Sci Alpino
Sci alpino: gli spunti delle ultime gare preolimpiche
Appena due gare sulle quattro in programma lasciano comunque buoni spunti per quanto riguarda l’ultimo weekend preolimpico di Coppa del Mondo di sci alpino.
Il gigante maschile dà la conferma che, in questa disciplina, sarà davvero dura scalzare Ligety-Hirscher-Pinturault, presumibilmente in quest’ordine, dal podio a cinque cerchi: solo Felix Neureuther ha forse i numeri per inserirsi. Oltretutto, nella gara di St.Moritz si sono registrati distacchi letteralmente da altri tempi, con ben sette atleti in zona punti ad oltre 6”, anche a causa di un tracciato risultato più impegnativo rispetto alle previsioni; e nelle difficoltà Ted Ligety ha dimostrato una volta di più di essere il numero uno indiscusso della disciplina. In casa Italia, se Manfred Moelgg continua il suo periodo di lieve appannamento, privo di quei guizzi che lo potrebbero far navigare vicino alla zona podio, Roberto Nani ha invece sciato davvero bene, centrando il quarto piazzamento tra i dieci della stagione: il livignasco ha sempre una cattiveria e una capacità di osare mai fini a se stesse, bensì supportate da qualità tecniche in costante miglioramento che gli permettono di avvicinare sempre più l’élite della specialità. In chiave Sochi, non buone le prestazioni di Davide Simoncelli e Luca De Aliprandini: a punti, sì, ma a quasi 7” dal vincitore, qualcosa di realmente assurdo.
Nello slalom femminile, tutti gli appassionati hanno potuto gioire per la prima vittoria di Frida Hansdotter, un’atleta regolarissima reduce da otto secondi posti; il successo era nell’aria e il fatto che sia arrivato poco prima dell’appuntamento olimpico fa capire come la gara tra i rapid gates possa anche non essere un affare rivolto unicamente a Mikaela Shiffrin e Marlies Schild. L’Italia è Chiara Costazza e la sua manche splendida: si tratta semplicemente di farne due così, sullo stesso altissimo livello, cosa che alla fassana in stagione non è ancora riuscita totalmente, ma ad ogni modo quest’ottima atleta è finalmente restituita alle migliori dei paletti stretti. Il problema è che dietro di lei c’è davvero il vuoto; a parte qualche segnale da Michela Azzola, una ragazza che comunque attacca sempre e ci prova sempre, il livello dello slalom azzurro è davvero basso. Le motivazioni si perdono nella notte dei tempi: qualcuno potrebbe ad esempio recriminare sul fatto che un allenatore italiano come Christian Thoma sia in forza allo squadrone svedese, ma in realtà le difficoltà fondamentali sono da riscontrarsi ben prima della squadra di Coppa del Mondo e dunque oltre la semplice gestione tecnica della nazionale; probabilmente, già a livello di attività di base e giovanile si investe troppo poco sui pali snodati, con la conseguenza di avere poche specialiste e dunque un problema anzitutto quantitativo prima ancora che qualitativo. Ci vorrà del tempo per ricostruire.
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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com