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Sochi 2014: tanti atleti contro le leggi omofobe della Russia

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Sono già in molti gli atleti degli sport invernali ad aver preso una posizione decisa contro le leggi omofobe promosse dal governo russo, volte, secondo quanto affermato dalle autorità del Paese che ospiterà le Olimpiadi a febbraio, a vietare la “propaganda omosessuale in pubblico”.

Uno degli ultimi ad aggiungersi al coro è stato lo slalomista tedesco Felix Neureuther, recente vincitore di Coppa del Mondo a Bormio. Le dichiarazioni del teutonico sono state molto secche, e l’attacco è stato sferrato non solo contro le autorità russe, ma anche contro quelle del mondo dello sport: “Io dico che ritengo non corrette le posizioni sui diritti civili in quel Paese e sostengo che il Cio dovrebbe valutare meglio il perchè e il dove assegna l’organizzazione di una Olimpiade. Non è pensabile assegnare l’organizzazione solo dove ci sono più soldi. In prima linea ci deve essere lo sport e le emozioni che possono suscitare nei cuori degli spettatori. Olimpiadi in posti come Soči o Pyong Chang o i mondiali di calcio in Qatar non sono un bene per lo sport in generale. In futuro bisognerà fare in modo diverso“.

Neureuther ha fatto eco alle dichiarazioni di molti altri atleti negli ultimi mesi. La prima ad alzare la voce è stata la saltatrice austriaca Daniela Iraschko, che a settembre si è “sposata” con la propria compagna. Lo mettiamo tra virgolette perché in Austria le unioni omosessuali non sono definite propriamente come “matrimonio”, ma dal punto di vista legale ne sono l’equivalente. La campionessa mondiale 2011 ha speso parole molto simili a quelle di Neureuther: “Trovo la legge estremamente ridicola e discriminatoria. Ritengo sia tragico che esista una cosa del genere nel 2013. La situazione mi rende molto triste e sono sollevata nel pensare di non vivere in una nazione di quel genere. Non riesco a capire come un Paese con una norma come questa abbia potuto ottenere i voti necessari per avere l’organizzazione dei Giochi olimpici, evidentemente sono stati decisive le ragioni economiche”.

Omosessuale dichiarato, anche il pattinatore neozelandese di origini norvegesi Blake Skjellerup, ha affermato apertamente di essere contrario alle leggi russe e di essere intenzionato a protestare attivamente portando un vessillo arcobaleno in occasione dei Giochi: “Sarò me stesso in Russia. Per adesso è illegale, ma il mio obiettivo è di ispirare, incoraggiare e sostenere gli omosessuali in Russia. Mi piacerebbe incontrare Putin. Gli direi quanto sono in disaccordo con le sue leggi contro la propaganda gay e che in qualità di Presidente della Russia, dovrebbe rappresentare tutti i cittadini del suo Paese”, ha dichiarato Skjellerup in un’intervista a The Guardian.

* Blake Skjellerup sfida le leggi omofobe

Gli Stati Uniti hanno a loro volta preso posizione: nella delegazione statunitense, lo ricordiamo, saranno presenti l’ex tennista Billie Jean King e l’ex pattinatore Brian Boitano, nonché la giocatrice di hockey Caitlin Cahow, tutti omosessuali dichiarati.

* Gli USA “provocano” la Russia: tre omosessuali a Sochi 2014
* Pattinaggio, il campione olimpico Brian Boitano fa coming out

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giulio.chinappi@olimpiazzurra.com

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