Sci Alpino
Wengen, l’essenza dello sci alpino
Quel weekend è sempre cerchiato di rosso sui calendari degli appassionati e degli atleti: anzi, quei weekend, perché dopo Wengen viene Kitz, e in entrambi i casi si respira storia e spettacolo. Si ha la sensazione di cogliere in tutta la sua profondità la vera essenza dello sci alpino.
Lauberhorn, basta il nome per far tremare: la discesa più lunga del mondo, che parte sotto lo sguardo vigile dell’Eiger, una delle cime alpine più maestose, e termina nel cuore di Wengen, paesino di montagna raggiungibile solo con un’ardita cremagliera che supera pendenze impossibili. In quei 4480 metri che fanno della Lauberhorn la discesa più lunga del mondo c’è davvero la storia, la paura, la bellezza dello sci: c’è l’Hundschopf, il salto di 40 metri che ti porta a sfiorare le pareti rocciose; c’è la Kernen-S, destra-sinistra ad angolazioni davvero dure per ridurre la velocità e prepararsi al meglio al Wasserstation tunnel, quando lo sciatore passa sotto la galleria di quella stessa cremagliera che si arrampica sulla Jungfrau; ci sono salti e schuss e c’è la Ziel-S, la S finale dove i quadricipiti, dopo due minuti e mezzo di gara, urlano di dolore, che si conclude con un salto sensibilmente ridotto negli ultimi anni. E poi c’è la linea d’arrivo, che quando la passi sai già di aver fatto qualcosa di mitico, e se poi il cronometro ti dà ragione puoi davvero impazzire di gioia. Come accadde a Christof Innerhofer, un anno fa, quarto italiano a vincere qui dopo Zeno Colò, Herbert Plank e Kristian Ghedina, come dire le leggende della nostra discesa.
Ma qui c’è anche una supercombinata, oggi (con l’inversione: prima slalom e poi discesa, e l’ultima volta che si fece così, a Bansko nel 2011, vinse proprio Inner…) e uno slalom, domenica; c’è tutto, insomma, per un weekend di spettacolo puro.
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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com