stagione dei rapid gates, rappresentando uno snodo cruciale per le Olimpiadi di Sochi.

Le prime tre prove, in particolare, saranno fondamentali per la selezione delle varie nazionali: fermo restando il discorso sui contingenti (in FISI regna comunque un certo ottimismo sulla possibilità di portare 17-18 atleti), che non sarà assolutamente secondario nell’ottica delle convocazioni, l’Italia si attende importanti risposte dai propri slalomisti. Al momento, infatti, mancano all’appello Stefano Gross, Cristian Deville e Giuliano Razzoli: se infatti il veterano Patrick Thaler ha dimostrato una regolarità impressionante ad alto livello, e Manfred Moelgg dovrebbe aver staccato il pass per Sochi col weekend in Val-d’Isère (senza dimenticarsi, eventualmente, di Roberto Nani, molto brillante in gigante), i due fassani e il campione olimpico sono apparsi finora lontani dalla migliore condizione e non possono dirsi certi di andare in Russia.

Sedicesimo a Levi e diciassettesimo in Francia, il Cacciatore è probabilmente l’atleta con le maggiori possibilità di dimostrare, sin da stasera, il proprio effettivo valore: in allenamento è sempre brillantissimo e la splendida prestazione al campionato nazionale, proprio sulla Stelvio, ha confermato la sua ottima condizione; si tratta solo di fare un risultato ad alto livello e di trarre da lì la fiducia necessaria per stabilirsi in zona podio, dove merita di stare.

Qualche problema in più per Deville, non qualificato a Levi e solamente ventiquattresimo in Isère: tra i tre, è quello che rischia maggiormente di non staccare il ticket per la prova a cinque cerchi, a meno che non torni a sciare sui livelli del 2011-2012, quando rivaleggiava con Marcel Hirscher. Ai microfoni della FISI, ieri, ha laconicamente dichiarato “anno nuovo, vita nuova“, perché è pienamente consapevole di dover voltare pagina rispetto alle ultime prestazioni.

Giuliano Razzoli non può sorridere finora: una ventunesima piazza è davvero troppo poco per meritarsi la chiamata olimpica (il campione in carica non vanta infatti alcun posto extra). Tuttavia, sempre nella prova del campionato nazionale è sembrato più lucido e carico rispetto alle ultime uscite, dunque non ci stupiremmo di rivederlo sin da stasera almeno nella top ten.

Nessuno mette in dubbio le potenzialità di questi ragazzi, ma da Bormio in poi bisogna davvero fare sul serio per raddrizzare una stagione non partita sotto i migliori auspici…soprattutto, una stagione che contiene l’obiettivo della vita di ogni atleta.

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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