Sci Alpino

Sci alpino: Italia, weekend di luci e ombre

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Les jeux son faits, direbbero al casinò, perché con le gare del weekend i direttori tecnici Claudio Ravetto e Raimund Plancker avranno ricevuto gli ultimi segnali per stilare la lista dei convocati per Sochi, la cui ufficializzazione è attesa nel giro di poche ore.

Segnali contrastanti, senza ombra di dubbio. Partiamo dal maschile: se si eccettua il quinto posto di Christof Innerhofer in discesa, una delle migliori performance stagionali del finanziere di Gais, lo squadrone della velocità ha raccolto ben poco dalla Streif. In particolare, il supergigante di ieri, pur su un tracciato senz’altro discutibile, è stato caratterizzato da una prestazione molto brutta da parte dell’ItalJet, che fatica a ritrovare la tonicità di inizio stagione e soprattutto quella dell’anno passato. Le particolari condizioni di gara degli ultimi weekend non possono e non devono costituire un alibi (d’altronde Claudio Ravetto era stato molto chiaro in tal senso quest’autunno, quando parlava di “essere pronti in ogni situazione”), la speranza è che da qui a Sochi si riesca a ritrovare le sensazioni perdute. In slalom, invece, l’ennesima, superba prestazione di Patrick Thaler non nasconde, anche qui, le difficoltà dei suoi compagni: Giuliano Razzoli mostra sì buone cose in alcune sezioni, faticando notevolmente a concretizzarle in risultati accettabili, e l’ennesima uscita potrebbe essergli costata il posto olimpico; Stefano Gross ci prova con più convinzione rispetto ai primi slalom stagionali, ma non è esente da errori; Manfred Moelgg sembra in lieve calo, tuttavia, visto il suo palmarés, sappiamo bene che a Sochi sarà al top, mentre Cristian Deville cerca a fatica di risalire la china.

Nel femminile, le quattro gare di Cortina hanno rappresentato le montagne russe per la selezione azzurra: soddisfacente la performance di giovedì e venerdì, negativa quella di sabato, ottima quella di ieri. Sicuramente, l’atleta che ha fatto vedere le cose migliori è Verena Stuffer: la ventinovenne è sempre stata un’atleta molto regolare, capace di chiudere stabilmente in zona punti, ma con rare apparizione nella top ten. Quest’anno, forse anche per merito dei nuovi tecnici responsabili del gruppo, scia con maggiore convinzione e ottiene i migliori risultati della carriera, come testimonia il podio sfiorato ieri che ha ufficializzato la sua convocazione per le prime Olimpiadi della carriera. Senz’altro altalenanti le prestazioni delle bresciane: se però Nadia ed Elena Fanchini possono uscire col sorriso per quanto fatto vedere nell’ultimo superg (in particolare Elena, in questa disciplina, non andava così bene da tre anni) dopo un po’ di appannamento,  Daniela Merighetti avrebbe senz’altro voluto fare qualcosa in più, in particolare nella seconda discesa: tuttavia, l’ottavo posto conquistato venerdì dovrebbe bastarle per andare a Sochi, un traguardo che forse l’ha condizionata eccessivamente nelle ultime uscite. E a Sochi meriterebbe di andarci anche Francesca Marsaglia, vera polivalente della nazionale, che già adesso ha totalizzato il doppio dei punti rispetto alla passata stagione, nonostante spesso si trovi a partire con pettorali piuttosto lati. Elena Curtoni fa invece ancora troppa fatica proprio in superg, la disciplina da lei sempre prediletta: non è più il solito problema di scorrevolezza, perché la valtellinese sembra meno efficace anche nei settori tecnici, dove invece un’atleta delle sue qualità potrebbe fare sensibilmente meglio. Per Hanna Schnarf, infine, le prime gare disputate con una condizione fisica accettabile, dopo tanti infortuni, portano in dote molti rimpianti per alcuni errori che le hanno impedito di ripetere le ottime cose fatte vedere in prova.

 

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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