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Connubio ideale tra sport e università: ce ne parla Luca Lixi

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Luca Lixi, 22 anni. Nato a Cagliari, ha iniziato a giocare fin da piccolo per la SG Amsicora, esordendo in prima squadra a 16 anni. Seppur ora vive in Inghilterra, è riuscito a mantenere i legami con la squadra sarda e scende spesso in Sardegna per giocare, vincendo anche lo scudetto l’anno scorso. Ora frequenta la prestigiosa London School of Economics dove sta studiando per un  Master, e dove è stato nominato “LSE Sports Ambassador”.

Luca, da quanto tempo giochi fuori ormai?

Finito il Liceo mi son trasferito a Nottingham per studiare Scienze Politiche e Relazioni Internazionali. Ovviamente nella scelta di andare all’estero ho tenuto conto dell’hockey, scegliendo Nottingham per unire lo sport universitario con la prima squadra dell’Università nella Premier League, e per avere l’appoggio del Beeston, blasonata società inglese più volte campione negli ultimi anni. Alla fine mi sono accontentato della squadra universitaria, dato che inizialmente non mi aspettavo che il campionato universitario fosse di livello così alto. Così facendo son riuscito anche a mantenere legami con l’Amsicora, riuscendo a giocare la seconda parte della stagione negli scorsi tre anni. L’anno scorso è stato l’anno più difficile, dovendo dare gli ultimi esami e consegnare la tesi nel periodo finale del campionato. Quando son sceso per l’ultima partita contro la Tevere, il venerdì per poi ripartire la domenica, i miei colleghi mi davano del pazzo! Dovevo consegnare la tesi il mercoledì successivo! Ma abbiamo vinto lo scudetto e ho preso il massimo dei voti nella tesi. Direi che ne è valsa la pena.

E ora, a Londra, è proprio per questo tuo combinare sport e studio che ora sei “LSE Sports Ambassador”?

Si, esatto. Anche grazie al supporto del Settore Squadre Nazionali, con Enzo Corso e Riccardo Biasetton, abbiamo formulato la domanda per questo riconoscimento, che oltre ad essere un onore essendo la LSE un’università così importante, mi supporta negli studi e nell’allenamento. In cambio, rappresento l’università in campo sportivo internazionale e non, testimoniando come il conseguimento di eccellenza accademica non escluda un certo tipo di impegno anche a livello sportivo.

Lo sport quindi è un fattore importante nelle università inglesi?

In generale molto, chi più, chi meno. La LSE in particolare non è molto blasonata sportivamente, dato che per lo più trova la sua eccellenza in ambito più accademico. Ma alcune università come Nottingham, o Loughborough o Exeter sono vere  e proprie “Sports Uni”, investono cifre altissime in strutture sportive e riescono a portare le loro squadre nelle prime divisioni per quasi ogni sport. E’ completamente un’altra mentalità rispetto all’Italia! Per l’hockey in particolare, tutti i campioni passano per lo sport universitario, basti pensare che nei tre anni a Nottingham ho avuto come compagni di squadra Ben Arnold, Nick Catlin, Harry Martin e George Pinner: mezza Nazionale Inglese praticamente!

Venendo alla Nazionale, cosa comporta il vivere all’estero?

Ormai siamo un bel gruppo di giocatori della nazionale che vive e gioca all’estero. I fratelli Giulio e Luca Ferrini, anche loro in Inghilterra per motivi accademici (Giulio alla UCL di Londra, e Luca laureatosi a Oxford), i fratelli Dussi, Melato, Rossi. Purtroppo l’assenza di budget determina un numero limitato di raduni, quindi non è difficile organizzarsi di conseguenza. A Febbraio, abbiamo il primo con il nuovo ciclo con Biasetton allenatore, da cui poi partirà il nuovo programma. Da questo punto di vista, per la nazionale, è anche una risorsa il fatto che così tanti giocatori giochino in campionati esteri di livello superiore a quello Italiano, preparandosi ad un livello “internazionale” che al momento in Italia manca. Volendo, la si potrebbe vedere anche come una scelta da perseguire a livello “ufficiale”. Pur essendoci tanti giovani talentuosi, spesso purtroppo non raggiungono il massimo delle potenzialità, un’esperienza in campionati importanti all’estero farebbe fare loro un salto di qualità importante, a beneficio sia del club di appetenza al loro ritorno, ma anche della nazionale. Basta prendere Rossi o le gemelle Pacella, che dalla Roma sono andati in Germania ed a Londra. Quest’anno la Roma dovrà fare a meno di loro, ma la scelta pagherà senza dubbio nel futuro. Peraltro, esistono cospicue agevolazioni per meriti sportivi in università estere, non avendo un budget elevato come Federazione, magari la ricerca di nuove soluzioni “alternative” sarebbe un buon punto di partenza.

A livello di club dove stai giocando?

Qui a Londra ho raggiunto Giulio Ferrini nel Southgate, dove gioca anche l’ex azzurro oriundo Will Cottam. Ci divertiamo molto insieme (tra l’altro, record di azzurri in una squadra all’estero a livello hockeistico, penso!) , e si sta in un club in cui ci sono 6 squadre maschili e 6 femminili oltre alle giovanili e veterani: tutta un’altra cosa! Comunque adesso finisco di giocare per questa stagione per il Southgate, in modo da poter tornare per il ritorno con l’Amsicora.

Obiettivi per il 2014?

Quando vinci, il ricordo rimane indelebile in mente, lasciandoti una voglia indescrivibile di rigodere di quei momenti. Senza dubbio quindi, il secondo scudetto di fila rimane il primo obiettivo per quest’anno, facendo il pendolare il più possibile per allenarmi anche con la squadra. Non è  cosa da tutti i giorni poi giocare una competizione europea in casa: a Giugno si gioca l’“Eurohockey Trophy”, e nel proprio stadio sarà d’obbligo dare il massimo. La World League di Settembre con la nazionale rimane l’altra tappa di quest’anno a cui tengo molto. Purtroppo la scorsa esperienza è stata abbastanza negativa per l’Italia, non qualificandosi per il secondo turno. Anche l’anno scorso l’Europeo non è andato come si sperava, ma seguendo un progetto tra i vari raduni, l’Europeo e le Universiadi, si può dire che si è creato senz’altro un gruppo molto unito di ragazzi che ha come obiettivo quello di lavorare per migliorare sempre di più. Son certo che i risultati arriveranno.

Ultima domanda: com’è giocare con Gabriele Murgia, capocannoniere lo scorso campionato e trascinatore dell’Amsicora?

E’ un vero piacere. Gabriele è uno di quei ragazzi che si nota subito che è un “talento naturale”. Oltre la forma fisica che lo aiuta ad essere così potente, è fortissimo tecnicamente e gioca sempre e solo per la sua squadra di sempre, l’Amsicora. Tutto il resto viene in secondo piano per lui. Per non parlare dei corner corti, specialità con cui ci sta trascinando in alto. Non c’è che dire, è fortissimo, un autentico fuoriclasse.

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gianluca.bruno@olimpiazzurra.com

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