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Sochi 2014: le nazioni che ci sorprenderanno

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Come in ogni edizione olimpica, anche a Soči 2014 ci saranno alcune nazioni che si confermeranno, altre che deluderanno ed altre ancore che rappresenteranno delle grandi sorprese. È proprio su questo terzo gruppo che ci vogliamo concentrare in quest’articolo, analizzando sei possibili out-sider, piccoli Paesi che magari contano su qualche grande atleta, i quali potrebbero esplodere in Russia.

* Sochi 2014: come stanno le potenze straniere?

KAZAKISTAN

Il Kazakistan sa già cosa significa essere una sorpresa olimpica. A Londra 2012 gli atleti di questo grande Paese asiatico, nato dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica, hanno già lasciato tutti a bocca aperta vincendo la bellezza di sette ori, quando nelle precedenti quattro edizioni i kazaki ne avevano collezionati un totale di nove. Ai Giochi invernali il Kazakistan arriva come una cenerentola, visto che quattro anni fa ottenne solo un argento, grazie ad Elena Khrustalëva (biathlon). Questa volta, però, i kazaki potranno puntare davvero in alto: Aleksej Poltoranin guiderà la squadra di fondo, e potrebbe puntare anche a qualcosa di pesante soprattutto nella 15 km, che si svolgerà nella sua amata tecnica classica; Denis Ten potrebbe certamente ottenere una medaglia nel pattinaggio di figura, anche se non è ancora chiaro a che punto sia nella sua preparazione in vista dei Giochi; Denis Kuzin è il campione mondiale dei 1000 metri nello speed skating, titolo ottenuto l’anno scorso proprio sul ghiaccio di Soči.

Per saperne di più: * La grande crescita dello sport kazako

POLONIA

Nella sua storia, la Polonia ha ottenuto solo due ori alle Olimpiadi invernali: uno a Sapporo 1972 ed uno a Vancouver 2010, grazie a Justyna Kowalczyk. Proprio la grande fondista sarà la leader della delegazione polacca a Soči, quando l’obiettivo sarà quello di migliorare lo score di quattro anni fa, quando la Polonia ottenne lo storico bilancio di un oro, tre argenti e due bronzi. Con lei ci sarà l’intera squadra del salto con gli sci, a partire dal leader di Coppa del Mondo, Kamil Stoch, senza dimenticare il biathlon femminile, che ai Mondiali 2013 ha visto la Polonia salire sul podio per due volte, con Monika Hojnisz e Krystyna Pałka.

SLOVENIA

Cosa accadrebbe se Tina Maze si risvegliasse dal letargo? La dominatrice della scorsa stagione dello sci alpino, nonostante l’inizio in sordina, resta l’indiziata numero uno per regalare alla Slovenia la prima medaglia d’oro della sua storia ai Giochi Olimpici invernali. Oltre alla Maze, che a Vancouver di medaglie ne vinse due, la Slovenia potrà contare anche su Jakov Fak, che allora salì sul podio olimpico per la Croazia. Tra le altre potenziali medaglie ricordiamo il saltatore Peter Prevc, recente secondo a Bischofshofen, ed il campione del mondo di snowboard, nella specialità dello slalom parallelo, Rok Marguc.

BIELORUSSIA

La Bielorussia ha dalla sua un trend storico in netta crescita. A Vancouver 2010, infatti, arrivò il primo oro nei Giochi invernali grazie ad Aljaksej Grišin, specialista degli aerials che dovrebbe essere presente anche quest’anno, affiancato dal compagno di squadra Anton Kušnir, bronzo mondiale nel 2011. La principale fonte di medaglie, almeno in potenza, però, sarà la biatleta Dar″ja Domračava, bronzo a Vancouver e plurimedagliata iridata.

UCRAINA

Nel 1994, a Liellehammer, Oksana Bajul ottenne l’unico oro dell’Ucraina ai Giochi invernali, vincendo la prova del singolo femminile nel pattinaggio di figura. Tra alti e bassi, l’Ucraina è uscita da Vancouver 2010 addirittura senza medaglie, ma ora vorrà sicuramente sfruttare l’aria quasi di casa (in linea d’aria, l’Ucraina dista poco più di 300 km da Soči) per ottenere un risultato senza precedenti. Il peso della responsabilità ricadrà quasi interamente sulla squadra femminile di biathlon: Olena Pidrušna, Vita Semerenko e Valj Semerenko sono tutte medagliate iridate, ed assieme alla giovane Julija Džyma comporranno una temibilissima staffetta.

LIECHTENSTEIN

Le medaglie olimpiche invernali non sono una novità per il Liechtenstein, che ne ha già ottenute nove di cui due d’oro, un grande risultato per un Paese così piccolo. Ma, in realtà, le nove medaglie sono tutte arrivate tra il 1976 ed il 1988. Ventisei anni dopo l’ultimo bronzo, vinto da Paul Frommelt, il principato alpino potrebbe tornare su un podio a cinque cerchi, naturalmente grazie a Tina Weirather, che ha nelle sue corde anche più di una medaglia.

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giulio.chinappi@olimpiazzurra.com

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