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Sei Nazioni | Francia-Italia, le pagelle: Furno il top, Garcia impalpabile

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Il sogno di espugnare Parigi dura solo 40′ per l’Italia, crollata nei primi 15′ della ripresa sotto i colpi di una cinica Francia. La Banda Brunel resta a contatto soltanto nel primo tempo con una gran prestazione difensiva, di carattere e di personalità. Le pagelle.

Luke McLean, 6: praticamente rinuncia a calciare e ad addentrarsi nel gioco tattico al piede, preferendo contrattaccare palla in mano per trovare un varco nella linea difensiva francese e per congelare il possesso italiano. Diventa uno spauracchio per i transalpini, ma l’italo-australiano non incide più di tanto, peccando anche di egoismo in alcune corse.

Tommaso Iannone, 5,5: la meta di Fofana nasce anche da un suo errore di posizionamento sul punto di incontro, dove lascia completamente sguarnito l’out di sinistra, in cui il centro francese si infila senza troppi timori. Complessivamente, però, tiene bene il campo e non sfigura.

Michele Campagnaro, 6: non trova gli spazi giusti per far valere il suo atletismo e la sua corsa, sbattendo a ripetizione anche lui sul muro francese. Si fa notare maggiormente in difesa, con una buona prestazione per intensità e presenza nel breakdown.

Gonzalo Garcia, 5: schierato anche per sfruttare la sua lunga gittata dalla piazzola, sbaglia due volte nel corso del primo tempo e da lì in poi praticamente sparisce dal campo. Si fa notare soltanto ad inizio partita, quando dimostra le due ottime doti da difensore e da placcatore: poi il nulla. Un esperimento sicuramente da rivedere per Brunel.

Leonardo Sarto, 6,5: dimostra come l’ottimo match del Millennium Stadium non sia stato una casualità, sfoderando una gran prestazione anche allo Stade de France. Oltre a sventare una meta nel primo tempo e a dare un contributo non indifferente in difesa, è uno dei pochi ad avanzare ogni qualvolta gli venga affidato l’ovale. Inoltre, non aspetta che l’azione si allarghi fino alla sua zona di competenza, scivolando spesso e volentieri in mezzo al campo per partecipare alla manovra.

Tommaso Allan, 5,5: l’insufficienza è dettata prevalentemente dal grave errore dalla piazzola al 31′, che avrebbe portato l’Italia in vantaggio almeno momentaneamente. Perché per il resto il giovane talento classe ’93 non si nasconde e si cala bene nelle vesti di regista, muovendo con buona velocità la linea e mostrandosi sempre sicuro delle proprie scelte alla mano.

Edoardo Gori, 6: ordinato e funzionale al gameplan di Brunel. Non avrà il timing di esecuzione di Fourie Du Preez o la velocità di Will Genia ma Ugo gestisce al meglio ogni punto d’incontro, accelerando o rallentando i ritmi del gioco nei momenti opportuni. Rispetto a Cardiff, non è un fattore in fase difensiva, con tre placcaggi sbagliati su 6. Troppi.

Sergio Parisse, 5,5: tre turnover ma anche tre palle perse, di cui una sanguinosa nei propri 22. Una buona tenuta difensiva ma poca sostanza in fase offensiva Il capitano, insomma, ha vissuto giorni migliori e nella ‘sua’ Parigi non prende in mano l’Italia come dovrebbe. Non entusiasma palla in mano, provocando poche rogne ai difensori transalpini.

Mauro Bergamasco, 5: lontano parente di quello ammirato a Cardiff, quando l’orgoglio e la grinta del flanker delle Zebre lo avevano riconsegnato ad eccellenti livelli anche sulla scena internazionale. A Parigi, però, la storia non si ripete; il veneto è poco dinamico e poco presente nel breakdown, collezionando inoltre due placcaggi mancati sui soli otto tentati.

Francesco Minto, 6: offensivamente è ben controllato dai dirimpettai in maglia bianca, che non gli permettono di avanzare palla in mano come di consueto. In difesa, invece, è efficace soprattutto con gli otto placcaggi effettuati, ma non riesce a disturbare come potrebbe le ruck francesi. Deve trovare ancora la forma migliore.

