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Sochi 2014, Biathlon: Lukas Hofer e il maledetto ultimo bersaglio

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I tifosi azzurri, o perlomeno quelli con a disposizione Sky, oggi si sono potuti gustare la 20 km di biathlon (clicca qui per la cronaca), forse la gara più spettacolare, certamente la più dura e imprevedibile: il nostro Lukas Hofer, partito con un pettorale basso, il 12. Cercando si sfruttare la condizione della neve, parte come outsider ma nelle prime tornate fa registrare in più occasioni il miglior tempo.  Pulito nella prima e terza serie, quelle previste per il tiro a terra, mentre nella seconda in piedi commette un errore sul secondo bersaglio. Si appresta all’ultimo poligono con la consapevolezza che, se dovesse arrivare lo zero, nell’ultimo giro avrebbe l’occasione per lottare per il podio: lui lo sa (clicca qui per le sue dichiarazioni)

Pulito sui primi quattro colpi, esita sull’ultimo…passano diversi secondi…e lo manca. Un film già visto per il 24enne altoatesino e per gli appassionati, e andiamo a ricordare le occasioni. L’incubo, se così può essere definito, inizia sabato 12 marzo 2011 ai Mondiali di Khanty Mansiysk, data della medaglia di bronzo ottenuta dall’altoatesino nella mass start: all’ultimo poligono si presenta con i norvegesi Svendsen e Boe, che sbagliano mancando rispettivamente uno e due bersagli. Lukas si prende il suo tempo, ma sbaglia l’ultimo e nell’ultimo giro non riesce a rimontare Svendsen e il russo Ustygov, conquistando una storica medaglia per il biathlon italiano e la nascita di un potenziale astro nascente per l’Italia. Passiamo ad un’occasione più recente: gli scorsi mondiali di Nove Mesto, proprio nella gara individuale, si appresta all’ultimo poligono con il 15/15. Mostrando più decisione rispetto ad altre occasioni, sbaglia gli ultimi due bersagli. Pesantissimo l’ultimo, che lo scalza dal podio per il settimo posto finale. Poche settimane dopo, stessa vicenda: dopo aver conquistato il primo podio in Coppa del Mondo, nella sprint sempre a Khanty Mansiysk, ha l’occasione per chiudere il cerchio e lasciarsi alle spalle questa vicenda. Sumann si appresta alla vittoria, ma Luki lotta per il podio, ma puntualmente manca l’ultimo e chiude ancora settimo.

Settimana scorsa, si presenta alle olimpiadi con fiducia, dopo la vittoria davanti ai tifosi di casa ad Anterselva. Una gara perfetta, tranne per quel maledetto ultimo bersaglio, mancato di pochi centimetri. L’incubo continua…

I tecnici e i tifosi sanno che Lukas è ormai diventato un big di questa disciplina e negli ultimi anni più che sulla condizione atletica si è lavorato sulla psicologia, per fare quel passo decisivo che separa i grandi atleti dai campioni: un lavoro difficile e estenuante, non è certo facile lottare con la tensione e lo stress, un avversario che si può sconfiggere unicamente con i propri mezzi. Con questa analisi gli auguriamo che questo “maledetto” bersaglio possa finalmente coprirsi per regalarci un risultato importante, magari nella sua gara o nella staffette della prossima settimana, dove sarà ultimo frazionista: nel frattempo lo aspettiamo domenica nella mass start, perchè noi, come sempre, tratterremo il respiro e ci sfogheremo o gioiremo con lui.

Forza Lukas.

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