Rugby
Sei Nazioni: trequarti azzurri in cerca di redenzione
Dalle poche garanzie dei nostri avanti, passando per una mediana instabile ed insicura fino ad arrivare al cronico dilemma dei trequarti, con cui si chiude il nostro viaggio tra i reparti azzurri in vista del delicato Sei Nazioni. Da sempre in ombra rispetto ai colleghi della mischia, i backs italiani faticano storicamente a compiere quel passo in più collettivo che aumenterebbe esponenzialmente la qualità generale dell’Italrugby.
In cerca di equilibrio – Eppure, tra i test di novembre 2012 e il Sei Nazioni 2013 Brunel poteva ritenersi soddisfatto dell’equilibrio raggiunto dalla sua Italia, anche grazie ai progressi non indifferenti compiuti dal reparto arretrato nel modo di gestire le fasi del match. I risultati eccellenti ottenuti dalla Nazionale, inoltre, ne erano la conferma. Dalle stelle, però, i trequarti azzurri sono precipitati celermente alle stalle senza che il ct transalpino riuscisse a fermare la preoccupante regressione, culminata con i molteplici svarioni dello scorso autunno contro Australia, Fiji e Argentina. Pochi gli spunti positivi dal punto di vista collettivo, come la capacità di far male partendo dai propri 22, completamente offuscati dalle falle tattiche e da una evidente mancanza di know-how nella costruzione e nella finalizzazione di azioni offensive, come emerso in modo preoccupante soprattutto contro i figiani, ridotti addirittura in 11 per alcuni minuti ma tutt’altro che sommersi dalle avanzate azzurre. Manca una mediana in grado di dettare con sapienza i ritmi di gioco, è vero, ma l’impressione è che i problemi di qualità e organizzazione del reparto arretrato prescindano non solo da una cerniera poco affidabile, ma anche da un’assenza di adeguate skills, causa anche di una scuola italiana tutta da rivedere, ma questo è un altro discorso. Non è solo l’attacco, naturalmente, a spaventare, ma anche la situazione difensiva figlia anche della maggiore libertà concessa in attacco ai trequarti, con la conseguenza di lasciare per strada quanto di buono fatto vedere un anno fa in fase di copertura. Più dell’1 vs. 1, Brunel sarà chiamato ad intervenire sui movimenti collettivi, per mettere una falla nei problemi di riposizionamento e di timing quando la linea è chiamata a salire in anticipo.
Gli interpreti – Il commissario tecnico potrebbe sorprendere nella scelta dei titolari, anche per le tante incognite gravanti su ogni ruolo. L’unico ad essere sicuro del posto sembra essere Luke McLean che, grazie all’infortunio di Masi, si è ormai riappropriato del posto di estremo peraltro con buoni risultati, risultando essere uno dei migliori azzurri di novembre nella linea arretrata. Alle sue spalle, appare improbabile l’utilizzo dell’esordiente Guglielmo Palazzani, vera rivelazione dell’anno nelle Zebre. Al centro, la maglia n°12 vede Alberto Sgarbi davanti di qualche passo a Gonzalo Garcia, anche se la grande vena difensiva di quest’ultimo potrebbe riservargli anche un posto da secondo centro; il bianconero, però, dovrà superare la concorrenza del promettentissimo Michele Campagnaro, classe ’93 ma già una garanzia per il Benetton Treviso e in meta contro l’Argentina a novembre. Un po’ più defilato Tommaso Benvenuti, ma Brunel potrebbe sorprenderci riproponendo il veneto al centro del campo o all’ala. C’è grande attesa per Mirco Bergamasco, in primis sul suo possibile utilizzo e sul suo ruolo; a Rovigo il biondo trequarti sta disputando un’eccellente stagione da numero 13, ma non è escluso un suo ritorno all’ala e, chissà, anche come piazzatore. L’infortunio di Venditti, inoltre, spalanca le porte di un posto da titolare per uno tra Tommaso Iannone, Leonardo Sarto e l’esordiente Angelo Esposito, la cui vivacità ed esplosività potrebbe ritornare utile a Brunel in una delle tante combinazioni possibili nel reparto arretrato.
I CONVOCATI DELLA FRANCIA – I CONVOCATI DELL’ITALIA – I CONVOCATI DELL’INGHILTERRA – I CONVOCATI DEL GALLES – I CONVOCATI DELL’IRLANDA – I CONVOCATI DELLA SCOZIA
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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com