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Sci Alpino

Sci alpino: nel maschile sono possibili due medaglie?

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Teniamo per buone le dichiarazioni di Claudio Ravetto di inizio stagione: a Sochi si firma per due medaglie. Considerando come si è sviluppata questa annata sciistica, portare a casa due allori dall’appuntamento olimpico rappresenterebbe già un risultato ottimo.

Inutile negarlo, nei mesi scorsi ci si aspettava qualcosa di più in particolare dal settore velocità dove, pur con la consapevolezza della grande difficoltà di ripetere i trionfi del 2012-2013, si pensava di essere più competitivi, soprattutto alla luce dei primi, brillanti risultati nella trasferta nordamericana. Eppure, proprio dalla discesa e/o dal supergigante l’Italia ha tutte le carte in regola per strappare una medaglia: anzi, ne ha ben quattro, perché Peter Fill, Christof Innerhofer, Dominik Paris e Werner Heel sono atleti che sanno come si fa a raggiungere certi risultati, sanno stare davanti a Svindal, a Guay e agli austriaci, hanno la classe dei campioni. La pista olimpica chiaramente rappresenta un’incognita, così come le condizioni atmosferiche e dunque del manto nevoso, per loro e per tutti: d’altronde lo sci è lo sport di situazione per antonomasia, e i campioni devono sapersi adattare alle differenti peculiarità.

Una medaglia rappresenta quasi una chimera in gigante. Qui si sta chiudendo un ciclo, quello dei Blardone e dei Simoncelli (ma quest’ultimo lotterà sino alla fine nell’ultimo appuntamento a cinque cerchi), e se ne sta aprendo un altro, quello dei Nani e dei De Aliprandini: il livignasco, in particolare, è ormai una splendida realtà delle porte larghe. Certo il podio sembra inavvicinabile, e lo sembra anche per Manfred Moelgg, che pure ha battagliato anche lui con i primissimi soprattutto nelle prime gare stagionali; ma Ligety-Hirscher-Pinturault, con l’inserimento di Neureuther, appaiono fuori dalla portata dei nostri azzurri. E in slalom? Beh, in slalom si torna a Moelgg, anche se le ultime uscite del finanziere di Plan de Corones non sono state esaltanti; oppure si pensa a Patrick Thaler, che giunge in Russia con la serenità di chi sa di non avere nulla da perdere e che in ogni caso non avrà nulla da rimproverarsi, perché tante volte, in stagione, le splendide prestazione del veterano hanno coperto le difficoltà dei suoi compagni di squadra. Le difficoltà di Stefano Gross e soprattutto di Giuliano Razzoli: il campione olimpico è molto lontano dalla condizione e dai risultati di quattro anni fa, mentre il fassano non è mai riuscito, nei mesi scorsi, a portare in gara la stessa serenità che lo fa volare in allenamento. Eppure le loro doti non si discutono, e quindi…chissà.

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

1 Commento

1 Commento

  1. Luca46

    5 Febbraio 2014 at 15:17

    È possibile tutto o niente … sicuramente abbiamo carte importanti poi chi vivrà vedrà.

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