Rugby
Sei Nazioni, la mediana azzurra: tante incognite e qualche speranza
Il reparto maggiormente affidabile, seppur non nel suo miglior momento storico, lo abbiamo presentato qui; quest’oggi è il turno, invece, del settore da tanti, troppi anni in difficoltà e in cerca di uno sbocco per compiere un salto di qualità, la mediana.
Croce di ogni ct passato per la panchina azzurra nel post Troncon-Dominguez, la zona nevralgica dell’Italia non ha prodotto nell’ultimo decennio interpreti tali da poter prendere in mano con decisione la cabina di regia azzurra. E la questione è aperta non soltanto riguardo l’apertura, bensì anche riguardo il mediano di mischia, sebbene gli occhi di molti siano concentrati prevalentemente sul numero 10. Una visione, questa, solo parziale del problema azzurro, alla luce delle difficoltà da parte di Brunel di trovare un giocatore in grado di guidare sapientemente la mischia azzurra e di dare il giusto ritmo alle azioni offensive italiane. Edoardo Gori, il probabile titolare per l’inizio del torneo, finora si sta dimostrando altalenante e poco ordinato nella gestione complessiva della squadra; i suoi 23 anni, comunque, gli assicurano ancora ampi margini di crescita e le buone qualità in suo possesso lo pongono in ogni caso in cima agli attuali mediani di mischia italici.
Diverso da ‘Ugo’ per caratteristiche ed impostazione tecnica è Tobias Botes, forse reduce dalla peggior stagione della sua carriera ma su cui è ugualmente ricaduta la fiducia di Brunel. L’italo-sudafricano ha fatto del disordine e del caos in mezzo al campo il suo pane quotidiano, non riuscendo mai a dare garanzie al Benetton Treviso e nel momento in cui è stato chiamato in causa con la maglia della Nazionale. Il Sei Nazioni potrebbe essere una delle sue ultime chance in azzurro, anche perché sulla strada che porta alla Coppa del Mondo 2015 scalpitano Tito Tebaldi e Fabio Semenzato.
Spostandoci qualche metro più indietro sul campo, per lo spot di mediano d’apertura l’Italia sta andando incontro all’ennesimo periodo di cambio della guardia, con qualche speranza in più del solito ma con le consuete incertezze su quello che potrebbe diventare davvero Tommaso Allan, padrone della maglia n°10 nell’ultimo test contro l’Argentina. Difficile ipotizzare se l’italo-scozzese possa essere la guida dei trequarti anche durante il Sei Nazioni, quel che è certo, però, è che Jacques Brunel ha deciso di puntare forte sul veneto formatosi in Inghilterra, sorprendentemente convocato a novembre ma già inseritosi ottimamente nei meccanismi del ct transalpino. Probabilmente la giovane promessa classe ’93 non sarà destinata a diventare un fuoriclasse, ma le qualità per prendere in mano una squadra azzurra ad oggi smarrita e senza identità ci sono tutte e lo ha dimostrato – seppur a sprazzi – anche nel suo Perpignan.
Il ‘bambino’ si giocherà il posto con il ‘vecchio’ Luciano Orquera, tutt’altro che brillante con la maglia delle Zebre in questa stagione. L’aria della Nazionale potrebbe giovare al rendimento dell’apertura bianconera, memore anche delle mirabolanti prestazioni offerte nell’ultimo Sei Nazioni, che dovrà dimostrare di essere una garanzia soprattutto in fase difensiva, dove ha spesso lasciato a desiderare nei test autunnali.
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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com
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