Joshua Furno, 7: l’Italia ovale lo invoca titolare dai test di novembre e Brunel, finalmente, gli concede una chance dal primo minuto dopo i tanti spezzoni di qualità. E il seconda linea del Biarritz non tradisce, elevandosi a migliore in campo tra gli azzurri per distacco. Soprattutto nella prima frazione,è il ball carrier principale per l’Italia, che riesce a fare strada di fatto solo grazie alla sua irruenza fisica. Non fa rimpiangere Bortolami in touche e si candida per un posto fisso da titolare.

Quintin Geldenhuys, 6,5: non si vede quasi mai, ma il suo lavoro è ossigeno puro per l’Italia in mezzo al campo. Ball carrier di grande qualità, eccellente difensore e presenza costante nei punti d’incontro, la sua potenza viene fuori anche in mischia, dove si nota il suo grande sostegno al pilone nella spinta.

Martin Castrogiovanni, 6,5: la prestazione in mischia è degna del miglior Castro, alla riscossa dopo l’opaca prova di una settimana fa. Domingo soffre la potenza del pilone azzurro soprattutto nel primo tempo, quando tutto il pack italiano si dimostra superiore a quello francese. Qualche amnesia di troppo in fase difensiva, ma anche 10 importanti placcaggi.

Leonardo Ghiraldini, 6,5: solita partita di sostanza e di intensità per il tallonatore del Benetton Treviso, fondamentale nell’economia del gioco di Brunel. Un ball carrier sempre affidabile e di qualità e un sostegno per ogni azzurro.

Alberto De Marchi, 6,5: nel primo tempo è l’arma offensiva più pericolosa per l’Italia insieme a Furno, grazie ad un bel break in mezzo al campo e per le difficoltà dei placcatori francesi nel fermare le sue avanzate. La scelta di Brunel di affidarsi ha pagato dunque, anche per l’ottima tenuta in mischia contro un avversario ostico come Nicolas Mas.

Davide Giazzon, 5,5: evanescente, incide poco nei suoi 20′ in giro per il campo.

Michele Rizzo, 4,5: ingenuo nel colpire Slimani con una testata che potrebbe costargli parecchie settimane di squalifica.

Lorenzo Cittadini, 6: se la mischia non cala nel secondo tempo è anche merito suo. Affidabile e sempre in avanzamento.

Marco Bortolami, sv.: pochi minuti per mettersi in moto.

Alessandro Zanni, 6: ottimo l’impatto sulla partita, sebbene non dia quella marcia in più alle avanzate italiane.

Tobias Botes, 6,5: la grande velocità d’esecuzione dell’italo-sudafricano è indubbia, ma in coppia a delle ottime scelte tattiche non la si vedeva da troppo tempo. Il suo ingresso intensifica il ritmo delle ruck azzurre a ridosso della linea di meta francese e si rivela decisivo per la realizzazione della meta, per l’assist fornito a Iannone, un ‘gancio cielo’ di pregevole fattura.

Luciano Orquera, 6,5: in perfetta sintonia con Botes, con cui restituisce vigore alle fasi d’attacco azzurre. Come il n°9, cerca di sfruttare al meglio il quarto d’ora concesso da Brunel per riguadagnare punti nelle gerarchie del transalpino, mostrandosi vivace e rapido in cabina di regia. Bella l’intuizione sulla meta sfiorata da Furno.

All. Jacques Brunel, 6: il blackout dei primi 12′ della ripresa non può cancellare quanto di buono fatto vedere nel resto della partita, soprattutto nel primo tempo. Il baffuto ct dovrà ancora limare qualche dettaglio dal punto di vista mentale, ma può ritenersi soddisfatto della tenuta difensiva della prima frazione e della solidità raggiunta nelle fasi statiche, con una mischia in grado di vincere tutti gli ingaggi con propria introduzione, più due rubate alla Francia. Resta il nodo della qualità offensiva, da sciogliere in vista della sfida contro la Scozia.

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

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