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Sci Alpino

Sci alpino: la sicurezza Manfred Moelgg

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Certo, è mancato il podio, e Jacques Theolier non sarà contento, perché da sempre l’obiettivo del tecnico francese che si prende cura degli slalomgigantisti azzurri è quello di farli terminare sui tre gradini più importanti: eppure, da un Adelboden incredibilmente calda giungono segnali più che confortanti per queste discipline.

Manfred Moelgg, in modo particolare, ha confermato uno standard di rendimento molto alto in entrambe le discipline, chiudendo sesto tra le porte larghe e quinto nei rapid gates: da dieci anni, ormai, il finanziere di San Vigilio di Marebbe è una vera garanzia di regolarità, come testimoniano i quarantuno piazzamenti tra i primi cinque conseguiti in gare di Coppa del Mondo più ancora delle tre medaglie iridate. Senza voler fare improprie pressioni, l’Italia potrebbe avere già in casa il suo erede: Roberto Nani, venticinque anni compiuti a dicembre, è in decisa crescita e in gigante ha colto il terzo piazzamento stagionale nella top ten; in slalom è ancora penalizzato da numeri di partenza decisamente alti, ma come ha dimostrato ai campionati nazionali non gli mancano certo le qualità. In questo weekend bene anche Luca De Aliprandini, che conferma le ottime cose fatte vedere in Val-d’Isère, il solito Patrick Thaler (a proposito di garanzie…) e finalmente Stefano Gross, apparso più sciolto rispetto alle ultime uscite; per Sabo c’è ancora la speranza della qualificazione olimpica, ma tra Wengen e Kitz dovranno arrivare risultati ancora più importanti. Lontani da Sochi, al momento, Max Blardone e Giuliano Razzoli: ad entrambi non manca la grinta, ma per motivi diversi (l’adattamento ai materiali o le precarie condizioni fisiche) le loro stagioni non si stanno evolvendo nel verso desiderato.

Il settore femminile ha proposto ieri una supercombinata di dubbio interesse, pur con tracciature perlomeno originali: questa gara ha portato in dote i primi punti stagionali per Camilla Borsotti e Lisa Agerer, due potenziali talenti che però hanno incontrato e stanno incontrando notevoli difficoltà sulla strada della Coppa del Mondo; la carabiniera torinese in particolare, nel giro di CdM da ormai cinque anni, fatica ad esprimersi con regolarità in una disciplina diversa dalla supercombinata, mentre la tirolese, la quale ha meno esperienza nel massimo circuito, è condizionata non solo dal mal di schiena ma anche da una certa, inspiegabile rigidità nell’azione che le impedisce di rendere come saprebbe fare. Sempre da questa prova, Francesca Marsaglia, pur terminando lontana dalle migliori, ottiene la soddisfazione di essere l’unica azzurra a punti in ben quattro discipline in questa prima metà di stagione. La discesa di sabato non è certo stata positiva per i nostri colori: la caduta di Elena Fanchini, fortunatamente, si è rivelata senza conseguenze, nonostante il grande spavento; spavento che ha condizionato senza dubbio la sorella Nadia, che comunque, senza cercare alibi, ha dichiarato la propria insoddisfazione per non riuscire a rendere al meglio in discesa, dopo aver pienamente recuperato in gigante e supergigante. Non bene Daniela Merighetti: per lei l’amata Olimpia delle Tofane costituirà davvero l’ultimo treno per la Russia, ma non dovrà, per quanto possibile, farsi condizionare da questa tensione che le impedisce di sciare liberamente.

foto Sky

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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